"Devi fidarti di lui".

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Mi trovavo in quella che, il centauro Chirone, mi aveva detto di chiamare "Casa Grande".
Il ragazzo dai capelli corvini era venuto con noi, secondo il centauro doveva assistere al nostro colloquio.
Fantastico, ero riuscita a farmi convocare da Chirone nel primo giorno di permanenza al campo.
Ora mi trovavo in una stanza tappezzata di fotografie e vecchi dischi in vinile.
Alla parete notai subito la fotografia di due ragazzi che avevo già visto.
Una era la biondina dagli occhi di pietra, e l'altro era...il guerriero che ci seguiva.
Lo guardai per un po', senza farmi notare.
Nel silenzio tombale, udii come un sussurro.
"Devi fidarti di lui, siamo una famiglia", disse la voce.
Si trattava di un uomo.
Era calmo, e il suo tono di voce sembrava cullarmi con delicatezza, come le onde del mare una barca.
Gli altri non diedero segno di averla sentita, ma nella mia testa era nitida e precisa.
Rimasi per un po' di tempo a fissare il vuoto quando mi accorsi che Chirone si era, contro ogni legge della fisica, messo a sedere su una sedia a rotelle.
"Se non vi spiace mi sono accomodato, vi converrà fare lo stesso" disse.
Il ragazzo sedette su di un divanetto, e io feci lo stesso.
Sembrava scrutarmi come se, la mia presenza, risvegliasse in lui una sensazione di rancore, o forse di rabbia.
"Madeleine, siamo qui perché il tuo arrivo al campo è stato sorprendente quanto inaspettato." disse guardando fuori dalla finestra.
Si stava facendo buio.
"I-io non riesco a capire" dissi, "cosa c'è che non va?"
Il centauro guardò il ragazzo, inscenando una sorta di dialogo silenzioso.
Quest'ultimo prese la parola.
"Avrai certamente sentito parlare della seconda guerra mondiale..."
I suoi occhi verdi sembravano leggermi l'anima.
"Devi fidarti di lui..." continuavo a pensare a quella voce, non so cosa avesse di attraente, ma avrei tanto voluto sentirla di nuovo.
Mi limitai a rispondere "si".
"La vera storia va ben oltre la versione riportata nei libri.
Si narra che il conflitto sia nato a causa di sue semidei, due figli di due dei pezzi grossi." rivolse lo sguardo a Chirone, ma solo per pochi secondi.
"Zeus..." continuò, "Poseidone e Ade" lo interruppi io.
Lui annuì.
"Dopo la famosa tragedia i tre stipularono un patto", fece una pausa.
"Non avrebbero più avuto figli dai mortali, per impedire che una situazione come quella passata potesse ripresentarsi".
Non capivo.
Feci per parlare ma Chirone mi interruppe.
"Nonostante ciò il patto non venne rispettato. Zeus ebbe una figlia, Thalia Grace, e Giove, la sua versione romana, ebbe un figlio dalla stessa donna mortale, Jason Grace."
Rimasi a bocca aperta... finalmente riuscivo a comprendere.
"Ade, durante e dopo la grande guerra, nascose i propri figli, per proteggerli.",continuava a guardare fuori, "se Zeus avesse scoperto l'identità dei due bambini li avrebbe sicuramente uccisi."
Rabbrividii.
Possibile che un dio potesse essere tanto crudele?
"Se quello che dite è vero vuol dire che...", non riuscii a finire la frase.
Chirone aggiunse:"tuo padre, Poseidone, ebbe un figlio."
"Un figlio?" pensai.
Il centauro rivolse lo sguardo al ragazzo che sedeva vicino a me, sembrò sorridere.
"Il suo nome è Percy Jackson, ed è tuo fratello."
Mi girai a guardare Percy nello stesso momento in cui lui fece lo stesso con me.
Spalancai gli occhi; avevo un fratello...
"Gli dei non accolsero Percy a braccia aperte, anzi..." continuò Chirone.
"Poseidone dovette insistere per far tenere in vita suo figlio, nonostante lui si sia dimostrato, e continua a dimostrarlo, degno. E non solo, ha combattuto per salvare il mondo e l'Olimpo più volte, mettendo a rischio la propria vita" disse con un'espressione malinconica in volto, come stesse vedendo delle vecchie foto di famiglia.
Guardai Percy.
Mio f-fratello aveva davvero fatto tutto questo?
"Zeus ha impiegato molto tempo per abituarsi alla mia presenza..." disse Percy, "non so come possa reagire alla tua comparsa, né se nostro padre verrà punito..."
Mi si strinse lo stomaco.
Ero davvero così indesiderata?
"Il nostro più grande timore è che il tuo arrivo faccia inasprire di nuovo i rapporti tra gli dei, creando scompigli di ogni genere." esclamò Chirone.
Mi sentii malissimo, sapevo solo combinare disastri.
"Oltre a questo, dobbiamo solo sperare che il tuo arrivo al campo non significhi "pericolo in avvicinamento", di nuovo" aggiunse Percy.
Chirone notò la mia faccia.
Mi tremavano le gambe e il mio stomaco si esibiva in strabilianti numeri da circo, la mia faccia non doveva essere delle migliori.
"Percy, per oggi abbiamo stressato Madeleine abbastanza, portala alla vostra cabina." disse guardando mio fratello negli occhi.
"Se ci sono novità ti farò sapere."
Così si concluse la nostra piacevole chiacchierata sulle possibili conseguenze catastrofiche al mio scomodo arrivo al campo.

//la figlia di Poseidone//🌊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora