Capitolo 2

63 7 6
                                    

Il giorno seguente non so come riuscii ad arrivare a scuola, dopo che ero crollata in quel pianto non ero riuscita ad addormentarmi per delle ore. Sapevo di aver dormito poco anche il giorno prima e che la cosa non mi avrebbe aiutato. Arrivata a scuola c'era già Davide vicino al portone ad aspettare la campanella, se ne stava appoggiato al muretto concentrato sul suo telefono a fare qualche gioco stupido.

Lo avvicinai intenzionata a mettermi al suo fianco per godermi il silenzio, ma notò subito la mia presenza. Alzò lo sguardo rimettendo il cellulare in tasca, facendosi scappare un leggero sorriso di scherno.

-Non sapevo fosse in corso un'apocalisse zombie-

Gli tirai un pugno sulla spalla mentre lui se la rideva tranquillo. Lo odiavo quando faceva così, dietro una battuta riusciva sempre a dire una grande verità.

-Ho dormito poco...- Bonfonchiai nervosa.

Notai che fissò qualcosa dietro di me, ma pensai fosse solamente perso nei suoi pensieri, quando tornò a fissarmi con un sorriso malizioso mi accigliai leggermente.

-Non credo sia stato solo quello il problema.- Mi indicò gli occhi avvicinandosi leggermente. -Sono incredibilmente rossi.-

Cercai di distogliere lo sguardo, ma lui mi costrinse nuovamente a guardarlo. Sembrava irritato da qualcosa.

Sentii una strana pressione alle mie spalle. Mi voltai leggermente incrociando gli occhi di Luca. Sembrava di cattivo umore pure lui.

-Giorno Luca- lo salutai cercando di comportarmi normalmente. Non rispose, si limitò a passarmi accanto guardando Davide in cagnesco.

-Da quando voi due siete così vicini?!-

Ci fulminò entrambi ed io sobbalzai, decisi di indietreggiare un minimo per mettermi a distanza di sicurezza. Il suo sguardo non mi piaceva, mi stava provocando una confusione tale che il mio cuore inizio a battere più rapidamente. Cercai di controllarmi, ma non era facile.

-Cosa stai dicendo Luca... Stavo solo...-

Lo implorai di rimanere in silenzio facendogli un gesto con le braccia. Esitò ma rimase in silenzio per il mio bene. Cercai di intromettermi afferrando Luca per il braccio, anche se mi respinse malamente.

-Non rispondi nemmeno?!- Gli urlò contro.

Davide si sforzò di mantenere la calma e si limitò ad utilizzare le parole. -Non sono affari che ti riguardano.-

Luca si voltò verso di me afferrandomi il polso per trascinarmi via.

-Cosa stai facendo Luca?!- Cercai di liberarmi disperatamente, ma la sua presa era troppo forte, talmente tanto da farmi male. All'ennesima strattonata si fermò voltandosi verso di me.

-Cosa dovrebbe significare quell'espressione...-

Alzai lo sguardo incrociando i suoi occhi. Era visibilmente triste, lo notai dal sorriso forzato che mi rivolse. Sentii il mio cuore spezzarsi, mi si formò un groppo alla gola e un buco allo stomaco dai sensi di colpa.

-Capisco, vuoi tornare da quello li...-

-È tuo amico, non chiamarlo in quel modo.-

Ribattei all'immediato per difendere Davide, dato che anche lui aveva fatto così prima, passando anche per il torto.

-Lo chiamo come mi pare e piace!-

-Calmati, perché te la sei presa così tanto?-

Esitò a rispondermi. Guardò a terra mollandomi il braccio, iniziando a ridere leggermente. -Non importa, fate quello che vi pare, non ha più a che fare con me.-

Desidero cambiareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora