capitolo 9.

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Mi sveglio di soprassalto a causa dell'assordante squillare di una tromba. Sembra un suono piuttosto insistente e mi viene il dubbio che possa essere un allarme.

Decido di andare a controllare, così mi infilo una vestaglia e nuoto verso la finestra.

La città sotto di me è in fermento, ognuno corre per le strade e si chiude dentro la prima struttura disponibile che trova. Dei bambini piangono mentre le madri cercano di trascinarli via. Alzo gli occhi e noto con orrore che l'acqua sopra di me si sta colorando di un intenso rosso sangue.

Mi rendo conto della gravità della situazione e mi precipitò in corridoio per cercare le altre ragazze e chiedere spiegazioni.

In corridoio nuota una sirena bionda con la coda rosa, che non appena mi vede mi viene in contro e mi schiaffa in mano un grumo di stoffa colorata e un microfono. «Oggi scopriremo che sai fare» mi informa con aria grave, prima di sfrecciare via.
Ma cosa vorrà dire?

Non ho tempo di rifletterci sopra, e per di più sto cedendo a un attacco di panico, così mi cambio in fretta e furia indossando gli abiti che mi sono appena stati consegnati. Si tratta di un vestitino imbarazzantemente corto e con una scollatura vertiginosa.

Devo seriamente uscire conciata così in mezzo a questa confusione? Ma scherziamo?

Sto per indossare di nuovi la mia comoda camicia da notte che di sicuro è più guardabile di quello che ho addosso ora, quando mi raggiunge Hanon tutta trafelata.

«cosa ci fai ancora qui? Pensavo fossero usciti tutti! Muoviti!»

Mi afferra il polso e mi trascina via, e mentre corriamo giù per le scale colgo l'occasione di chiedere spiegazioni.

«qualcuno può dirmi cosa sta succedendo?» grido per sovrastare il frastuono provocato dalla folla giù in strada.

«siamo sotto attacco! Non c'è tempo di spiegarti, ormai tu devi venire con me e... oh, vedo che ti sei già cambiata, ottimo.»

Apre una porta a lato del corridoio e mi lancia all'interno della stanza, poi segue chiudendo a chiave la serratura.

Dentro ci sono già sei sirene sedute attorno a un tavolo, fra cui quella viola che ho conosciuto ieri e la biondina di prima.

Mi fissano tutte e un innaturale silenzio ci circonda.

Hanon prende la parola: «lo so che non dovrebbe essere qui, ma non avevo tempo di portarla fuori» si giustifica.

La ragazza in rosa sbuffa: «lei deve essere qui! È la sirena arcobaleno della leggenda, lei ci salverà tutte».

Sento montare dentro la rabbia: «COSA?? Sono qua sa meno di un giorno e già mi dire che devo salvare un intero popolo di sirene? Ma cosa volete da me?»

«ha ragione» prende la parola una tipa arancione. «non ha nemmeno una perla»

«non le serve la perla! Sono sicura che canta benissimo anche così. Andiamo, non c'è tempo da perdere!» insiste la sirena in rosa.

«di che perla state parlando?» chiedo cercando di mantenere la calma.

«e va bene, facciamo così.» interviene una ragazza vestita di verde. «alzi la mano chi pensa che lei sia in grado di combattere.»

«COMBATTERE??» alzo la voce, guadagnandomi qualche sguardo di rimprovero.

Ignorano tutte la mia domanda e votano. Alzano la mano in quattro, mentre in totale sono 7.

Hanon, la ragazza arancione e una sirena dalla coda gialla a quanto pare sono contrarie.

«Coco... anche tu?» chiede delusa quella rosa.

La ragazza in giallo, Coco, abbassa lo sguardo. «Luchia... Mi dispiace ma io non voglio metterla in pericolo, non sa neanche cosa deve fare.»

Grazie a Dio qualcuno che sta dalla mia parte!

La ragazza in verde prende di nuovo la parola «beh non ha importanza quello che pensate voi tre, la maggioranza ha parlato, Abby viene con noi.»

Sto per esplodere. Non capisco come possano obbligarmi a fare questa cosa senza neanche considerare le mie domande!

«io non vado da nessuna parte e voi non potete costringermi a...»

Il mio strilli viene interrotto da un violento scossone del pavimento sotto di noi. Soffochiamo tutte e otto un grido di spavento mentre l'aria attorno a noi si surriscalda e il muro si riempie di crepe, d'improvviso un'intensa luce rossa penetra dalle finestre e una risata agghiacciante ci attraversa le orecchie.

D'un tratto le ragazze scattano in piedi e si precipitano fuori dalla porta trascinandomi con loro senza darmi la possibilità di oppormi.

Mi trovo in mezzo a loro come nel letto di un fiume in piena che scorre inesorabile verso una cascata a picco sugli scogli appuntiti.

Non so cosa stia per succedere, ma sono certa che qualsiasi cosa sia non possa essere nulla di buono.

Il Lamento Del NarvaloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora