Capitolo 8

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«Tu?» gli corro incontro abbracciandolo e lui ricambia così forte che penso possa spezzarmi, ma è uno di quegli abbracci che ti tolgono il respiro, ma che ti rimettono a posto dentro, che ti fanno sentire a casa.

Sono come il sole dopo una giornata di pioggia, o come il vento fresco in una giornata estiva e sono veramente felice dopo tanto tempo, lui mi fa girare per aria tra le sue braccia che tanto mi sono mancate.

«Che ci fai qui Ryan?» chiedo felice quando mi mette giù.
«Mi mancavi scema, sai che non possiamo vivere separati. Mio padre ha deciso di trasferirsi qui per essere più comodo al lavoro.» lo abbraccio di nuovo.
«Che bello! Mi sei mancato così tanto!» poi ricordo che Lyla era con me e sciolgo l'abbraccio.

Girandomi la trovo che mi guarda comprensiva, con un bel sorriso e li presento.
«Lyla questo è Ryan, il mio migliore amico di New York. Ryan questa è Lyla, una mia amica.» si stringono la mano un po' imbarazzati e non riesco ancora a credere che lui sia qui in carne ed ossa.

«Cos'hai alla prima ora?» gli domando impaziente.
«Non lo so ancora, appena sono arrivato ho voluto farti subito una sorpresa. Ora devo andare in segreteria a ritirare l'orario e cose del genere, ci vediamo direttamente a pranzo.» mi da un bacio sulla guancia, saluta Lyla con un cenno della mano e va verso la segreteria.

«Wow! Non mi avevi detto di avere un migliore amico così figo!» rido di gusto.
«Credi che sia figo?» non mi sono mai soffermata a pensarci, però in effetti è vero ha sempre avuto molte ragazze che gli andavano dietro, ma siamo sempre stati solo migliori amici e a me va benissimo così.

«Beh direi proprio di si!»mi guarda convinta di se stessa e io ridacchio ancora.
«Dai andiamo in classe, prima che ti metti a sbavare.» si finge offesa.
«Io non stavo sbavando!» inarco un sopraciglio.
«Oh si invece!» entriamo in classe e besticciamo ancora un po', finché il professore ci zittisce.

Credo di aver trovato davvero una buona amica, ci tengo già molto a lei, anche se la conosco da poco, vengo distolta dai miei pensieri perché il professore mi chiama alla lavagna ad eseguire un esercizio di matematica.

Mi alzo controvoglia sbuffando, perché non capisco niente in questa materia, guardo l'espressione davanti a me e credo sia una specie di lingua strana, non lo so forse arabo?

«Si sbrighi signorina, non ho tutto il giorno.» nel frattempo mi metto a disegnare nell'angolo della lavagna, sperando che mi venga qualche idea sul come si risolva e sento la classe ridere. «Va bene Jackson vada a posto e sarà meglio che recuperi se vuole passare l'anno.» alzo gli occhi al cielo e torno al mio posto.

Ovviamente la sfiga vuole che il professore non mi abbia chiesto ciò che mi ha rispiegato Brandon ieri ma cose nuove! Scuoto la testa sconsolata. Non capirò mai nulla in questa materia!

La campana sta suonando, finalmente! Mi sembra di sentire un coro di angeli cantare.

Vedo Ryan appoggiato agli armadietti vicino alla mensa e gli corro incontro ad abbracciarlo, mentre Lyla mi segue e lo saluta timidamente, noto anche come le ragazze che passano gli lancino occhiate maliziose, ed ecco che mentre lo abbraccio passa l'angelo nero.

Brandon osserva curioso me e Ryan, ma prosegue dritto in mensa, seguito da Jenna che mi lancia un'occhiata di fuoco, che infantile!
«Forza entriamo.» dico, prendiamo il cibo e ci sediamo ad un tavolo noi tre e per un momento mi sembra di tornare indietro nel tempo a qualche mese fa.

Flaschback

«Forza Isabelle vieni a sederti!» vedo Daisy sbracciarsi per farsi notare in mezzo ai tavoli della mensa e alzo gli occhi al cielo ridendo, è matta da legare quella ragazza.

THE DARKNESS (CARTACEO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora