Qualcosa emette un suono nella stanza. Mi muovo appena, apro gli occhi e vedo Paulo che si allunga a spegnere il cellulare che ha sul comodino.
"Che ore sono?" Chiedo mentre appoggio la testa ancora sul suo petto.
"Le otto chica...devo andare...tu resta a dormire ancora un po'" mi dice accarezzandomi il viso e infilando le mani nei miei capelli.
"Non sai quanto vorrei restare qui...sei uno spettacolo anche appena sveglia.."
"Ma non sono sveglia..." Rispondo socchiudendo gli occhi. Lui si che è uno spettacolo anche appena sveglio! Quegli occhi e quelle labbra sono meravigliosi.
"Devo andare...dormi un altro po'...controllo io mia madre prima di uscire..."
"Uh, uh" mugugno appena.
Sono troppo stanca per contraddirlo.
Mi posa un bacio sulla fronte e poi si alza lasciando nel letto solo il posto caldo in cui ha dormito e il suo inconfondibile odore.
La vaga presenza di lui mi basta per immaginare di averlo vicino e sentirmi tranquilla, mi copro meglio con le lenzuola che sono state sul suo corpo e mi accoccolo nel punto del materasso che trattiene ancora il suo calore. Sento la doccia scorrere in bagno e resto semi addormentata ad ascoltare i rumori che produce il suo movimento nella stanza accanto.
Poco tempo dopo ritorna in camera vestito. Si avvicina al letto.
"Mia madre sta dormendo...stai tranquilla...riposati splendida creatura...ne hai bisogno!"
"Ok...grazie..."
Si avvicina a posare un bacio sulla mia guancia, apro appena gli occhi e mi volto in un gesto naturale tendendo il viso verso di lui per avere un altro bacio ma stavolta sulle labbra.
Lui capisce subito e stampa delicatamente un bacio sulla mia bocca soffermandosi qualche attimo in più.
"Dovrà bastarmi questo bacio per tutto il giorno..."
Sorrido al suo commento.
"Ma stasera sarò ancora qui..." Lo dico con una voce maliziosa e velata di promesse che non so da dove esca.
"E' un ottimo motivo per aspettare che questa giornata finisca..." Dice in modo altrettanto malizioso.
Mi accarezza ancora una volta e poi si dirige verso la porta e scompare mentre io torno tra le braccia di Morfeo.Quando riapro gli occhi sono passate da poco le nove. Mi stiracchio nel letto cercando di imporre ai miei muscoli l'idea che è ora di lasciare quel comodo nido ma anche loro come il mio cervello sembrano riluttanti al solo pensiero.
Applicando tutta la mia forza di volontà scosto le coperte e scendo dal letto diretta al bagno. La mia immagine riflessa nello specchio non è certo un gran spettacolo.
Ho il viso pallido, un po' di mascara restato dalla sera prima è colato all'angolo degli occhi. Le labbra sembrano più gonfie...beh, forse quello è dovuto ai baci che non ho certo lesinato in questa nottata e sinceramente la cosa non mi dispiace nemmeno un po'. A quel pensiero mi spunta un sorriso e come una scema mi faccio la linguaccia da sola allo specchio che mi rimanda la mia immagine. In realtà quel gesto derisorio è indirizzato alla parte di me che vuol essere sempre compassata e razionale. Ho deciso di vivere questi giorni con disinvoltura e concedermi una pausa da me stessa. Cosa vorrà dire questo ancora non lo so.
Mi lavo il viso, torno in camera, mi infilo i pantaloni e alzo le tapparelle. Fuori la giornata è grigia ma apro comunque le finestre per arieggiare.
Mentre vado in cucina passo davanti alla porta della stanza di Alicia e mi accorgo che non si è ancora alzata.
Le finestre del soggiorno sono alzate probabilmente è stato Paulo, e quindi vado diretta in cucina a preparare la colazione per me e per una donna che fino a meno di ventiquattro ore fa non conoscevo per niente.
Accendo la macchina del caffè ed estraggo dallo scolapiatti sopra al lavello due tazze dirigendomi poi verso il tavolo.
Sul piano tutto è già apparecchiato è ancora una volta sorrido. Al centro, sopra un vassoi, sono ben disposte quattro brioche, Paulo deve essere sceso al bar qui vicino prima di uscire. Accanto al piatto c'è un biglietto.
