Capitolo 15

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<<Pov.Lucia>>
Battei le palpebre più volte, cercando di cacciare la luce del sole che mi batteva sul viso. Volevo ancora dormire, ma a quanto pare era diventato impossibile, così decisi di alzarmi. Rimasi sorpresa di notare che mi trovavo con la testa appoggiata sulla spalla di Davide. Arrossii e cercai di alzarmi senza svegliarlo. Una volta in piedi sospirai e mi guardai intorno notando subito che mancava qualcosa: Luca non c'era.
Allungai lo sguardo verso la cucina sentendo dei rumori e lo vidi li, intento a bere un caffè fissando il vuoto. A pensarci ora, ricordo di aver pensato che dimostrava molti più anni di quel che aveva veramente. Mi avvicinai a lui mettendomi seduta sullo sgabello di fronte al bancone.
-Buongiorno?- Aveva delle occhiaie molto arcate. Intuii subito che quella notte non era riuscito a dormire molto bene. Mi fece un cenno con la testa in risposta, guardandomi appena. -Che ci fai già sveglio?-
Abbassò gli occhi a terra -Non ho dormito... Vuoi del caffè?-
-Se posso, Grazie.-
Nel più completo silenzio si mise a versare il caffè in una tazzina per poi porgermela distrattamente. Notai che mi stava studiando un po' troppo, così una volta presa la tazza, mi voltai dall'altro lato.
-È successo qualcosa fra te e Davide?-
Presa completamente alla sprovvista, arrossii nuovamente. Il cuore iniziò subito a battermi all'impazzata ma cercai di rimanere calma. -Mi ha baciata...-
Sentendo che non diceva nulla, decisi di guardarlo e notai che era completamente assente. Sembrava vuoto, completamente perso, sapevo con certezza che tutto questo lo aveva scosso molto, probabilmente più di quanto avesse scosso me.
-Luca, è tutto a posto?-
Scosse la testa frustrato. -Come potrebbe? Vedere tutti quei tagli sul suo corpo... Non è facile, io non sono riuscito a fare nulla per aiutarla.-
-Tu e Davide non potevate farci niente, non lo potevate sapere.- Dissi cercando di consolarlo.
-Non è quello il punto. Lucia, io lo sospettavo... Se solo l'avessi tenuta d'occhio... Tutto questo non sarebbe mai successo.-
-Ti sbagli Luca.-
Ci volta mo di scatto entrambi. Davide se ne stava con la braccia incrociate e ci fissava freddamente.
-Sarebbe successo comunque; sono i suoi genitori il problema. Non ha lividi solo in viso, ma anche sulle braccia, se provi a toccarla si scansa.- Si voltò per guardarsi dietro le spalle, da dove stava sbucano una testolina da dietro la sua spalla. Provai un pizzico di irritazione vedendola toccare Davide. Ma cercai immediatamente di reprimerla.

<<Pov.Julia>>
-Scusatemi...- Bisbigliai piano cercando di trattenere le lacrime. -Ferendo me, ho ferito anche tutti voi...-
Finita la frase sentii il mio telefono squillare dal salotto, fui molto sorpresa, non mi aspettavo la chiamata di nessuno in una situazione del genere, ma a sorprendermi ancora di più fu constatare che la chiamata era da parte di mio fratello Cameron. Fissai il telefono in silenzio prima di rilanciare sul divano decidendo di ignorare la chiamata.
-Perché non rispondi?- Mi domandò Luca, passandomi nuovamente il telefono
Esitai ad afferrarlo e proprio in quel momento la chiamata si interruppe per ricominciare subito dopo.
-Ma che cavolo!- Lo afferrai di colpo accettando la chiamata scocciata. - Cameron, hai rotto! Cosa vuoi?!-
Lo sentii tirare un sospiro di sollievo - Vedo che stai bene...- Ci fu qualche secondo di silenzio. -Come stai? Sei da Luca vero?-
Strinsi il telefono con forza. -Secondo te come dovrei stare?!-
-Ehi, calmati Julia... Davvero, mi dispiace per tutto questo, però, per favore, dimmi dove sei.- Mi implorò con voce sincera.
Abbassai lo sguardo sentendo la sua voce preoccupata e bisbigliando gli dissi dove mi trovavo. -A casa di Luca...-
Lo sentii armeggiare con qualcosa, prima di sentire un forte colpo. -Aspettami li, non andartene- Disse riattaccando.
Guardai il telefono confusa per poi voltarmi verso Luca che mi stava ancora fissando confuso.
-Mio fratello sta venendo qua...-
Non lo avevo mai sentito così preoccupato, infatti ero più che confusa, non capivo minimamente che intenzioni avesse o perché stesse facendo tutto questo.
Ci mettemmo seduti sul divano ad aspettare mio fratello; loro cercarono di rompere il più possibile il silenzio, mente io rimasi nel mio mondo per non so quanto tempo, spaventata dalla situazione. Non sapevo cosa sarebbe successo se fossi tornata a casa e una parte di me non aveva nemmeno voglia di scoprirlo dopo quella sera.
Passò mezz'ora prima che il campanello suonò. Fu Luca ad alzarsi per andare ad aprire, mentre io lo seguii rimanendo nascosta dietro si lui. Ci volle qualche secondo prima do veder spuntare mio fratello dalla soglia e rimasi più che stupita a vedere il suo aspetto: Era completamente spettinato, come se si fosse buttato giù dal letto solo per venire fin qua. Guardai i suoi occhi neri, completamente circondati dalle occhiaie, era ovvio che avesse dormito poco.
Si precipitò subito su di me. -Come stai?!-
Non guardai freddamente. -L'hai già chiesto prima-
Ignorò la mia risposta, cercando di essere comprensivo. Si limitò a passarmi lo zaino con all'interno un cambio. Lo presi e me ne andai senza dire nulla. All'interno ci trovai dei pantaloni di una tuta, una felpa e una maglietta a maniche corte. Mi cambiai di fretta e arrotolai la roba in fondo allo zaino. Uscii dal bagno cercando di tirare le maniche il più possibile, in modo da coprire le braccia. Subito mio fratello notò la cosa e non poté fare a meno di trattenere un sorriso amaro.
-Quanti tagli ti sei fatta?-
-Non sono affari tuoi...- Non mi importava nemmeno del perché sapesse della storia dei tagli, era ovvio che i miei genitori avessero accennato alla cosa per offendermi e non avrei mai più ascoltato una loro singola parola.
-Julia, promettimi che...-
Mi intromisi subito per non fargli finire la frase. -Cameron perché mi stai aiutando?-
Si guardò intorno incrociando lo sguardo di tutti prima di rispondere. -Perché, anche se tu non lo ricordi, queste cose sono successe anche a me, per questo con il tempo ho smesso di stare in casa, era l'unico modo per evitarli.- Sospirò. -Ora che sono maggiorenne vorrei aiutare almeno te, perché non è giusto, noi non siamo la causa del loro male e non possono addossarci la colpa.-
Effettivamente era vero. Io non ricordavo che Cameron avesse subito le stesse cose che ho dovuto subire pure io. Ero piccola quando lui ha avuto la mia età, può essere che l'abbia rimosso, ma non capii perché non lo avesse mai accennato prima.
-È un problema troppo grande per dei ragazzi della vostra età.-
Lucia abbassò lo sguardo, ma poi fu l'unica a farsi avanti a parlare -Per favore, cerca di proteggerla dai vostri genitori...-
Sorrise gentilmente, felice che si fidassero delle sue parole. -Non preoccuparti, farò tutto quel che posso.-
Mi avvicinai a lui. -Bisogna per forza tornare subito a casa?-
-Tranquilla, i nostri genitori non sono a casa.- Cercò di rassicurarmi appoggiandomi una mano sulla testa.
Annuii e salutami i miei amici, gli abbracciai tutti quanti, ero davvero grata del loro aiuto, senza di loro non avrei saputo che fare. Soprattutto grazie a Luca, senza di lui sarei rimasta per strada per giorni e chi sa cosa mi sarebbe successo. Lo abbracciai a lungo e la cosa sembrò sorprenderlo. Quando mi staccai lo vidi distogliere per qualche secondo lo sguardo, come se si sentisse in colpa per qualcosa, ma poi tornò a guardarmi sorridente e mi salutò nuovamente. Seguii mio fratello giù per le scale, per poi scoprire che era venuto in motorino. Mi passò il secondo casco e mise lo zaino nello sportello che si trovava dietro. Mi aiuti a salire e si preparò a partire.
-Reggiti bene.- Tolse il pedale rimanendo in equilibrio e partì in un secondo.
Mentre guidava mi persi nei miei pensieri, continuando comunque a reggermi a lui, appoggiai la mia testa alla sua schiena facendolo sobbalzare e senza nemmeno accorgermene iniziai a piangere. -Grazie...-

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