Oggi le lezioni sembrano durare un'eternità, non vedo l'ora di tornare a casa e dormire.
Sono una persona molto pigra direi, se potessi dormirei tutto il giorno, ma purtroppo nella vita non si può fare solo quello.Finalmente sento il suono della campanella, mi alzo raccogliendo le mie cose e mi avvio fuori dall'aula con Lyla.
«Isabelle, aspetta.» mi sento chiamare da dietro in fondo al corridoio, così mi volto e vedo Jason corrermi incontro.
«Hey Jason, dimmi pure.» gli sorrido, si gratta la testa pensieroso.
«Mi chiedevo, se ti andrebbe di uscire con me domani pomeriggio.» ora cosa rispondo? Non lo conosco da molto! Certo è gentile e bellissimo, però non lo so.Intanto vedo Lyla che da dietro di lui mi fa dei gesti strani, non riesco a capire, sembra una scimmia.
«Ehm...» la guardo ancora. «Devo dare da mangiare al mio pesce?» sono confusa e lei mi guarda rimproverandomi, non riesco proprio a capire cosa intende!Lui è altrettanto confuso.
«Cosa?» e ora che mi invento? Oh al diavolo Lyla con i suoi segni!
«Certo Jason dimentica ciò che ho detto, mi piacerebbe molto uscire con te.» Lyla alza le braccia al cielo e io la ignoro.
«Grande! Ti va un giro al parco?»
«Si.»
«Perfetto ti passo a prendere io. Ciao ragazze!» da un bacio sulla guancia a entrambe e va via.«Mi spieghi cosa diavolo volevano dire quei segni?» lei fa spallucce ridendo.
«In realtà a niente, volevo solo confonderti.» la guardo male.
«Ma che diavolo di problemi hai? Gli ho detto adirittura di dover dare da mangiare al pesce per colpa tua!» scoppia in una risata ancora più forte, mentre le persone che passano ci guardano male. Ma non posso fare a meno di ridere anch'io.
«Dovevi vedere le vostre facce!» ridiamo per almeno cinque minuti, ma poi arriva la nonna di Lyla a prenderla.«Devo andare ciao Isabelle, ma aspetta come torni a casa?»
«Tranquilla prendo l'autobus, Ciao.» sale in macchina.
«Ciao e fammi sapere come è andata.» annuisco e lei va via.Guardo l'ora sul telefono e oh cavolo! L'autobus passa tra due minuti, non farò mai ora a prendelro! Mi metto a correre verso la fermata, ma proprio quando sto arrivando, ecco che mi passa davanti! Guardo l'orario sul tabellone e il prossimo passa tra un'ora! Fantastico!
Valuto tutte le opzioni possibili: la prima quella di chiamare mio padre, quindi no. La seconda di farmela a piedi, ma oggi a educazione fisica sono caduta e mi da molto fastidio la caviglia, quindi scarto anche questa e mi resta solo che aspettare il prossimo autobus.
Dopo dieci minuti circa che aspetto sento un rombo e vedo una moto nera fermarsi davanti a me, accostata al marcia piedi.
Alzo sguardo sul guidatore, massa di capelli neri in disordine e occhi blu. Brandon scende e mi viene in contro.
«Hey ragazzina cosa fai qui? Non passano autobus a quest'ora.» che nervi! Perché mi deve chiamare sempre ragazzina?!
«Secondo te? Vendo hot dog, non lo so o mi preparo per uno spettacolo? Sto aspettando il prossimo autobus idiota!» mi guarda divertito.
«Ragazzina non serve che mi aggredisci lo sai? Non puoi chiamare tuo padre?»alzo gli occhi al cielo.
«No è al lavoro, preferisco non disturbarlo.» ovviamente è una bugia, mio padre non esiterebbe a mandarmi un'autista se ne avessi bisogno.«Dai Sali. Ti do un passaggio.» lo guardo storto, ma è serio??
«Io su quell'affare non ci salgo!» ride.
«Oh andiamo! Non avrai mica paura?!» mi guarda con sfida. Bene sfida accettata.
«No non ho paura!» e detto questo prendo il casco che mi porge e salgo dietro di lui. «Tieniti forte ragazzina!» parte subito ad una velocità esagerata! Ma chi diavolo me l'ha fatto fare?! Perché non do ascolto al mio buon senso una volta tanto!Mi stringo il più possibile a lui per non scivolare giù e arriviamo davanti a casa mia in dieci minuti. E voglio precisare! I dieci minuti più terrorizzanti della mia vita!
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THE DARKNESS (CARTACEO)
RomansaVi ricordo che questa è solo parte dell'opera DISPONIBILE IN FORMATO CARTACEO SU AMAZON E TRAMITE ME CON DEDICA (basta scrivermi un messaggio in privato) Attenzione: questa è soltanto la bozza della storia, quindi contiene errori di battitura. La...