"Buen dias e buona colazione mamma e Doctor's. A stasera. Paulo."
Continuo a sorridere.
"Che carino vero?" Mi chiede il mio omino interiore.
"Si, molto carino! Concordo"
Lascio il biglietto dove l'ho trovato in modo che anche Alicia possa leggerlo. Vado verso la sua stanza e busso piano.
"Avanti..." Mi risponde la voce di lei che mi sembra più chiara e forte.
Entro piano.
"Buongiorno Alicia. Come va?" Le domando.
"Ciao Caterina. Meglio...mi sento un po'...cansada..."
"È normale che tu ti senta stanca...ora proviamo la pressione e poi facciamo colazione..."
"Ah, Dios...mi sento davvero una vecchia...come potrò mai ringraziarti per tutto questo?"
"Non c'è nulla per cui tu debba ringraziarmi, fare il medico è il mio lavoro..." Dico estraendo gli strumenti dalla valigetta che ho lasciato in camera sua la sera prima.
Le metto al braccio la fascia e nelle mie orecchie lo stetoscopio.
La pressione è un po' bassa ma la cosa non mi preoccupa troppo.
L'addome è più trattabile il che è un buon segno.
"Ecco fatto! Ora facciamo colazione! Ti aiuto ad alzarti."
Ci dirigiamo piano in soggiorno e la faccio accomodare al tavolo. Vede subito il biglietto, lo prende, lo legge è sorride con negli occhi l'amore che solo una madre può aver per un figlio.
"Que lindo hijo mio! Doctor's sei tu!" Dice in un misto di esclamazione e domanda.
"Direi di sì!"
Torno da lei con due tazze di cappuccino.
"Non ti ho chiesto che cosa volevi..."
"Hai fatto esattamente ciò che ti avrei chiesto, grazie"
Mi siedo di fronte a lei e bevo un sorso dalla tazza. Alicia allunga una mano a prendere una brioche alla marmellata, mi fa piacere vederla mangiare.
Io afferro con sicurezza un altra brioche ma alla cioccolata.
"Non hai paura che ti finisca tutta sui fianchi?" Mi chiede il mio amichetto invisibile
"Ma vaff....! Con tutte le calorie che ho bruciato da ieri a stamattina me ne frego altamente!"
Mordo con voracità il cornetto da cui esce una bella quantità di cioccolato. Con una leccata come se fossi una bambina le la mangio assaporando il gusto della crema marrone.
Alicia mi guarda sorridente.
"Ho qualcosa sulla faccia vero? I baffi di cioccolato?" Le chiedo
Lei ride, un sorriso molto simile a quello di Paulo me ne rendo conto solo ora che le cose sono più tranquille.
"Si hai un po' di cioccolato sulle labbra ma non ridevo per quello..."
Mi pulisco con il tovagliolo, sporcarmi con il cibo è un mio grande classico.
"Allora perché ridevi?" Le domandò mentre bevo un sorso di cappuccino.
"Perché...non mi capita spesso di vedere ragazze...donne della tua età mangiare con voracità, sono tutte sempre a dieta...poi qualcosa di così "calorico"! Sempre così attente alla linea, a non mangiare grassi...uff..." Fa una smorfia scuotendo la testa.
"Forse le ragazze che frequentano Paulo..." Lo dico senza pensare e con un filo di acidità che mi pare subito eccessivo.
Lei mi guarda con un sorriso lieve.
"Scusami Alicia! Non ho alcun diritto di giudicare...non volevo essere offensiva...ho parlato senza pensare! Scusami..."
"E di cosa ti scusi, è la verità! Io stessa l'ho detto perché la penso come te! Queste ragazze vogliono essere tutte magre, tutte belle, vogliono tutte attirare l'attenzione di...persone come Paulo..."
"Beh, Alicia, capisco perfettamente il tuo discorso ma...credo che Paulo sappia "scegliere" diciamo così?...poi sai come si dice...questione di gusti..."
Mordo un altra volta la mia brioche e lei sorride con gli occhi mentre beve il suo cappuccino.
"Hai ragione Caterina...questione di gusti...a volte pessimi!"
E su questa battuta quasi mi strozzo con ciò che sto mangiando mentre lei se la ride.
Non voglio nemmeno indagare su chi sia diretto quel commento, ma questa donna mi sta sempre più simpatica.
Finita la colazione mi alzo per sparecchiare e mettere tutto nella lavastoviglie. Alicia si siede sul divano, stendendo le gambe e appoggiandosi ai cuscini.
Il suo cellulare squilla e lei lo prende quasi subito sorridendo mentre apre la chiamata del figlio Moreno.
Approfittando del fatto che resta a parlare al cellulare in quello spagnolo stretto e veloce che ho già sentito ieri sera, anch'io afferro il mio cellulare e mi dirigo in camera per chiamare mia zia.
Faccio un sospiro profondo concentrandomi nell'impresa di avere una voce normale e distaccata in modo che il cane da tartufi che si annida dentro di lei non colga nessuna sfumatura o faccia congetture sul fatto che mi trovo a vivere tre giorni in casa di uno pseudo sconosciuto, ma in realtà famoso in ogni dove, tralasciando il fatto che il soggetto in questione è attraente sotto molti punti di vista.
"E tu credi di riuscire in questa impresa?" Mi domanda il mio omino
"Devo riuscirci...altrimenti non avrò tregua!"
"Non la avrai comunque! Ti aspetteranno al varco appena possibili e vorranno tutti i dettagli!" Mi dice ancora l'invisibile presenza
"Lo so! Ma a quello ci penserò dopo..."
Apro la rubrica e inoltro la chiamata premendo sulla scritta "Zia Gabriella"
Al secondo squillo la sua voce mi arriva all'orecchio quasi perforandomi un timpano.
"Caterina! AAAAmoreee ma dove sei finita? Non ti fai sentire da ieri sera...ma potevi almeno mandare un messaggio...non farci stare in pensiero...stamattina sono passata davanti a casa tua ed era tutto spento...."
Fermare il fiume di parole di mia zia è quasi impossibile, infatti le mie risposte sono poco efficaci.
"Ciao zia....no...non..ti....preoccupare...sto bene...non ho..si, hai ragio...ma..non potevo...si, zia, no...non...cioè..."
Alzo gli occhi al cielo e poi alzando il mio tono di voce di un ottava, unico linguaggio comprensibile per mia zia, riesco a fermarla e a parlare.
"SI...ZIAAAA! Puoi farmi parlare per favore?"
"Scusa..."
"Senti zia, ieri sera ho dovuto soccorrere la mamma di un giocatore che si è sentita male, sono stata al pronto soccorso fino a tardi...ha avuto la rottura di una ciste ovarica..."
"Oh tesoro! Mi dispiace..."
"Si lo so, grazie. Anna l'ha visitata e ha accettato di di dimetterla, cosa che in condizioni normali non avrebbe fatto, purché restassi con lei per tenerla in osservazione...quindi sono rimasta..."
"Sei rimasta a casa della signora tutta la notte? Oh povero tesoro! Ma sarai stanchissima! Lo so che Anna è precisa!"
"Si' appunto...ecco zia, il fatto è questo: io devo restare qui per i prossimi tre giorni per monitorarla, quindi avrei bisogno che tu andassi nel mio appartamento a fare una piccola valigia con un po' di indumenti e cose di prima necessità...
"Ma certo stellina! Ma quindi sei ancora a casa della signora? Come sta?"
"Sta meglio...mi puoi fare questo favore?"
"Ovviamente! Ma la signora dove abita?"
"Abita in centro con il figlio..."
"Il figlio...che gioca nella Juve?"
E a questa affermazione so che sta arrivando il momento cruciale, la sua mente, dopo aver assorbito le informazioni, volutamente scarne che le ho dato, sta già lavorando a pieno regime e la prossima domanda sarà:"chi è suo figlio?"
Ed infatti ci siamo! E io non ho molte vie di fuga.
"Scusa tesoro, ma chi è suo figlio?"
"Si chiama Paulo...ma non ha importanza...ti dico cosa mi devi portare?"
"Paulo? Ho capito, ma Paulo è poi..."
Niente! Non c'è speranza, devo per forza declinare le generalità.
"Paulo Dybala...allora il mio borsone da viaggio è..."
"Dybala? Il giocatore?...quello a cui hai fatto l'ecografia al cuore? Quel Dybala lì?"
"Perché tu ne conosci altri zia?...dicevo, nel borsone metti..."
"Ci metto quello che vuoi nel borsone ma prima fammi capire...tu hai soccorso sua madre? E perché non ha chiamato il 118 da solo?
"Sono il medico della squadra!"
"Giusto! E quindi hai dormito a CASA DI DYBALA STANOTTE?"
"Ehm, sì....ma perché lo stai urlando?"
Dal telefono mi arriva la voce fuori campo di Luisa, mia cugina.
"...dov'è che hai dormito stanotte?" Si è avvicinata al cellulare o mia zia ha messo il viva voce nel dubbio che anche i vicini non sentano.
"Ciao Lulu'...sentite possiamo parlare di quello che dovete portarmi?"
"Scusa ma dove hai dormito? E poi sei rimasta vestita?"
"Ho dormito sul divano!ma che razza di domanda è se ho dormito vestita?!"
"Non ha una stanza per gli ospiti?" Chiede Luisa
"Si ma c'era sua mamma..."
"È lui dove ha dormito?" Si intromette mia zia
"In camera sua?" Dico con voce leggermente scocciata
"E tu sul divano...ma che gentiluomo! Poteva cederti il letto"..."o potevi dormire con lui..." E si mettono a sghignazzare
Non le reggo più! So che sono in grado di far durare questa telefonata secoli e io devo fermarle.
"Sentite galline! A me servono vestiti e altre cose dal mio appartamento per i prossimi giorni quindi, so che siete in grado di fare una valigia, quando avete fatto portatemela! Il citofono è quello senza nome, suonate e vi sarà aperto!"
Do loro l'indirizzo è riagganciò. Sono sfinita come se avessi fatto un turno di notte! Ma almeno avrò dei vestiti!
Quando torno in soggiorno Alicia è stesa sul divano, ha il volto un po' pallido.
"Tutto bene Alicia?" Le chiedo
"Si, mi sento stanca e ho un po' di dolori..."
"Hai avuto perdite in bagno?"
"Piccole..."
"È normale la tua stanchezza...ora ti do un antidolorifico e ti metti a letto, meglio se stai a riposo."
Lei fa cenno di sì con la testa. Io prendo tutto il necessario, preferisco farle l'anti dolorifico in vena piuttosto che in comprese.
La accompagno in camera e la aiuto a stendersi, sistemo le coperte e la lascio riposare.
"Dove hai dormito Caterina?" Mi domanda prima che esca.
"Sul divano"
"Oh Dios! Paulo non ti ha offerto il suo letto? Poteva dormire lui sul divano! Quando torna mi sente! Non gli ho insegnato niente!"
"No! Mi ha offerto il suo letto, ma io ho preferito rimanere sul divano. Se mi chiami sarò più vicina!" Dico cercando di non pensare che nel suo letto ci ho dormito e anche molto bene.
"Come mi dispiace che tu debba passare tutto questo disturbo..."
"Non è un disturbo per me Alicia...sono abituata alle notti in ospedale...ora riposati."
Chiudo la pota alle mie spalle e torno in cucina a farmi un caffè. Esco in balcone a fumarmi una sigaretta e poi chiamò Anna per aggiornarla. Ciò che le riferisco è per lei tutto nella norma.
Il resto della mattina trascorre tranquillo. Preparo della pasta per pranzo,semplice pasta al pomodoro che serve a dare un po' di energia ad Alicia che non mangia cose solide da colazione, ma visto ciò che ha passato meglio abbondare con i carboidrati.
In questa casa continuo a sentirmi totalmente a mio agio in maniera incomprensibile per me.
Alicia è una donna forte e di piacevole compagnia quando si sette meglio.
Parliamo un po' tra una telefonata e l'altra. Il mio telefono suona a una chiamata di Nedved che si informa sulle condizioni della mamma di Paulo. Poi è la volta del cellulare di Alicia con il figlio più grande, Gustavo. Di seguito rispondo a Paulo, poi a Luisa che mi chiede dove può trovare alcune cose che mi servono e via di questo passo.
Alle quattro del pomeriggio, restata sola in soggiorno mentre Alicia si riposa mi domando cosa preparare per cena. In fondo sono qui a far nulla.
Penso che devo adattarmi alla dieta di Paulo, di certo la carbonare non è un opzione praticabile.
Dall'Ipad apro la sua cartella e sfoglio la dieta che deve seguire. Sarà anche stata redatta da un guru dell'alimentazione ma mi sembra troppo restrittiva per un rapporto peso altezza come il suo, che è praticamente perfetto. La dieta è precisissima ma a mio parere lo porta al limite del sottopeso togliendogli energie. Decido che visto lo stress subito la sera prima può concedersi di mangiare qualcosa di più calorico.
Opto per la preparazione di una torta salata. Nel frigo trovo gli spinaci e del formaggio ipocalorico. Preparo l'impatto per la sfoglia, la nonna mi ha insegnato a impastare a mano praticamente tutto, dal pane alla pizza, ai dolci:"se sai usare la farina non farai mai la fame!" Diceva, e ora sorridendo penso che avesse ragione.
Passo in padella gli spinaci, ci metto sale, pepe, li metto nello stampo dove ho steso la sfoglia, sbatto un paio di uova e li verso sulle foglie verdi. Metto il formaggio tagliato a dadini e infilo tutto nel forno.
Preparo anche un insalata.
Sto sfornando la torta salata quando suona il campanello. Vado al video citofono e apro senza guardare tanto so che sarà mia zia venuta a portarmi la valigia.
Dietro la porta trovo mia zia Gabriella, Luisa e Vittoria.
Spalanco gli occhi.
"C'era bisogno di una spedizione per consegnarmi la valigia?" Chiedo
"Ciao anche a te!" Mi risponde la zia
"Non ci fai entrare?" Chiede Luisa
"Vi ricordo che non è casa mia! Quindi no! Alicia sta riposando e non c'è NESSUN ALTRO!" Dico sottolineando le ultime parole.
"Come sei scontrosa!" Mi dice la zia
"Non sono scontrosa! Ragazze non è casa mia!" Non mi sembra il caso!"
In quel preciso istante le porte dell'ascensore si aprono e Paulo, con in mano una pochette nera, le chiami di casa e il telefono fa la sua comparsa sul pianerottolo! Tempismo perfetto.
Vittoria lo vede e al grido di "ciao Paulo!" Gli salta letteralmente al collo.
Lui la prende al volo e con un sorriso di quelli che farebbero cadere anche la più gelida zitella frigida che esista, la abbraccia dicendole:
"Hola prinsesa!"
In questo momento vorrei sparire e soprattutto far sparire quelle due megere che si sono tirate dietro Vittoria in questa situazione e magari far svanire la confidenza di Vittoria e Paulo che rischia di rivelare troppe cose.
Mia zia e Luisa si voltano all'unisono nella mia direzione con la faccia a punto interrogativo.
"Si sono conosciuti in ospedale quando l'hai portata da me l'altra volta"
"Non mi dire"..risponde Luisa "e sono così...amici?" Sibila
"L'amore! Che ci vuoi fare" le dico
Paulo posa a terra Vittoria.
"Buonasera signore!"
"Buonasera..." Rispondono loro in coro, con la faccia inebetita e sbattendo le ciglia, vorrei prenderle per il collo!
"Paulo, questa è mia zia Gabriella e lei mia cugina Luisa...sono passate a portarmi una valigia con un po' di vestiti...ora se ne vanno" presento le due e cerco di arginare la situazione.
"Piacere...ma perché non siete entrate..." Dice lui guardandomi
"Tua madre sta riposando..."
"Beh, non faremo rumore...prego signore."
Mi passano davanti, mia zia e Luisa con un sorriso trionfale e lui guardandomi come per dire "tranquilla! È tutto apposto"
Chiudo la porta alle loro spalle maledicendo la mia idea di farmi portare dei vestiti, era meglio se chiedevo a Pavel di farmi recapitare qualcosa dal magazzino.
Loro sono già in soggiorno, Vittoria seduta sul divano si guarda intorno, così come le altre due streghe che so per certo stanno passando allo scanner tutta la casa, l'arredamento, la disposizione e l'ordine.
Infatti si guardano e fanno un cenno di assenso con la testa. Paulo sta aiutando Vittoria a togliersi il piumino, mentre si trova chino su mia nipote girandoci le spalle mi accorgo che le due stanno facendo i raggi x al suo fondoschiena.
Si girano nella mia direzione sempre all'unisono con un sorriso che va da a orecchio a orecchio e facendomi pure l'occhiolino. Le incenerisco con lo sguardo e visto che lui è ancora girato faccio il segno che appena possibile le sgozzerò entrambe passandomi un dito in orizzontale sulla gola.
"Posso offrirvi qualcosa signore?" Chiede Paulo
"No grazie! Ora andiamo dobbiamo tornare in negozio e vittoria deve andare a danza" rispondono gentilmente sempre sotto il mio sguardo truce.
"Ma io ho sete!" Dice Vittoria
"Cosa vuoi prinsesa?" Le chiede Paulo
"Non lo so cos'hai?"
"Vittoria...non disturbare dobbiamo andare.." Dice Luisa
"Nessun disturbo por la prinsesa...vieni"
Vittoria prende per mano Paulo e insieme si dirigono in cucina.
"Scusa tesoro! Lo sai come fa Vittoria" mi dice mia zia.
Faccio solo segno con la testa. In quel momento la porta della camera di Alicia si apre e lei appare in soggiorno, ha messa una tuta grigia, il colorito è migliorato. Sorride alle due arpie che ora iniziano ad essere imbarazzate per la loro invasione.
"Lei è Alicia, la mamma di Paulo...loro sono mia zia Gabriella e mia cugina Luisa..."
Lei tende la mano sorridendo a entrambe.
"Ciao! Io sono Vittoria!"
Alicia si volta a guardarla e spalanca gli occhi, mentre la bocca si apre in un sorriso raggiante.
"Ahi! Vittoria que hija linda!!!" Si abbassa per guardarla più da vicino e Vittoria ricambia con un gran sorriso.
"Caterina! Ma come ti somiglia...è tua figlia?" Una leggera risata che viene da tutti i presenti si spande nella stanza.
"Ho detto qualcosa che non va?"
"No, no, Alicia...è una domanda che fanno tutti quando ci vedono insieme....lei è mia nipote, la figlia di Luisa"
"Oh scusate..."
"Non si preoccupi signora, Vittoria adora essere paragonata alla più bella della famiglia!" Dice Luisa.
Mi volto a guardarla con uno sguardo che solo lei può capire, che significa "prima o poi facciamo i conti"
Ma lei sorride beata, la voleva proprio fare quell'affermazione, perché voleva vedere una reazione da parte di qualcuno e dalla sua faccia capisco che ha ottenuto ciò che cercava.
"Togliamo il disturbo...grazie dell'ospitalità"
Tra smancerie varie e saluti con promesse di rivedersi presto, con più calma, che non si realizzeranno mai, riesco finalmente a spingere le due befane e la mia adorata nipote fuori dall'appartamento.
Quando mi giro Paulo sta abbracciando la madre e chiedendole come sta. Lei con un sorriso dice di sentirsi meglio' anche se il colorito non è dei migliori.
Non mi va di interrompere questo momento familiare e tentò di defilarmi, ma Alicia non si lascia distrarre.
"Paulo, aiuta Caterina con la valigia...mettila in camera tua così può cambiarsi e farsi una doccia..."
"Certo mamma...ti ha trattato bene il doctor's oggi?" Chiede lui guardandomi.
"Più che bene..."
"Non avevo dubbi..." Risponde lui.
Io non dico nulla seguo Paulo che porta la mia valigia nella sua camera.
Varcata la soglia posa il mio borsone su una delle poltroncine ai piedi del letto.
"Grazie...mi faccio una doccia così puoi stare un po' da solo con tua madre..."
Lui si volta verso di me e me lo ritrovo a pochi centimetri. I suoi occhi sono un misto tra il verde di un prato e la superficie di un lago.
Non ho tempo di pensare niente perché da dentro sento solo un istinto ed è l'unico a cui sento di dover obbedire.
Basta una piccola movimento perché le nostre labbra si incontrino e si uniscano.
Le mie mani vanno al suo viso, e poi a stringersi intorno al suo collo mentre le sue braccia mi circondano.
È un bacio desiderato. Atteso. Mi rendo conto di averlo aspettato da questa mattina. Mi lascio invadere dalla sua sensualità, dalla sua bocca morbida che cerca e trova la mia, dalla sua lingua che mi rincorre e si lascia rincorrere in un gioco sensuale.
Dopo poco dobbiamo allontanarci.
Questo incontro furtivo potrebbe prendere velocemente tutta un altra piega a cui io di certo non saprei sottrarmi.
"Meglio se vai a fare la doccia...per i resto c'è tempo..."
"Si..."
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L'altro battito
FanfictionUn medico donna alla corte della Juve. Una giornata stravolta dagli eventi. Una notte di passione. Cosa cambierà nella vita di Caterina Donati dopo l'incontro con Paulo Dybala? (Contiene esplicite scene di sesso...leggere con moderazione per non cre...