decimo

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Era appena finita l'estenuante lezione e mi ero recata in spogliatoio per cambiarmi.

Misi i leggins e la camicetta, indossando in seguito le ormai sbiadite vans.
Addocchiai l'orologio che segnava le 17:55 circa, così decisi di aspettare Luca fuori.

Mi sedetti su una panchina, cercandolo con lo sguardo.
Si fecero le 18:12 ed iniziai a preoccuparmi.
Entrai sulla sua chat di whatsapp e l'ultimo suo accesso era datato al mese prima.
Lasciai stare, pensando che si trattasse solo di un semplice ritardo.

18:30, iniziava a fare buio, pensai di chiamare Andreas per farmi venire a prendere.
Sbloccai il cellulare che segnava l'1% di batteria: 'accidenti, devo ricordarmi di metterlo in carica' pensai mentre il telefono si spegneva sotto al mio sguardo.

Decisi, anche se titubante di incamminarmi da sola, sotto alla fioca luce dei lampioni.
Camminai a passo svelto, avendo non poca paura di percorrere molta strada da sola.

Il mio orologio segnava le 18:37 ed avevo appena iniziato a camminare.
Di questo passo sarei arrivata a casa alle sette e un quarto.
Scoraggiata ripresi a camminare.

18:42 ed ero a metà strada, quello era il tratto peggiore dato che i lampioni erano in numero ridotto e molto distanti tra loro.
Velocizzai il passo, ritrovandomi quasi a marciare.

Procedeva tutto normalmente fin quando sentì delle voci dietro di me che si stavano avvicinando.
Feci finta di niente ma aprii il mio borsone, estraendone poco dopo lo spray al peperoncino che mi regalò qualche anno prima mio padre per semplice autodifesa.

Lo impugnai con mano tremante mentre iniziai a correre.
I passi retrostanti a me si fecero sempre più vicini ed arrivata ad un angolo mi sentii strattonare per il polso.

Prontamente premetti sullo spray che però non emanò il contenuto.
Provai più volte ma niente, e disperata lo lasciai andare.
Cercai di guardare il più possibile colui che mi aveva presa per poterne riconoscere qualche dettaglio.
Purtroppo però la sua faccia era coperta da un passamontagna ed era buio.

Cercò di insinuare una mano sotto alla mia maglietta ed io, nel bel mezzo di un attacco di panico feci la prima cosa che mi saltò in mente: sferrai un calcio in faccia al violentatore.

Cercai di scappare, ma non ebbi nemmeno il tempo di muovermi che fui sbattuta al muro.
Guardai di fronte me: quattro uomini possenti ghignavano al mio sguardo impaurito.

Il primo, del quale notai solo un tatuaggio con un diavolo sulla mano, mi prese i polsi e li strinse, facendomi gemere dal dolore.

Urlai il più forte possibile ma non fu una buona idea, dato che mi presero a sberle ed a pugni.

Ebbi il tempo di vedere un ragazzo di colore aprirsi la zip dei jeans, ed allora il panico mi assalì più di qualunque altro momento..

BOOM BOOM!
COLPO DI SCENA!

Tienimi testa [Biondo]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora