CAPITOLO TREDICI

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La voglia di prendere a pugni in faccia il primo che gli capitasse a tiro era irrefrenabile nell'animo tormentato di Henry, quell' estate fu così strana per lui che il pensiero di avere a che fare con giornate lunghe lo scazzava come nient'altro. Giornate lunghe per lui significava giornate in più da dedicare ai terreni da zappare -a patto che ci fosse qualcosa da zappare-, attrezzi da ripulire ed erbacce da estirpare e su queste ultime i ragazzini di Derry, obbligati a condividere la loro attuale esistenza con lui, avevano un'opinione comune di Henry: l'unica erbaccia da estirpare era lui. Lui come anche Hockstetter e forse a tal proposito i Perdenti avrebbero ringraziato, in minima parte e senza troppa gloria, Pennywise per averlo tolto di mezzo nel luglio di quell'estate. Se pure Henry fosse scomparso e magari ritrovato cadavere, era una nota in più di sollievo nei loro animi, in particolare per Mike Hanlon e Ben Hanscom. E chissà, forse avrebbero cambiato testa anche Victor Criss e Reginald Huggins, il primo sì distingueva per quel minimo di intelligenza in più che gli si poteva riconoscere, mentre il secondo non doveva essere così male, stupido sì, ma non crudele come Henry. Henry non era stronzo, non era nemmeno cattivo: era un pazzo sadico di prima categoria. Patrick lo stesso: si poteva e pensare di lui che, dato l'atteggiamento spesso taciturno, in realtà era più sveglio di quanto si potesse pensare. Non arrivava con immediatezza a conclusioni cui poteva arrivare ad esempio Victor o un qualunque altro ragazzo "normale", ma i suoi processi cognitivi funzionavano abbastanza bene da permettergli di fare distinzioni razionali e ragionare freddamente. Se qualcuno se ne fosse accorto in tempo di questa peculiarità di Hockstetter, i suoi coetanei lo avrebbero evitato così come si cerca di evitare la peste o qualunque altra epidemia. Quel gruppetto di bulletti sembrava un cumulo di batteri i quali sembravano esistere apposta per infestare Derry, a questo ci pensava Pennywise anche se il suo risveglio avveniva dopo ventisette anni. Il mostro dal canto suo era abbastanza cosciente da sapere chi dei due fosse più manipolabile, la migliore marionetta da usare era certamente Henry poiché più debole psicologicamente, Patrick gli avrebbe dato qualche problema.

Prima di finire tra le fauci del perfido clown Patrick ebbe la "grazia" (da questi) di poter godere degli ultimi istanti di vita impegnati in lugubri atti insani. Circa quarantotto ore prima di morire, passò del tempo in compagnia della banda di Henry, molestando i Perdenti e girovagando per Derry. Le giornate erano tutte uguali, la routine che non lo stancava mai era proprio quella del frigorifero: il suo vecchio ed abbandonato Amana era la sua gioia in quella discarica. Uccidere animali gli piaceva, lo eccitava a tal punto che, se avesse potuto confessarlo, avrebbe sminuito lo stare con una persona. Patrick non si rendeva conto delle sue deviazioni e depravazioni, ma contrariamente ad Henry sapeva benissimo che non è corretto e bello infrangere le regole in pubblico. Consumava quegli atti malsani quando si assicurava di essere da solo. Persino lo stesso It ne restava alquanto schifato dalla natura controversa e malata di quel pazzo di Hockstetter, e al contempo se ne compiaceva, ma Patrick non poteva essere la marionetta di It. Non da vivo. Era difficile penetrare in quella sua mente malata, perché Patrick non riteneva niente reale, eccetto sé stesso. Nessuno oltre a lui era reale. Nient'altro. E se Patrick moriva con lui scompariva tutto il mondo circostante. Ed ecco che It che fece leva su quest'ultimo pensiero che spaventò il ragazzo, o meglio, smosse un po' la sua coscienza. Se non l'avesse mai pensato, It lo avrebbe attaccato? Nessuno si è mai posto questo interrogativo e nemmeno aveva più trovato risposta. Quando Patrick fu ucciso da It nelle fogne, nessuno si era più preoccupato di chiedersi cosa gli fosse successo, nemmeno ai suoi genitori importava più. Dopo la sua morte e quella di Avery anni prima, qualche tempo dopo, morì anche sua madre. Di suo padre non si seppe nulla, non si ebbero più notizie della famiglia Hockstetter. E la famiglia Hockstetter non esisteva più. Non fu celebrato alcun funerale per Patrick, morì solo e non ebbe sepoltura poiché il corpo non fu mai trovato dalla polizia.

La sua incoscienza prevalse in un pomeriggio di luglio, quando lui, Henry, Victor e Belch stavano inseguendo Ben Hanscom per volere di Henry, inviperito dal fatto che quel dannato ciccione gli fosse sfuggito proprio mentre gli stava incidendo l'addome con il coltellino a serramanico di suo padre. E mentre Ben "correva", Henry e Victor si impegnarono nel cercare il coltellino, Patrick e Belch invece corsero dietro al ragazzino, ma ad un certo punto lo persero di vista. Patrick fece segno a Belch di proseguire nella direzione che portava dentro la boscaglia, mentre lui si diresse in quella opposta giù verso i Barren, una zona paludosa comunicante con i canali fognari. Patrick si introdusse proprio in uno di questi, attirato dal rumore che forse poteva aver prodotto quella pallettina di lardo immagino ci sarà rimasto incastrato dentro pensò ridendosela, entrando ed avanzando con quelle sue gambe lunghe e magre dentro il canale, improvvisando un lanciafiamme con l'ausilio di un accendino ed uno spray. Gli anfibi erano sudici di quell'acqua melmosa, ma a Patrick non infastidiva, il suo obiettivo era trovare Ben e spaventarlo, attendendo che qualcuno della banda tornasse o riportandolo a forza da loro. «Ti ho sentito tettone.». Si trovò di fronte ad un bivio, scelse di proseguire sempre verso sinistra. «Pensi di restare nascosto qua sotto per tutto il giorno?» ma... «Ci hai trovato...Patrick...» un vociare appena percettibile, un sussurro nel buio. Patrick riaccese la vampante fiammata e si ritrovò davanti dei corpi mutilati e sudici, ne fu inizialmente terrorizzato e, non ancora troppo sicuro di cosa aveva appena visto, riaccese la fiamma ed ora i suoi occhi videro meglio che ciò che gli stava di fronte non era affatto frutto della sua immaginazione: quei corpi erano lì, erano veri, erano reali. Per la prima volta fu realmente spaventato, corse via, gettando forse l'accendino e lo spray nelle acque sporche. Si ritrovò bloccato in un vicolo ceco e, vanamente, cercando freneticamente in quel lerciume qualcosa con cui difendersi, impugnò un vecchio tubo di ferro con cui eventualmente attaccare. Un palloncino rosso gli si presentò davanti, girando lentamente su sé stesso, si poteva leggere I LOVE DERRY ♥. Scoppiò. Dietro c'era un clown, la cui bocca era tinta di rosso ed insanguinata, i denti acuminati sporgevano. Andò verso Patrick agitando la testa ed il corpo, in una corsetta ridicola e grottesca, intenzionato a divorarlo. Patrick urlò. Il suo urlo riecheggiò nei canali, fino ad oltrepassare le grate di ferro che conducevano all'esterno di essi.

Patrick Hockstetter, quindicenne, abitante di Derry, moriva il 20 luglio del 1989. La sua scomparsa venne annunciata il 22 luglio, tra l'indifferenza degli abitanti. Patrick moriva da solo. Così com'era convinto di vivere ed esistere. 


{ No! Non è tornata la costanza di aggiornare la mia storia, ma quando mi è possibile pubblico; se vedete "movimento" è perché devo aggiustare delle cose nei diversi capitoli.

In ultimo: occhio alla parte delle conversazioni (e non aggiungo altro, eheh...) 

Io vi saluto e vi ringrazio per aver letto! A presto! 



Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 25, 2019 ⏰

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