11-hai paura vero?

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Alzo lo sguardo e mi vedo Benjo davanti.
-si può sapere cosa ti salta in mente?!- esclamo senza alzare troppo il tono di voce.
-allora, sarò breve. Non fare mosse false, o il tuo amichetto farà una finaccia, se non puoi essere mia non lo sarai di nessun altro- mi dice Benjo con aria soddisfatta.
Siamo a pochi centimetri l'uno dall'altra e prima che possa fare qualcosa gli premo il nervo del collo con la mano, in modo da fargli perdere i sensi.
Riesco a malapena a mettere Paulo in macchina, pesa un bel pò, gli tolgo la freccetta, accendo il motore e mi dirigo a casa di Fede. Meglio andare da lui, mio padre non sa e non deve sapere niente di questa storia.
Mentre guido ripenso a ciò che ha detto quel maniaco e decido di staccarmi da tutto e tutti, specie da Paulo. Non voglio che rischi la vita perché il mio ex è un pazzoide.
Penso a tutto ciò che ho passato con Benjo, all'inizio ci amavamo ma dopo per lui è diventata ossessione. Così dopo un anno l'ho lasciato.
Andare in America è stato l'errore più grande della mia vita, ero troppo giovane e non mi rendevo conto di ciò a cui stavo andando in contro.

Arrivo a casa di Federico in meno di un quarto d'ora e lo chiamo in modo che possa prendere Paulo e portarlo dentro.
Gli spiego tutta la storia dall'inizio e lui ci rimane a dir poco male.
-quindi cosa pensi di fare ora? Vuoi abbandonarci tutti?- mi chiede Fede mentre i sui occhi minacciano di piangere.
-no Fede non lo farei mai, devo solo stare più attenta, non è come pensi. Benjo sarebbe capace di scappare dal carcere di Alcatraz, mandarlo in prigione non servirà a nulla, anzi, peggiorerà le cose-
-e cosa farai, ti rimetterai con lui?!- esclama alzandosi dal divano.
-no, mai. Non gli darò questa soddisfazione, dobbiamo solo prepararci a una lunga battaglia, questo è solo l'inizio. Qua rischiamo tutti la vita, Benjo conosce più gente che un'organizzazione mafiosa gli farebbe un baffo-
-vabbè, vedremo come andrà a finire. Piuttosto, Paulo tra quanto si sveglierà?-
-a momenti-

Aspettiamo qualche minuto e tra noi cala il silenzio, finché Paulo non inizia a muoversi.
-Paulo, sei sveglio?- gli chiedo con tono dolce e tranquillo, questo tipo di nestesia provoca nervosismo.
-si ma mi fa male la spalla- dice con voce rauca.
-tranquillo, va tutto bene-
-si può sapere cosa è successo?!- esclama mentre cerca di alzarsi dal divano.
-ehm...io vado in bagno- dice Fede, per poi darmi un bacio in fronte.
-state insieme?- domanda Paulo non appena Federico lascia la stanza.
-no, ti ho già detto di no-
-ma cosa è successo?-

Ho spiegato tutto a Paulo e lui è a dir poco sconcertato, non lo vedo impaurito, come se avesse accettato la sfida.
-tranquilla, Benjo non farà del male a nessuno, tanto meno a te-
-ma non sono io a preoccuparmi, sei tu. Non me lo perdonerei mai se ti accadesse qualcosa- gli dico tutto d'un fiato e solo dopo qualche istante mi rendo conto di cosa abbia detto.

Abbiamo deciso di dormire tutti e tre insieme, ho dato a Paulo un rimedio per la spalla e gli è quasi passata del tutto.
Nonostante la situazione l'abbiamo presa a ridere, sfottendo quello psicopatico come non mai. Non abbiamo paura.

Fede dormirà sul divano che si trova in camera mentre io e Paulo sul letto, in modo che Paulo non stia scomodo con la spalla.
Mi giro subito verso la finestra, dando le spalle a Paulo, non voglio che pensi che tra di noi ci sia un rapporto "speciale".
Passa circa mezz'ora e sento Federico dire qualche parola senza senso, lo fa sempre appena prende sonno.
Sento Paulo girarsi in continuazione finché non poggia un braccio sul mio corpo, sento il suo pollice accarezzarmi il collo.
-Paulo, no- gli dico mentre mi metto a sedere sul letto.
-hai paura vero?- mi domanda mentre mi accarezza i capelli.
-si, tanta-
-ti prometto che finirà tutto presto-

Alla fine ci siamo addormentati abbracciati, non so come ma mi sento protetta tra le sue braccia, sono un posto caldo e coccoloso.
A svegliarmi sono le sirene della polizia, riesco a leggere l'ora sul telefono e sono le cinque.
-cosa succede?!- esclamo senza staccarmi da Paulo.
-hanno arrestato il matto- mi dice Federico tutto euforico.
-oh cazzo- è l'unica cosa che riesco a dire.
-lo porteranno in un carcere in America, non lo rivedremo più- mi dice sorridendo.
-non pensare che sia finito tutto eh- dico guardando fuori dalla finestra, ha pure nevicato.
-vabbè che cazzo ti frega! Ora godiamoci la vita!!- dice Fede per poi ributtarsi sul divano.

-ce ne siamo liberati nel giro di una notte, che ti dicevo io?!- mi sussurra Paulo con il suo fiato caldo e tranquillo.
-avevi ragione- dico sempre sussurrando, gli sorrido e lui ricambia.
Ci riaddormentiamo e ci svegliamo alle undici.

-ooooh alle due ci sono gli allenamenti!!- urla Federico
-quante volte ti ho detto di non urlare?!- esclamo mentre lo rincorro per casa.

A tutta Joya•Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora