E' impressionante come la vita possa cambiare da un momento all'altro o come il destino ci porti a incontrare persone che se non fosse per una coincidenza non incontreremo mai. Nel mio caso il destino ha deciso che la mia vita, fino ai 16 anni, era stata troppo bella. Tutto iniziò in un giorno come un altro, mi trovavo davanti alla finestra della mia camera a guardare fuori la pioggia che cadeva e sbatteva contro i vetri. Non sapevo il perché, ma avevo sempre amato guardare la pioggia; in qualche modo mi rilassava. La mia vita poteva essere definita una vita da sogno perché vivevo in un enorme casa che sembrava quasi un castello. Non dovevo preoccuparmi di andare a scuola perché avevo degli insegnanti privati che venivano apposta per me. Mi chiamo Jennifer Parker, ma preferisco essere chiamata Jenny. Mio padre è il famoso imprenditore Peter Parker mentre mia madre Anne White è morta per darmi alla luce. Sono figlia unica e non avendo nessun animale domestico, per questo sono sempre sola; o almeno lo ero fino a 2 anni fa.
Ritornando alla storia, stavo guardando fuori dalla finestra quando un grido agghiacciante mi destò dai miei pensieri. Riconobbi la voce della mia domestica che, impaurita , supplicava qualcuno di non farle del male; ma non riconobbi la voce che le intimava di stare zitta.
<< Dimmi immediatamente dov'è? Se no le tue prediche saranno inutili e farai la stessa fine del tuo padrone>> disse la voce. Dovevo ammettere che mi incuteva molto timore e mi ritrovai bloccata dalla paura senza riuscire a formulare un pensiero coerente, ma dopo qualche minuto mi ripresi e riuscii a comprendere il peso di quelle parole. L'ultima frase mi fece rabbrividire e, come se fossero animate da una forza a me sconosciuta, le mie mani si chiusero a pugno ed iniziai a digrignare i denti per la rabbia che provavo. Compresi che dietro la porta, a cui mi ero appoggiata per non cadere a terra, si trovavano degli assassini spietati che non avevano esitato ad uccidere mio padre e non avrebbero esitato a ripetere l'azione contro tutti quelli che li avrebbero ostacolati. Se in un primo momento avevo pensato che si trattasse di qualche ladro, dopo quelle parole accartocciai l'idea e qualcosa dentro di me; mi intimava di stare molto attenta perché l'oggetto della loro ricerca potevo essere io. Ripensai per un attimo a mio padre che ormai non avrei mai potuto salvare rimpiangendo tutto quello che non gli avevo detto e che avrei dovuto dirgli. Il rapporto con lui non era mai stato dei migliori, io non ero mai abbastanza per lui e non avrei mai potuto sostituire la persona che con la mia nascita gli avevo strappato. Lui mi riteneva responsabile della sua morte e per questo non mi permetteva neanche di rivolgergli la parola affermando che se avessi avuto qualcosa di importante da dirgli avrei dovuto riferirlo al maggiordomo che a sua volta gli l'avrebbe comunicato. Per quanto lui mi odiasse non potevo dimenticare che era mio padre e la sua uccisione aveva creato un vuoto dentro di me, ma nonostante tutto sapevo di non avere il tempo per rimpiangerlo sapendo che dietro la porta vi erano degli uomini assetati di sangue che mi cercavano. All'improvviso sentii uno sparo e poi silenzio, un'altra vita aveva lasciato il mondo terreno per andare in un posto migliore. "Non c'è più tempo" fu l'unico mio pensiero e sarebbe stata l'unica volta in cui la mia curiosità mi avrebbe salvato la vita, perché all'insaputa di tutti un giorno ero stata fuori. Il passaggio che mi avrebbe portato al di là del muro in cui ero nata e cresciuta si trovava dietro la mia libreria, qualche mese prima avevo iniziato a sentirmi stretta in quel posto che ormai era diventata la mia prigione per quello avevo iniziato a pianificare la mia fuga. Non mi interessava che tutte le persone intorno a me dicessero che era pericoloso, perché avrei preferito affrontare mille difficoltà consapevole di essere libera e senza più bariere tra me e il mondo. Era il senso di libertà e la voglia di essere padrona di me stessa che mi aveva spinto in quei mesi a non arrendermi andando avanti senza paura. Presi lo zainetto che avevo sotto il letto in cui avevo messo tutto l'occorrente che mi sarebbe servito una volta uscita, anche se non potevo sapere cosa mi aspettava sapevo che mi sarebbero serviti dei soldi e abiti di ricambio in più vi misi il mio cellulare non dopo aver fatto in modo che non potesse essere rintracciato. Aprii la libreria e per un solo momento mi voltai indietro, ripensando a tutto quello che mi stava succedendo e che era successo in passato proprio in quella stanza e giurai a me stessa che un giorno avrei vendicato tutte le persone che per un motivo a me ignoto quello stesso giorno avevano perso la vita. Presi la torcia che avevo lasciato sul mio comodino e che mi avrebbe aiutato a vedere in quel buio terrificante e lanciai un ultimo pensiero prima di addentrarmi completamente in esso.
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Blood
VampireAllora,... da dove inizio. questa storia come vedrete dal genere e un po' dal titolo parla di vampiri. Ma c'è una cosa che la distingue dalle altre, la protagonista. Si chiama Jenny e, a differenze di molte altre è una guerriera. Non pensate che il...