7-la mia ragazza

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Un bambino gli chiede:
Puoi portare tre cose su un isola deserta, chi porti?

Federico ci pensa un istante e poi dice:
Beh innanzitutto un pallone, quello non può mancare, poi i miei cani, e la mia ragazza.

-la sua che cosa?!- esclamo io mentre mi alzo dalla sedia
-la sua...ragazza- mi risponde Andrea
Non posso evitare di fare una faccia sconvolta, tutti appena capiscono la situazione abbassano la testa. Tranne Paulo che mi guarda ancora.
-ti giuro che nessuno di noi sapeva niente- mi dice mio padre, che mi sta abbracciando.
-stronzo che non è altro! Perché mi fa questo?! Perché non mi ha detto niente?! Perché...- non riesco a finire la frase che scoppio a piangere tra le braccia di mio padre.

Ora me ne torno a casa, ho bisogno di stare sola a pensare e deprimermi. Non capisco, ci diciamo tutto, viviamo praticamente insieme e ci vogliamo bene. Perché mi ha fatto questo?! Perché mi ha mentito?! Basta farsi domande ora, fanculo Federico.
Sono sul divano da mezz'ora, ed è mezz'ora che piango e mi chiedo perché Federico mi abbia fatto questo.
Ad un tratto sento suonare il campanello, ho chiuso la porta a chiave almeno nessuno entra a rompermi i coglioni. Mi alzo e vado ad aprire, è mio padre.
-mi dispiace Cleo- mi sussurra-ho un impegno con la squadra, ti dispiace se vado?- dice mentre posa il borsone.
-no, tranquillo, vai pure. Io sto qui a casa a deprimermi-
-perché non vai a farti una cavalcata?- mi dice mio padre mentre esca di casa.
È una settimana che non tocco la sella,  mi farà bene cavalcare, aiuta a distrarsi e poi loro sono l'unica cosa che mi rimane.
Prendo Rain, razza Paint, la più tranquilla. Butto su il sottosella e dopodiché metto la sella e briglie.
Finito di prepararlo salgo su e inizio a passeggiare in giro per le strade di Torino, scelgo un posto poco affollato almeno c'è più spazio.

Dopo due ore a passeggio decido di tornare a casa, sistemo la cavalla e la lascio nel grande campo.
Rain è la più grande, non che sia vecchia, anzi, ha dieci anni.

Torno in casa, mi cambio i vestiti e torno sul divano, si sono fatte le 19:30 e penso che guarderò un pò di TV.
Mentre guardo la mia serie TV preferita, Merlin, suona il campanello e appena apro mi trovo davanti Paulo.
-posso entrare?- mi domanda
-si, ti serve qualcosa?-
-no, sono venuto solo a vedere come stai-
-come vuoi che stia, na merda-
-si vede, hai gli occhi rossi di pianto. Vuoi che rimanga qui oppure me ne devo andare?-
-come vuoi, se non hai da fare con la tua tipa puoi anche rimanere-
-non ho più la tipa, mi aveva tradito e quindi l'ho lasciata-
-oh mi dispiace-
-nah, ora sono libero di fare quello che voglio. Quindi resto?-
-si dai, ho bisogno di compagnia-

Io e Paulo siamo sul divano a guardare un film e siccome sta arrivando l'inverno, non manca la coperta.
-quando tornerà Federico cosa pensi di fare?- mi domanda mentre prende i pop corn
-non ne ho la più pallida idea- dico io

Paulo è in bagno e io sto finendo di guardare il film e suona un altra volta il cazzo di campanello.
Vado ad aprire e mi trovo davanti lui.
-ehi, che fai?- mi chiede tranquillo, consapevole di quello che ha fatto
-brutto schifoso perché non mi hai detto che sei fidanzato?! Eh!? Io ho dormito con te, ho passato le giornate intere con te!! E sei fidanzato!!- urlo come non mai.
-non è come pensi, stai calma- mi dice alzando di poco le mani
-io non sto calma va bene!? Mi hai usata coglione!!-
-stai calma ho detto!-
-no!! Dimmi come si chiama!! Eh?! Chi è lei!!-
-sei tu!! Ho usato il termine sbagliato va bene?! Sei tu la mia ragazza!! Anche se non siamo fidanzati!! Va bene?!-
-Federico non dire cazzate!! Ora vattene da casa mia!!-
-no!!-
-vattene!! Esci dalla mia vita!!-
Finito di dire questa frase tra noi c'è silenzio, ci guardiamo e noto che Fede ha gli occhi lucidi.
-va bene, me ne vado- dice con tono rassegnato.
Esce sbattendo la porta, mi giro e in quel momento mi rendo conto che Paulo ha assistito a tutta la discussione. Si è avvicinato a me e ora cel'ho davanti, talmente vicino che sento il suo respiro caldo e calmo.
Mi stringe a sé e io cado in un pianto atomico.
-ci sono io tranquilla, ora va tutto bene. Si risolverà tutto- mi sussurra

Mi sveglio sul divano e di Paulo non c'è nessuna traccia. C'è solo un biglietto sul tavolino davanti al divano.
Sono andato a prendere la pizza, torno fra dieci minuti.
Paulo
Ah grande Paulino, ci voleva una bella pizza. Dopo questa giornata di merda è il minimo.

Finiamo di cenare e ho chiesto a Paulo se rimane a farmi compagnia tempo che torna mio padre.
Ci eravamo appisolato sul divano ma il campanello suona per l'ennesima volta.

A tutta Joya•Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora