Il ragazzo, assorto dai suoi pensieri, se possono chiamarsi pensieri, confusi e insensati, andò a sedersi al suo posto vicino al bancone, il solito, sempre lo stesso, ordinò un cicchetto, poi due, poi tre, sempre più bicchierini in plastica si andavano ad accumulare sul piccolo spazio riservato solo ed esclusivamente a lui; d' altronde desiderava tanto scacciare i suoi pensieri confusi ed insensati, la realtà che lo circondava da ormai due mesi lo stava letteralmente distruggendo, ma la sua mente malata sarebbe mai arrivata ad immaginare che forse quella sarebbe stata la sera in cui si sarebbe addormentato con mille rimpianti?
-"Wonho...portamene un altro.."
Il barman lo squadrò con aria più preoccupata del solito, ma perché preoccuparsi proprio adesso di un ubriacone depresso anziché tempo fa? Non lo sapeva neanche lui, da un lato gli insegnamenti di sua madre riecheggiavano con la voce della donna sì stressata, ma restava pur sempre la cosa più dolce del mondo, diceva che la cosa migliore e saggia che un uomo possa fare per sopravvivere è starsene per gli affari propri, ma Wonho dall'altra parte si sentiva codardo, codardo perché avrebbe dovuto prendere a schiaffi il suo amico e aiutarlo.
-"Allora?! Wonho portamene un altro!"
Il corvino distolse lo sguardo dai bicchieri che stava asciugando da ormai troppo tempo, guardandolo negli occhi.
-"No."
-"No?! Come sarebbe a dire 'no'?! Fai il tuo lavoro e portami un altro cicchetto, non sono in vena di scherzi."
-"Oh ma io non sto scherzando caro Namjoon, dovessero licenziarmi, ma non avrai da me un' altra goccia d' alcol."
Il povero ragazzo cercò di attirare l'attenzione di un altro barman, ma Wonho disse lui di lasciar perdere e servire gli altri clienti; Namjoon stava per perdere le staffe, oh no le stava perdendo già.
-"Maledetto me che in questi due mesi non ti ho preso a pugni contro il muro, voglio proprio vedere se ti sarebbe passata la voglia di alcol se lo avessi fatto. Namjoon, che cazzo ti prende?!"
-"Non sono affari che ti riguardano."
-"Non saranno affari che riguardano me ma per colpa delle tue puttanate stai facendo soffrire la tua ragazza..Yume, credo si chiami."
Il ragazzo sentendo il nome della sua amata abbassò lo sguardo verso i bicchierini, tutta la rabbia se n'è andata, nonostante avesse detto chiaramente a quella ragazza che non avrebbe voluto vederla più, rimaneva il ricordo di lei in lui, un ricordo bello che lo distraeva ogni notte dopo le sue bevute, le siringhe, il fumo, la tristezza.
Yume l'avrebbe salvato, ci sarebbe riuscita, ma aveva troppa paura di ferire il suo animo gentile, aveva paura per lei che sarebbe dovuta stare accanto ad un ragazzo stronzo e violento, ma si rese conto soltanto in quel momento, davanti al suo amico barman, che aveva sbagliato tutto.
Aveva infranto la promessa fatta al suo migliore amico ormai defunto, aveva lasciato Yume da sola dando per scontato che anche lei fosse distrutta, aveva fatto ancora più del male a sé stesso.
-"Namjoon?"
Stava piangendo, Namjoon stava piangendo lacrime amare, si sentiva più leggero, aveva finalmente capito.
-"Wonho...grazie."
Lasciò dei soldi, anche se non sufficienti, sul bancone e corse via con un unico obiettivo.YUME
Due mesi, perché non mi arriva ancora? Non è la prima volta che mi capita una cosa del genere, ma non so, di solito resto a secco per un mese o anche di meno, ma non per due mesi..Yume devi smetterla, non ti fa bene; saranno stati lo stress, il caldo e la stanchezza, è l' unica teoria plausibile al momento che mi gira in testa nonostante io cerchi di non pensarci.
Dopo essermi versata della Coca Cola nel bicchiere mi siedo sul divano.
-"Mh.."
Mi alzo in piedi e, allo stesso modo barbaro di Jackson, mi butto sulla sua poltrona.
-"Ecco perché la amava così tanto."
Ed io che pensavo che non aveva niente di speciale quella vecchia poltrona.
Prendo il telecomando, accendo la tv e mi metto alla ricerca di un drama da vedere, ma il campanello suona dopo i primi dieci minuti.
-"Chi è?"
Non sento nessuna risposta, decido di aprire.
L' avessi mai fatto.
-"N..Namjoon che ci fai qui?"
È davvero malridotto e mi si stringe il cuore tanto che dimentico le parole che mi rivolse l' ultima volta che ci vedemmo.
-"Voglio stare accanto alla persona che avrei dovuto aiutare da tanto tempo."
Sorride.
Cade a terra.
Le immagini di Jackson corrono una dopo l'altra.
Non può lasciarmi anche lui.E chi lo avrebbe mai detto che avrei nuovamente messo piede in ospedale, per fortuna non c'è molta gente come l' ultima volta.
Non arrivano ancora notizie di Namjoon.
Sono distrutta.
Come non detto, un dottore si avvicina con una cartella in mano.
-"Lei è..?"
-"Kim Yume, sono la sua ragazza, non credo che i genitori potranno essere presenti."
-"Signorina, rischia un'overdose, potrebbe morire o, nel migliore dei casi, finire in coma...signorina si sente bene?"
Inizia a girarmi la testa, non avevo mai provato prima d'ora la fatica di respirare, di reggere tutto.
Il buio.-"Si sta svegliando."
Apro lentamente gli occhi, sono in una stanza dalle pareti bianco latte, su un lettino con una flebo attaccata alla mano.
-"C..cosa mi è successo?"
Non c'è più il dottore di prima, seduta accanto a me c'è un' infermiera con un lungo camice blu e una mascherina in viso.
-"Signorina, lei lo sapeva?"
-"Che..che cosa sapevo?"
-"Lei aspetta un bambino, è al secondo mese."-----------------------------------------------------------
Buonasera, anche questo capitolo è arrivato. Ve lo sareste mai aspettato che Yume fosse incinta?
Anyway, anche la fine di questo libro si sta avvicinando, chissà cosa succederà..
Spero vi piaccia❤❤❤❤❤
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Dependence~ Kim Namjoon
FanfictionPer mantenere sé stessa e pagare l' affitto del suo piccolo appartamento nella periferia di Goyang, Yume lavora mattina e sera nel bar di una stazione di servizio insieme al suo migliore amico che, a differenza sua, rifornisce le auto. In quella sta...