Capitolo 1 (+ capitolo 2)

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"Non ero mai stato solo abbastanza, non ero mai stato solo fino a questo punto."

Bill girava e rigirava la tartaruga fatta di mattoncini lego tra le mani, mentre le labbra gli tremavano. Quel gioco tanto innocuo gli faceva rivivere la malinconica e nostalgica presenza di Georgie, il suo fratellino disgraziatamente portato via dalla pioggia e scomparso giù in un tombino fognario. Com'era possibile che nessuno avesse fatto nulla? Forse per paura di aggravare ulteriori danni, la pioggia non era un fenomeno poi tanto innocuo. Ma il piccolo Bill era deciso a ritrovarlo.

Posò la tartaruga sul comodino della stanza del fratellino, curandosi di non far troppo rumore nell'aprire la porta e di uscire fuori senza farsi notare dai suoi genitori, che ormai lo incolpavano di una morte non a suo carico. Quanto poteva pesargli tutto ciò? Troppo. Le speranze di ritrovare il fratellino erano meno delle probabilità stesse di ritrovarlo intero, vivo o morto che fosse. Ovviamente Bill sperava di ritrovarlo vivo, magari ferito, ma vivo. La voce e le risate di Georgie mancavano da mesi in quella casa, l'estate non sarebbe più stata la stessa nonostante il ragazzino avesse i suoi amici, che ormai erano come una seconda famiglia. Eppure, è difficile intendersi a quell'età.

‹‹Dove stai andando Bill?›› - la voce della signora Denbrough attirò l'attenzione del figlio; questi alzò lo sguardo rivolgendolo alla madre.

‹‹Esco per andare a g-g-giocare c-con i m-miei...a-a-amici. Amici.››

‹‹Va bene, non fare tardi.››

Gli occhi dei due s'incrociarono in uno sguardo assente, anonimo e privo di ogni contatto affettivo. La signora Denbrough era ancora visibilmente scossa dall'accaduto,dall'aver perduto il suo secondo genito. Il dolce e allegro Georgie, che non avrebbe più animato la casa dei Denbrough con la sua bianca voce e le gioiose risate. Non c'era più un figlio a cui rimboccare le coperte la sera, a cui baciare la fronte e a cui dare numerose raccomandazioni la mattina prima divederlo varcare la porta di casa per andare a scuola. Non sarebbe più stata la stessa famiglia e accettare quell'assenza era tutt'altro che facile. Lo stesso era per Bill, non aveva più un fratellino a cui costruire barchette di carta, a cui correggere il modo di parlare, un fratellino da abbracciare e di cui sentirsi fieri poiché questi lo considera come il suo migliore amico. Non avere un fratello per poterlo vedere crescere, aiutarlo con i problemi che lo avrebbero accompagnato nelle diverse fasi di età e dargli consigli. Non avere più un fratello con cui litigare, anche per la cosa più stupida.

Irrigidito e sul punto di farsi divorare dai sensi di colpa, Bill ci rimise un po' a tornare in sé e a buttare i piedi fuori di casa per raggiungere il resto del gruppo che lo stava aspettando. Piuttosto che annegare nelle proprie lacrime, come faceva ogni giorno, preferì andare a giocare con gli altri ragazzi e buttarsi nel fiume insieme a tutti loro.

‹‹S-s-scusate s-se v-vi ho fatto aspett-››

‹‹Lascia perdere Bill, ora muovi quel culo e andiamo!››

Giustificarsi non serviva, i ragazzi potevano immaginare cosa avesse trattenuto Bill per fargli fare quei cinque minuti abbondanti di ritardo. E cinque si fa per dire. Richie era schietto, come al solito, nel parlare. Lo invitò, seppur con una smorfia, a saltare in sella alla sua bicicletta e a pedalare con loro fino al luogo dove avrebbero trascorso la maggior parte del tempo.

Durante il tragitto s'imbatterono in Mike, il ragazzo di colore che studiava a casa. Questi sembrava piuttosto preoccupato ed affannato, frettolosamente rovistava nel cestino della sua bicicletta, cercando fra i tanti pacchi di carta quelli da dover consegnare. Ma per essere una consegna, era tutt'altro che tranquilla. I ragazzini guardavano con curiosità, mentre l'altro nervosamente smanettava tra i pacchi delle consegne, pregando che gli venisse aperta la porta con sufficiente tempismo, tale da permettergli di rimettersi in sella alla bici e riprendere a pedalare come se non avesse altro da fare durante la giornata. I Perdenti erano indecisi se rivolgergli la parola o meno, guardandolo dall'altro capo della strada. Bill si voltò verso Richie, questi di tutta risposta fece un cenno col capo scuotendolo per dire "meglio di no". Probabilmente Mike non avrebbe nemmeno risposto, o magari li avrebbe soltanto guardati e basta, tornando poi a fare le sue cose. Un atteggiamento timido, riservato e intimorito si potrebbe dire. Bill sbatté le palpebre, ricominciando a pedalare e passando accanto a Richie, che lo seguì dopo.

IT - The Bowers gang (2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora