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Ho sempre avuto una grande passione per l'esplorazione, per questo adoro viaggiare, prendere un aereo e andare. Sembrano passati secoli dal mio scorso volo, invece é stato solo tre mesi fa per andare a New York.
Per fortuna sono vicino al finestrino, da qui riesco a vedere tutto, il cielo é di un azzurro intenso, come la mia voglia di atterrare finalmente a Milano. Non ci credo neanch'ora, vicino a me c'è Lesly, un'altra ragazza selezionata per questo progetto. Siamo in cinque da NY, sei da Boston e due da San Francisco, sono tutte bellissime e sarà difficile batterle. Ad accompagnarci c'è Michael, si sta mostrando davvero molto gentile con me. Per quanto riguarda la scuola dovrò recuperare tutto al mio ritorno, ma per fortuna Jess e Hanna ,che ho conosciuto al corso di matematica, mi passeranno gli appunti dei corsi che abbiamo in comune.
Io e Milano. Resto incantata e immersa nel panorama che si vede dalla stanza del mio hotel, è molto diverso da New York e Los Angels, è accogliente, intima, non so come spiegare la sensazione che sto provando da quando sono atterrata qui: sono felice, stordita e in ansia. Non so davvero che aspettarmi da tutto questo!
Sono le nove di sera e abbiamo già cenato, ebbene sì, l'Italia è davvero il paese del cibo, penso di non aver mai mangiato così tanto in tutta la mia vita. Il Fuso orario si fa sentire ma domani fortunatamente inizieremo con qualcosa di tranquillo :un giro turistico delle vie principali, sia per poterci ambientare meglio, sia per poter conoscere i modelli che ci faranno da insegnanti. Dopo di che saremo libere di fare ciò che vogliamo. Domani sarà una lunga giornata, perciò non mi resta che addormentarmi per avere il massimo delle mie energie!
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Day one

-Bene ragazze, questo è il primo giorno di qualcosa che può cambiarvi la vita, ogni giorno è uno step in avanti verso il vostro sogno, ogni giorno sarà determinante per la vostra futura vittoria o sconfitta. Lo scopo di oggi è il meeting: dovrete conoscere i vostri maestri che tra poco vi raggiungeranno e infine conoscervi tra di voi! Anche se siete in competizione, vivere da sole questa esperienza non sarà la cosa migliore, perciò dovete unirvi!-
Michael sta tentando di fare un discorso profondo a quanto pare, io sinceramente sono un po' nel mio mondo, mi sembra ancora di sognare ad occhi aperti e l'odore di brioches e caffè nell'aria non aiuta: il mio stomaco mi sta letteralmente sgridando per non aver ancora fatto colazione, ma stamattina era obbligo farla tutti assieme. Vengo riportata alla realtà da una mano sulla mia spalla
-Jamie?-
Mi giro
E
Resto letteralmente
Impietrita
-Sono Cameron Dallas, un modello  del prossimo fashion show di Dolce & Gabbana, sarò il tuo insegnante-
JAMIE CONTIENITI FAI FINTA DI NON SAPERE CHI SIA, NON FARE BRUTTE FIGURE TI PREGO
-Molto piacere, dimmi che si va a fare presto colazione-
È stato il mio stomaco a parlare lo giuro
-vieni andiamo- dice ridendo
Rimango ferma immobile, non so se perché non ci posso credere o se ho una paralisi temporanea per l'ansia..
-che fai non vieni?-
Le mie gambe in un fulmine iniziano a camminare verso Cameron : figuraccia numero uno fatta! DIAMO IL VIA A UNA SERIE INFINITA DI DISASTRI
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Questa città è magnifica, abbiamo visitato le vie più importanti, l'interno del duomo ed ora stiamo aspettando di poter andare sopra al duomo. La fila é lunghissima, siamo in coda da più di mezz'ora, all'ombra e questo significa che sto letteralmente morendo dal freddo!
Cameron é vicino a me e, strano ma vero, mi sto abituando alla sua presenza, anche se non è per niente facile.
-staremo in coda per almeno altri quaranta minuti, ti va di andare a prendere un caffè mentre gli altri ci tengono il posto? Sai mi farebbe piacere conoscerti-
Sorrido come se non ci fosse cosa migliore per me in questo momento e mi affretto a rispondere di si.
-vieni, ti porto in un posto- dice prendendomi la mano e trascinandomi.
Il fatto che sia così misterioso mi piace molto, ma nonostante tutto ho deciso di non farmi illusioni e di concentrarmi piuttosto sul motivo per cui sono venuta qui, e questo non si chiama Cameron Dallas.
Entriamo in un bar, é quasi nascosto da tutto il resto, ci sono solo sette persone, di cui tre al bancone e le restanti sparpagliate per i tavolini di legno. É molto accogliente, la luce é soffusa e il muro portante é fatto di sassi bianchi.
- é il mio preferito, lontano un po' da tutto il resto, sai quando sono qui le fan sono dappertutto e per quanto io le adori a volte ho bisogno di un po' di tempo per me, allora vengo qui, con un libro è un caffè, a volte ci rimango per ore-
-leggi molto? Io amo leggere, mi permette di vivere vite che non sono la mia, la lettura é un po'  la mia bolla felice- dico tutto d'un fiato, ed è realmente così, molto spesso mi rifugio nei miei libri preferiti, è come se per un po' di tempo non vivessi più nel mio corpo, ma nella mente e nel cuore dei personaggi
-la penso esattamente come te! Leggo spesso anche se non ho molto tempo, ma quando ho un'oretta libera molte volte mi rilasso così-
Prendiamo un caffè e parliamo di tantissime cose, passioni, scuola, hobby, mi piace come persona, ma voglio conoscerlo per come è davvero e non voglio farmi influenzare dalla sua fama.
Una chiamata ci interrompe, è Michael, per avvisarci che dobbiamo tornare.
L'aria fredda si infiltra nella mia giacca di pelle semiaperta, facendomi sussultare per i brividi, il sole emana una luce fredda, filtrata da qualche nuvola.
-Sono contento che mi sia capitata tu- dice in un sussurro con lo sguardo dritto in avanti
-anch'io, spero davvero di poterci conoscere meglio-
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Abbiamo appena pranzato, la vista dal duomo era splendida, si vedeva tutta Milano, era incredibile. Come mio solito non mi sono saputa trattenere a tavola e ho mangiato più del previsto, sono nel paese con il cibo migliore e non ho assolutamente intenzione di risparmiare per quanto riguarda il cibo italiano!!
Oggi pomeriggio penso di fare qualcosa di non troppo movimentato, sono veramente stanchissima e il fuso orario non aiuta, ho dormito meno del solito e non vedo l'ora di riposarmi e dedicarmi un po' a me stessa.
Sto facendo molta amicizia con Hayley la mia compagna di stanza, è davvero simpatica, abbiamo deciso che da domani faremo pratica insieme delle cose che impareremo ogni giorno.
-Jamie, se andassimo al cinema? Un bel film e un po' di relax ci vorrebbe proprio!-
-si Hay,sarebbe perfetto! Ma come facciamo ad andarci?-
-Michael?-
-Michael.-
Vado nella mia stanza per ritoccare un po' il trucco e per mettermi qualcosa di più comodo così per accovacciarmi meglio sulle sedie del cinema. Non mi è mai piaciuto molto andarci, tutte le coppie che pomiciano, le sedie scomode e i pop corn non salati. Sono più adatta per il dolce casa, divano, biscotti e piumone caldo! Oggi stranamente però ci voglio andare, forse perché sono emozionata per tutto questo !
Michael, o meglio, il suo autista ci scorta fino al centro commerciale in cui c'è il cinema.
Con scarso orientamento cerchiamo di capire dove sia ma una specie di lampo di genio trapassa la mia mente, mi blocco e con il braccio fermo anche Hay.
-Hay, siamo in Italia, questo vuol dire che...-
- i film sono in italiano- conclude lei
-come abbiamo fatto a non pensarci?-
Iniziamo a ridere a crepapelle e tra una risata e l'altra ci ripetiamo quanto siamo state sceme per essere andate al cinema in Italia parlando solo l'inglese!
-Shopping?-
-Shopping!-
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Day two
Il suono forte della mia sveglia non mi procura un bel risveglio, ogni volta mi maledico per non cambiare suoneria, ma se la cambiassi probabilmente nemmeno la sentirei. Mi preparo in fretta, oggi iniziano le lezioni, e questo significa sfilate, portamento, camminata, sguardo, espressione ecc..
Faccio colazione ma la mia agitazione mi chiude,come al solito, lo stomaco.
-Ragazze e ragazzi, vi voglio nella sala principale tra dieci minuti!-
Finisco il mio yogurt e lavo i denti nei dieci minuti esatti, perciò arrivò puntuale nel posto che ha detto Michael
-Ciao Jamie- mi sussurra Cameron nell'orecchio
-pronta per questo nuovo inizio?-
Sono pronta? Non lo so, il mio breve esame di coscienza non ha portato una grande risposta.
-Non lo so, ma penso di sì!- rispondo sorridendo
-Ragazze oggi sarà la giornata del portamento, ciò significa che dovrete impegnarvi molto, la postura scorretta fa sembrare ciò che indossate meno bello e di certo voi avete il compito di migliorarli!Via alle danze!-
Cameron mi porge un libro - facciamo alla vecchia maniera, io ho imparato così, libro in testa e camminare!-
Me lo posiziono sulla testa e cerco di camminare nel miglior modo e per fortuna il libro non cade, peccato che sto andando ai due all'ora! Cameron mi fa accelerare mano a mano che miglioro. Andiamo avanti così tutta la mattina, fino all'ora di pranzo.
-Hay, Cam, ma solo io mi sto innamorando di questi spaghetti?-
Sono davvero deliziosi, Italia più Jamie é uguale a chili che aumentano!
-Anch'io lo ado..- Hay viene bloccata dal mio cellulare che squilla nella mia tasca, mi affretto a prenderlo e appena vedo che è mia mamma, scusandomi esco dalla sala da pranzo.
-Ciao mamma!!! Scusa se ieri non ti ho chiamato, é stato stupendo, vuoi che ti racconti?- sono così elettrizzata, penso che si stia immaginando la mia faccia dall'altra parte della cornetta. -Jamie, frena, devo dirti io una cosa, non posso più tenertela nascosta, ho fatto il possibile per non far capire nulla ne a te ne a tua sorella, ma ora che lei lo sa devi saperlo anche tu. So che non é un buon momento, sei a Milano, e sono felicissima per te, ma ti devo spiegare perché ci siamo trasferiti a New York.-
Non sto capendo di che cosa stia parlando, ma tutto questo mistero mi sta mettendo molta ansia : la lascio continuare.
- Otto mesi fa mi hanno diagnosticato un tumore molto raro al pancreas, e a Los Angeles non ci sarebbero state le cure e le ricerche adatte a ciò che mi stava accadendo, non volevo rovinarvi la vita è non volevo trasferirmi, ma ho dovuto, perché nei due mesi successivi il rumore si è ingrandito non avendo le cure necessarie, perciò tuo padre mi ha praticamente costretto e venire qui a New York, spendendo quasi tutti i nostri soldi-
Le orecchie mi fischiano, il mio stomaco si chiude e i miei occhi si riempiono di lacrime..
- non é vero mamma, non è possibile, tu sei sanissima, non è vero, lo so- dico in un mare di lacrime
-scusa se te l'ho detto ora, ma non potevo più tenerti nascosto qualcosa che nascosta proprio non poteva essere, domani ho un'operazione e le tue preghiere mi farebbero bene, non dimenticarti mai che ti voglio bene, vinci questa gara, perché sei la migliore e fatti forza ce la faremo-
La chiamata finisce.
Ritorno in sala da pranzo, ma gli spaghetti sanno di lacrime
- tutto bene?- mi sussurra Cameron all'orecchio
-Non lo so- una lacrima riga il mio volto
-vieni con me- mi prende la mano ed usciamo dalla sala da pranzo

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