capitolo 12.

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Concludo soddisfatta la canzone mentre mi ricordo dove mi trovo. Devo aver fatto un figurone! Sono sicura di aver fatto scappare quella bimbetta a gambe levate!

Riapro finalmente gli occhi.

Attorno a me tutto è calmo. È tranquillo, non c'è anima viva.

Oh no, ma che è successo? Li ho forse uccisi tutti? Sono così tanto potente?

Comincio ad agitarmi ma una parte di me è al settimo cielo, io ho fatto tutto questo! E chi lo avrebbe mai detto?

Però... Devo ritrovare le altre, spero di non averle polverizzate con il mio canto superpotente.

Entro nel palazzo dove ho dormito negli ultimi giorni. Sento delle voci ovattate provenire da qualche stanza al secondo piano... seguo il rumore e presto mi ritrovo in sala da pranzo.

Sono tutte sedute attorno al tavolo, intente a rifocillarsi.

«oh, meno male! Temevo di aver ucciso anche voi!» strillo sollevata, e corro ad abbracciarle una per una.

«uccise?» le ragazze mi guardano perplesse.

«Abby, sei stata lì fuori da sola per più di un'ora dopo che noi sette abbiamo sconfitto Eriru. Non la smettevi di cantare, abbiamo provato a chiamarti ma sembravi non sentirci nemmeno» dice Rina ridacchiando.

«io non capisco... come... da sola? Non l'ho uccisa io la ragazzina?» non è possibile. Dev'essere uno scherzo.

Hanon scoppia a ridere «ma certo che no! Sei talmente stonata che al massimo potevi romperle i timpani! Anzi, per poco non li hai rotti a tutte noi. E poi scusa, ma che canzone era quella?» chiede divertita, facendo ridere tutte le altre.

Sento il mondo crollarmi addosso.

«l'energia che sentivo, non può essere stato tutto frutto della mia immaginazione... ero davvero potente...»

Ora metà delle ragazze si stanno rotolando per terra dal ridere, mi sa che non respirano neanche più.

«Abby, mi dispiace ma credo proprio che ci siamo sbagliate sul tuo conto. Sei stata un'ottimo diversivo per questa volta ma non ci sei utile. Quando dovremo rendere sordo qualcuno ti chiameremo, contaci. Per ora è tempo di andartene»

Mi allunga i vestiti che avevo indosso il giorno in cui sono caduta in mare e mi spinge fuori dalla porta, chiudendo i battenti dietro di me.

Sono di nuovo sola.

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