-hei Cleo tutto apposto?- domanda Mattia, probabilmente perché ero in uno stato di trance.
-si, tutto apposto. Ora devo proprio andare, ci vediamo-
-certo, magari dopo passo per un saluto- mi da un bacio sulla guancia e entra negli spogliatoi.Sono chiusa in ufficio da circa un ora e sta iniziando a mancarmi l'aria.
Sto vagando per i corridoi in cerca di un pò d'acqua, mi gira la testa e vedo tutto doppio.
-Hei tutto bene?- sento dire da qualcuno davanti a me ma non riesco a distinguerlo. Sento le forze lasciarmi e due braccia salvarmi da una caduta a terra.Mi sono svegliata in quella che credo sia la stanza dei massaggi. Sono tra le braccia di qualcuno.
-ehi Cleo stai bene?-
È Paulo, mi sta facendo delle carezze sulla testa e mi sta guardando con i suoi occhi meravigliosi.
Mi sta passando per la testa il momento in cui ho incontrato il suo sguardo per la prima volta, era tutto sudato e anche abbastanza imbarazzato, i suoi occhi però splendevano come sempre.-ehi!- esclama ancora
-ah sisi sto bene, credo. Cosa è successo esattamente?-
-beh non c'è molto da spiegare. Stavo andando alle macchinette e ti ho visto che camminavi a stento e quando sono arrivato da te sei caduta tra le mie braccia- dice accennando un sorriso.
-puoi portarmi da mio padre?-
-si, certo-Mi ha presa in braccio e mi sta portando di fuori, tra di noi è calato il silenzio.
-posso sapere perché lo fai?- gli chiedo senza guardarlo.
-cosa?-
-perché sei così dolce nei miei confronti? Due giorni fa hai detto che avresti rinunciato a me. Ora sono tra le tue braccia-
-perché quel "ci rinuncio" era frutto della mia rabbia nei tuoi confronti. Mi mandi il sangue in ebollizione- dice sorridendo. Cazzo, quel sorriso. A me mi fa bollire il sangue col suo sorriso.
-non sai quanto me lo fai bollire te- sussurro facendogli una carezza.
Lui si limita a girarsi verso di me e a sorridere come solo lui sa fare.Arriviamo fuori e mio padre ci viene subito incontro.
-cosa è successo?- domanda
-solito calo di zuccheri- spiego scendendo dalle braccia di Paulo.
-dovresti andare a casa. Io però non posso accompagnarti, ho una conferenza importante-
-la accompagnerò io, rimarrò con lei finché non ritorni- dice Paulo mettendomi le mani sulla vita.
-va bene. Penso di ritornare per stasera- dice mio padre per poi darmi un bacio in fronte e andare verso gli spogliatoi.Cleo_bff
@paulodybala potresti farmi anche vincere ogni tanto!❤ #piccolostronzo
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-ho perso ancora!- esclamo buttando il joystick sul divano.
-dai è un gioco! Ti incazzi per ogni cosa!- esclama Paulo posando anche lui il joystick, ma con più delicatezza.
-parla quello che se subisce goal ne fa un dramma!-
-sei un casino Cleo- dice sdraiandosi con la testa tra le mie braccia.
-siamo un casino, siamo-Siamo rimasti accoccolati per dieci minuti buoni, in un silenzio quasi totale, si sentono solo i nostri respiri.
-sono tornato!- urla mio padre sbattendo la porta come solo lui riesce a fare.
-devo dirvi una cosa importante, non è sicuro al cento per cento ma ve lo dirò comunque- continua mio padre.
-vai, di che si tratta?- chiede Paulo che di trova ancora tra le mie braccia.
-forse, dico forse, Mario Mandzukic lascerà la Juventus-Mi sono alzata di scatto e ora sono in piedi davanti a mio padre. Si sta alzando anche Paulo, non si sa chi sia più scioccato.
Una lacrima scende sul mio viso, ma non è una lacrima di tristezza. Ora Mario mi sente.-vado a parlargli-
Salgo nella macchina di mio padre ma prima che possa partire sale anche Paulo.
-Cleo non fare cavolate- esclama
Non lo ascolto, fino a casa di Mario è tutta una corsa.Arrivati a destinazione esco dalla macchina e inizio a correre per il vialetto, Paulo invece mi sta rincorrendo.
-Mario!- urlo una volta dentro la casa.
-che c'è?!-
-è vero che te ne vai?- la mia voce si abbassa e il mio respiro torna regolare.
Mario non risponde, anzi abbassa la testa e non mi guarda.
-bene, chi tace acconsente, dice il detto, no? Sappi solo che non ti fermerò, ne mi opporrò alla tua decisione. Ma potevi almeno dirmelo, dovevo scoprirlo da sola quando lo avrebbero detto i giornali? Stavolta hai toppato-
-Cleo per favore, non complicare le cose-
-ah io complico le cose?-Me ne sono andata via da quella casa, Paulo ora mi sta portando a casa sua.
-stai meglio?- domanda mettendomi una mano sulla coscia.
Mi limito a sussurrare un "più o meno" e a mettere la mia mano sulla sua.Arrivati a casa ci mettiamo un pò a riposare. Domani si parte anche per milano, c'è inter-juve e se non vinciamo siamo fottuti.
Ci mettiamo sul letto, io mi giro subito dall'altro lato e spero che Paulo non mi abbracci o mi dia attenzioni, voglio stare sola e in silenzio.
-ehi Cleo- la sua voce spezza il silenzio che si era creato.
-dimmi-
Non mi ha risposto, ha solo sorriso e si è girato verso di me.
-ehi Pau ci sei?-
-si, ci sono-Siamo rimasti a guardarci per non so quanto tempo, poi l'ho guardato addormentarsi.
Ci siamo svegliati ora, non abbiamo la più pallida idea di che ore siano visto che il suo cellulare è scarico e il mio è al piano di sotto.
-ho fame- dice appena accende la luce della stanza.
-eh cosa vuoi che ti dica?-
-andiamo a fare un giro?-
-va bene-Siamo usciti di casa ora, fa un freddo cane e sono le due di notte. Per strada non c'è quasi nessuno, ci stiamo tenendo per mano e stiamo camminando verso non so dove.
-questo posto mi ricorda qualcosa- dice guardandosi intorno, per poi sorridermi.Ci troviamo esattamente davanti al ristorante dove ci siamo baciati la prima volta. Ovviamente è chiuso e l'unica luce presente è quella del lampione qui vicino.
Spazio autrice
Mi scuso umilmente se aggiorno a sbalzi ma alcune volte sono al verde con le idee o per il semplice fatto che mi dimentico.
Spero questo 19°capitolo vi piaccia!
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A tutta Joya•Paulo Dybala
FanficCleo Buffon, figlia del portiere numero 1 della Juventus, ha iniziato a lavorare nella società in cui lavora il padre. È una ragazza apparentemente tranquilla ma facilmente irritabile. Incontrerà il numero 10 Paulo Dybala, e se nonostante infinite c...