13-chiarimenti

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Torniamo in albergo e non riesco a togliermi dalla testa l'immagine di Paulo senza maglia, questo ragazzo mi confonde.
Sto camminando per il corridoio e sento una mano che mi fa girare, è di nuovo Paulo.
-Hei vieni a cena in camera mia?- mi domanda facendo gli occhi dolci.
-no, devo dormire-
-perché mi eviti?!-
-non ti sto evitando!!-
-allora vieni da me-
-Paulo è mezzanotte passata e non ho voglia di mangiare va bene?!-
-senti, te lo chiedo con calma, mi spieghi perché sei così ostile ultimamente?-
-non sono ostile, ho sonno e basta farmi il terzo grado ok?!-
Inizio a camminare verso la mia stanza e noto che Paulo mi sta seguendo.
-perché mi segui?!- esclamo alzando gli occhi al cielo.
-non ti sto seguendo, la mia camera è vicino alla tua- mi dice esasperato.
In effetti ha ragione, io ho la camera 105 e lui la 102.
Entro in camera sbattendo la porta e dopo tramite lo spioncino vedo che Paulo di non c'è, menomale va.
Mi metto il pigiama e un istante prima che mi metta sul letto qualcuno bussa alla porta. Se è Paulo lo ammazzo.
-chi è?!- esclamò non vedendo nessuno dallo spioncino.
-sono papà, volevo darti la buonanotte-
-oh aspetta che ti apro-
Apro la porta e qualcuno mi tira in mezzo al corridoio, Paulo. Vedo mio padre e l'intera squadra guardarmi.
-ma che bel pigiama- mi indica Miralem per poi scoppiare a ridere.
-papà non me l'aspettavo da te!- esclamo fulminandolo con lo sguardo e lui risponde alzando le braccia e dicendomi di parlare con Paulo.

Paulo mi ha trascinato in camera sua con l'aiuto di Andrea, mio padre e Mario. Eh si, ho opposto resistenza.
Ora sono chiusa in camera con Paulo.
-ecco ora sono qui con te, vai, dimmi tutto- dico buttandomi sul letto.
-innanzitutto voglio dirti che sei bellissima anche con il pigiama a stelline- dice sorridendo
-e si illuminano al buio- aggiungo, fiera di ciò che indosso.
-ora parliamo seriamente, perché mi tratti così?- mi chiede sdraiandosi vicino a me.
-perché ho paura di quello che potremmo diventare, da quando sono tornata con mio padre ho deciso di non legare con nessuno a eccezione di Federico, solo con lui mi sento a mio agio e sono certa che non mi abbandonerà mai-
-perché hai paura di ciò che potremmo diventare?-
-perché ho paura di amare di nuovo, con Benjo è finita male e ho paura che possa fare qualche pazzia-
-aspetta hai detto che hai paura di amare di nuovo, in che senso?-
-che non voglio innamorarmi di nuovo-
-posso farti un'ultima domanda?-
-si, vai-
La tensione sta aumentando tra noi due, Paulo è curioso e io imbarazzata. Ho paura della domanda che sta per farmi.
-tu, in questo momento, mi ami?-
Questa domanda mi ha spiazzato, che gli devo dire? Che lo amo e che francamente senza di lui non vivo?
È il momento di rispondere.
-non lo so- dico, che risposta di merda che gli ho dato.
-guardami negli occhi- dice prendendo il mio viso tra le mani.
-Paulo no ho paura-
Una lacrima mi riga il volto e non capisco perché non gli ho detto che lo amo. Mi stacco da lui e mi appoggio al muro, ho paura quando la gente mi costringe a guardarla.
-Hei non piangere, non c'è bisogno- mi sussurra mentre mi viene incontro lentamente.
-non devi avere paura di me- continua a dirmi quando ormai siamo a un palmo di distanza.
-Paulo mi dispiace ma in questo momento non voglio parlare di questo-
-va bene, prenditi il tempo che vuoi-
Dice sorridendo leggermente.
-grazie Paulo. Possiamo dormire ora? Per favore- dico abbozzando un sorriso.
-certo, dormi con me?- mi domanda mentre si sdraia sul letto.
-si, rimango con te-

Paulo ha scritto a mio padre che abbiamo risolto e che dormirò con lui.
Mi abbraccia da dietro con le sue braccia forti.
-stai calda?- mi domanda sussurrando.
-si, sei caldo e comodo-

Ci svegliamo alle sette, alle otto bisogna stare fuori dall'hotel per prendere il pullman per Torino.
-cazzo Paulo sbrigati!! Io vado in camera a prepararmi- esclamo quando vedo che ore sono, non gli do il tempo di rispondere che esco dalla camera.
Mi metto la tuta della Juve e ritorno da Paulo a vedere se è pronto. Intanto chiamo mio padre per dirgli che sono viva e che tra poco scendo.
-Pauloooooo!!- urlo appena entro nella sua stanza.
-sono pronto, che cazzo ti strilli!-
-sbrigati che manchiamo solo noi!!-
Lo prendo per un polso e inizio a correre verso l'uscita. In trenta secondi siamo sul pullman.

A tutta Joya•Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora