Epilogo - "Io e te"

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Questo bebè è così tenero e fragile che mi sembra di avere tra le braccia una patata.

Sì, esatto, una patata di quelle troppo bollite, che se solo le afferri con forza, si spappolano e bam! è subito purè.

Io adoro i bambini, ma avere la responsabilità di non ucciderli mi mette ansia perché: 1) sono così indifesi che potresti danneggiarli anche solo con lo sguardo e 2) io sono Marinella Argenti, non c'è cosa che possa essere rovinata che io non rovini.

Ovviamente non voglio uccidere il bebè.

Ma ho così tanta paura di trasformarlo in purè che la mia faccia, in foto, uscirà sicuramente terrorizzata.

"Nelli, mi sembri tesa." sussurra qualcuno al mio orecchio, da dietro, muovendo qualche mia ciocca e facendomi trattenere il fiato.

No, non solo perché temo che i capelli sul naso mi facciano starnutire e bam! purè di bambino, ma anche perché questo qualcuno è Mattia e Mattia mi fa sempre questo inspiegabile, evocativo effetto. Ruoto appena il busto per poterlo guardare: anche lui, come me, sta reggendo una tenerissima bebè, ma non è per nulla impaurito.

Le sue braccia grandi sono salde attorno a un corpo minuscolo, acciaio contro zucchero filato, mascolina forza contro assoluta e disarmante debolezza. Ma, oh mio Dio, sono stupendi. Il rosa della tutina da neonato struscia contro la sua pelle e lui sorride, intenerito, facendo fare al mio stomaco un triplo salto carpiato da medaglia d'oro olimpionica.

Immaginate se Mattia fosse papà... immaginatelo solo per un secondo.

Potrei quasi svenire per cotanta bellezza.

Ma poi penso sia meglio di no, altrimenti... bam! e il resto lo sapete.

"Ho paura che mi cada..." mormoro a denti stretti verso Mattia. "Sono così agitata."

"Dai, tieni duro." mi incoraggia lui, in risposta. "Ancora qualche minuto e potrai dire di essere riuscita a non rovinare l'ennesima vita." guarda il mio bebè e fa l'occhiolino.

Io gli mostro una smorfia tutta compunta, perché, diciamocelo, la sua stronzaggine è davvero al limite dell'offensivo, ma nel processo mi muovo troppo e il piccolino si lamenta.

Ecco, ho rovinato tutto.

Infastidito, dà un calcetto al mio braccio, poi agita i pugnetti e si lascia scappare mezzo vagito. È nervoso, perché siamo in questa posizione da venti minuti buoni, ma nonostante mi aspettassi qualche sclero da un momento all'altro, i suoi movimenti mi colgono comunque impreparata. È così caldo e... vivo che per la seconda volta in poco tempo sento una potente stretta a livello dello stomaco.

Non è proprio come la mia solita reazione all'idiozia di Zingretti; stavolta è una sensazione più viscerale, sconvolgente e indescrivibile. Anche se non è figlio mio, sentirlo muoversi, realizzare che sia qui a respirare tra le mie braccia, scatena in me un istinto materno che non sapevo di avere, un'emozione nuova e commovente, che mi scalda il cuore e mette in subbuglio le mie budella.

Beh, non che ultimamente la mia pancia sia molto più stabile di così. Da quando il povero microcefalo, una settimana fa, ha voluto copiare una ricetta di Ernst Knam producendo la torta più schifosa di tutti gli scarti dei pasticceri incapaci di Bake Off Italia, ho lo stomaco sottosopra.

Sostiene di non averci messo nemmeno un briciolo di cocco, ma non può esserci nessun'altra spiegazione all'infuori del cocco. Io odio il cocco, e Mattia è uno stronzo, lo sappiamo molto bene.

Pure stamattina mi sono svegliata con una nausea assurda, probabilmente perché in sogno c'era lui che competeva sotto il tendone e vinceva il titolo con quell'aberrante creazione, nonostante io, come giudice, l'avessi bocciata. Dopo un anno di convivenza, posso ufficialmente dichiarare che Mattia Zingaretti non sa cucinare. E mi toccherà dargli ripetizioni. Tipico.

Io e te 3 - Io e te è semplicemente complicatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora