Avevamo appena superato le cabine quando una strana ragazza ci venne incontro.
Era alta più o meno come me, aveva un'espressione dolce in viso e penetranti occhi...viola (?)
Credevo che gli occhi grigi di Elisir fossero particolari, ma quelli viola li battevano alla grande.
Aveva una cascata di capelli rosso fuoco, che arrivavano più o meno alle spalle.
Era vestita in modo impeccabile.
Ne rimasi sbalordita.
Quando sei un mezzosangue che deve allenarsi 24h su 24 non fai molto caso al tuo look, ma evidentemente la ragazza ci teneva parecchio.
Aveva un paio di jeans blu scuro e una maglietta bianca che si abbinava perfettamente con le scarpe da ginnastica color panna.
"Sorellina...",disse, "...cosa state facendo?"
Sorellina?
Elisir rispose, "andiamo a fare una passeggiata, vuoi venire con noi?"
Sua sorella sorrise dolcemente e annuì.
La figlia di Atena ci guardò per un po' e poi disse, "Oh, scusate, lei è mia sorella Jade, figlia di Afrodite."
"M-ma se tu sei, cioè, Atena...",riuscii a dire prima che Klar m'interrompesse.
"Sorellastre, stesso padre ma madre diversa...rapa."
Le diedi un'occhiataccia.
Camminammo in silenzio per un po' fino a che non raggiungemmo un laghetto contornato da massi.
Le tre semidee si misero a sedere, e io feci lo stesso.
Elisir guardò Klar con insistenza fino a che non si decise a parlare.
Con aria annoiata disse, "Mi dispiace, Madeleine, non avrei dovuto dire quelle cose, ma non ti saresti mai messa in gioco se qualcuno non ti avesse provocato."
"Oh, grazie mille, davvero.", dissi sarcastica.
"Da quando è obbligatorio allenarsi?", aggiunsi, "Nico mi ha det-..."
"Hai dei grandi poteri",disse la figlia di Atena, "è bene che tu impari a controllarli."
Stavo per chiederle come facesse a saperlo ma poi ricordati del mio eroico ingresso al campo, e mi incupii.
Jade sembrò leggermi nella mente.
"Quello che è passato è passato", mi disse sorridendo.
Annuii guardando la superficie del laghetto.
"Ora sei qui, hai delle amiche e un posto sicuro dove vivere...non sarai mai più sola" aggiunse Elisir.
Klar si limitò ad annuire.
Apprezzai lo sforzo.
Sorrisi anche io.
Mi sentivo a casa, per la prima volta dopo tanto tempo.
A rovinare quel momento commovente ci pensò il mio stomaco, che prese a brontolare sonoramente.
Klar disse: "Sarà meglio andare a pranzo, muoio di fame anche io."
Mi guardò, e per un secondo credetti di vedere un sorriso al posto del solito ghigno.
Arrivammo alla mensa.
Centinaia di semidei erano seduti su di una ventina di tavoli di legno e mangiava di gusto.
Alcuni aspettavano in fila il proprio turno per avvicinarsi ad un braciere.
"Dobbiamo metterci anche noi in fila?", chiesi.
"Si. È una buona abitudine bruciare un po' del proprio pasto in onore degli dei,apprezzeranno di sicuro."
"Non devi fare altro che gettare nelle fiamme qualcosa di commestibile e pensare ad una divinità a cui donarlo, come tuo padre."disse Klar.
Presi un po' di pizza e mi avvicinai al braciere.
Ne gettai un pezzo alle fiamme e pensai a mio padre.
"Poseidone, questo è per te, spero che ti piaccia. Purtroppo non conosco i tuoi gusti, ma la pizza piace a tutti!", pensai.
Il triangolo di pizza bruciò ed emanò un profumo delizioso.
Mi voltai a guardare le mie amiche che avevano preso posto a sedere,
ognuna su un tavolo diverso.
Venti tavoli, venti cabine, venti genitori divini.
Dovevo solo cercare il mio tavolo, il tavolo di Poseidone.
Lo trovai, purtroppo.
Percy sedeva già sulla panca di legno, trangugiando il cibo come chi è stato costretto a mesi e mesi di digiuno.
Ignorai il fatto che si stava parlando anche del MIO tavolo e chiesi, "posso?"
Lui alzò lo sguardo.
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//la figlia di Poseidone//🌊
FanfictionIl campo mezzosangue, casa di tanti semidei, si stava godendo un po' di meritato riposo dopo le numerose guerre che aveva dovuto combattere. Tutto sembrava tranquillo, ma un giorno una mezzosangue arrivò al campo, e tutto cambiò...