Capitolo 8

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<<Pov.Julia>>

Io e Luca stavamo uscendo dalla classe per andare a chiamare Davide, quando lo vedemmo arrivare accompagnato da una nuova ragazza. La notammo subito perché, quando ci voltammo a fissarla, si fermò di scatto sul posto scambiando uno sguardo con il nostro amico, per poi correrci incontro, fermandosi di scatto di fronte a me.

CI osservammo in silenzio per qualche secondo, finché non realizzai di aver di fronte proprio Lucia. Mi paralizzai sul posto talmente ero stupita di ritrovarmela davanti, non osai muovere un muscolo nemmeno quando mi abbracciò.

-Juliaaa- La sentii urlare improvvisamente.
Mi voltai di scatto verso Luca sorpreso quasi quanto me, ma non sembra intento ad intervenire per allontanarla da me.

Cominciai ad agitarmi per poi spingerla via freddamente.

-Aiuto! Ma cosa stai facendo?!- Le gridai contro sorprendendola.
Mi ignorarono tutti e Luca fece un passo avanti. -Lucia, sei veramente tu?!-
Sorrise gentilmente e annui tornando a guardare Davide che non riusciva a smettere di ridere per le nostre espressioni.

Non riuscivo a credere che fosse proprio lei. Era sparita nel nulla senza dire niente e stava facendo la stessa cosa tornando?
La osservai attentamente: Era decisamente molto più femminile di me, di qualche centimetro più alta, capelli più curati e quel poco di trucco che basta per coprire gli effetti della pubertà. Anche se indossava una felpa, riuscivo chiaramente a vedere le sue forme e provai un pizzico di invia. Era chiaro che era l'opposto di me, come ero cambiata io, lo era anche lei.
-Cosa ci fai qua?- Le sbraitai contro.

La vidi sobbalzare sorpresa. Doveva aspettarsi questa reazione da parte mia dopo che ha deciso di abbandonarmi.

-Io... Mi dispiace Julia...- Iniziò a dire, però mi rifiutai di ascoltarla.

Me ne andai di corsa ignorando i richiami dei miei amici.

Uscii dall'edificio e andai dietro la scuola dove ero sicura fosse completamente deserto. Fuori pioveva a dirotto, anche se la cosa non era al centro delle mie attenzioni, mi andava bene bagnarmi e tornare a casa fradicia, non mi importava. Volevo solamente dimenticarmi di Lucia che, crudelmente, era tornata dopo che aveva fatto quel che voleva. Ammetto però, che non era quello a farmi più male, era il ricordo dell'ultimo giorno passato insieme, della promessa di vederci il giorno dopo, della sua mancanza di fiducia nel dirmi la verità. La consideravo la mia migliore amica, pensavo che ci saremo preparate per l'esame insieme, speravo che negli anni avrei potuto confessarle di tutto. Ma così non è stato, lei ha scelto di andarsene.

Sinceramente, ormai mi ero già abituata all'idea che non l'avrei mai più rivista, che avrei continuato la mia adolescenza a fianco di Luca e Davide, dimenticandomi pian piano di quello che era successo alle medie, ma con il suo ritorno, in un attimo, tutto mi era riaffiorato alla mente.

Mi appoggiai al muro, scendendo sempre di più fino a ritrovarmi seduta a terra con i capelli che gocciolavano da ogni parte. Alzai leggermente la testa per guardare il cielo completamente grigio, sforzandomi di sorridere. Mi sentivo un'idiota a stare male per il suo ritorno, alla fine non speravo altro dentro di me, semplicemente non sapevo come affrontarla per come ero. Avevo paura che non accettasse i miei cambiamenti e soprattutto le scelte che con il tempo avevano marcato il mio corpo con cicatrici sempre più profonde e indelebili. In quel momento mi pentii di tutte le volte che avevo trovato il coraggio di farmi del male da sola, solo per non accettare quello che mi avevano fatto i miei genitori. Sentivo che non potevo mostrarmi per com'ero. Cinsi le braccia intorno alle gambe e mi ci appoggiai cominciando a piangere in silenzio, chiedendomi come ero arrivata a tutto questo.

<<Pov.Luca>>

Giocavo con la penna silenziosamente, senza preoccuparmi di annotare una sola parola della lezione. Ero troppo preoccupato per la sparizione di Julia, si vedeva che non stava bene dopo averla rivista e l'idea che potesse commettere qualcosa di azzardato mi portava a lasciar perdere tutto il resto. I miei pensieri erano fissi al giorno in cui avevo provato ad alzarle le maniche della felpa, alla sua espressione di terrore e al suo terribile scusa per non farmi controllare quello che temevo già da tempo. Verso l'ultima ora iniziai a pensare che se ne fosse tornata a casa, dato che nemmeno la coordinatrice della classe era riuscita a trovarla; fortunatamente non sembrava arrabbiata per la sua sparizione ma solamente preoccupata. Aveva intenzione di chiamare a casa per avvertire i genitori, fortunatamente, sono riuscita a convincerla a non farlo, ammettendo che i suoi genitori sono più tosto severi pur non avendone la conferma da lei. Eppure ricordo che una volta venne a scuola con un livido marcato sulla guancia, non lo avevo notato subito perché aveva cercato di coprirlo con il trucco, ma dopo che era tornata da bagno - probabilmente si era lavata il viso – notai quella macchia violacea. Provai a domandarle più volte cosa fosse, ma lei si limito ad ignorarmi o a dire che non avevo nulla e che stavo diventando daltonico. Da quel giorno iniziai ad avere molti sospetti: A partire dal fatto che si tagliasse, ai suoi genitori che le alzavano le mani.

Alzai a malapena lo sguardo a causa del improvviso silenzio, quando notai la porta aprirsi dall'esterno. Ero talmente sovrappensiero che non avevo sentito nemmeno bussare.

Mi alzai di scatto appena vidi Julia sorpassare la soglia completamente bagnata; la professoressa fu la prima ad avventarsi su di lei per vedere come stesse, cancellandole un po' del trucco colato con la manica, senza preoccuparsi di macchiarsi. Mi lanciò un'occhiata invitandomi ad avvicinarmi e così feci. Incrociai i suoi occhi completamente spenti, pronti ad un'altra crisi di pianto, così scelsi di rimanere in silenzio.
-Julia che ti è successo?- Domandò la professoressa con fare materno.

Julia si limitò a fare un cenno la testa in risposta, per evitare di parlare. Non l'avevo mai vista così distrutta e non mi veniva in mente niente che la potesse aiutare.
ad un certo punto notai una lacrima che le rigò una guancia, poi una seconda senza riuscire a fermarsi.
La professoressa ci fissò entrambi prima di parlare. -Preferite andare fuori a parlarne tra di voi?-

Annuii grato e la presi per mano trascinandola fuori dalla classe, per poi richiudere la porta alle mie spalle, ci allontanammo andando in un posto un po' più riservato in modo da non essere disturbati. Lei si appoggiò alla finestra intenta a guardare la pioggia, mente io mi misi al muro fissandola in silenzio per qualche secondo prima di scegliere le parole più adatte per cominciare il discorso.

-Julia, che è successo?-

Non si mosse nemmeno per rispondermi, continuò a guardare quel punto non ben definito stringendosi le braccia al petto. -Niente...-

Sospirai e mi tolsi la mia felpa, fortunatamente sotto avevo ancora una maglietta a maniche lunghe e gliela passai. -Togliti almeno la felpa bagnata.-
Lei esegui: Si tolte la sua felpa facendosela passare dalla testa e si mise la mia che le stava un po' più grande, ma almeno l'avrebbe riscaldata un minimo.
-Riguarda Lucia?- Domandai direttamente.

Scosse la testa poco convinta, capii subito di aver centrato il punto.

-Non mentire, se non fosse successo niente non avresti quella faccia.-

Ci pensò su un attimo e porto i suoi occhi su di me sforzandosi di sorridere. -Ho solo pensato troppo...-

La vidi alzare le spalle come se non fosse nulla. -Davvero, sto bene-

Scossi la testa. -So che hai paura di affrontare Lucia, se vuoi lo faremo domani insieme.-

Sorrise. Sorrise in modo talmente triste che avrei preferito che continuasse a piangere ammettendo a se stessa di stare male. Sperai semplicemente di riuscire a vederla sorridere il giorno dopo. Lo sperai seriamente con tutti il cuore.

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