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<grazie, se non fosse stato per te sarei rimasto in quella catapecchia a studiare!> esclamò calciando un sassolino, che andò a sbattere sulla gomma di una macchina.

<abbi un po' più di rispetto per tuo padre> lo ripresi, avviandomi verso la casetta del comandante.

Suonai al citofono.

<Mikasa! Eren! Entrate!> ci fece spazio, e gemette per il male alla schiena che lo torturava ogni volta che faceva un movimento brusco.
<salve vecchio! Fa sempre male la schiena?>
Il vecchio lo guardò e aunnì chiudendosi porta alle spalle.
<vi presento Levi Ackermann. Il nuovo comandante del corpo di ricerca> ci indicò il tavolino di ferro davanti la tv, sul quale era appoggiato un ragazzo alto quanto me.
Capelli da militare rigorosamente neri e vestiti perfettamente allineati.

<ciao! Lo sai che anche io mi chiamo Ackermann?> dissi entusiasta, porgendogli la mano.
<tch> mormorò stringendomela.

È uno di quei tizi apatici, con occhi di ghiaccio e la stessa espressione in volto.
Noiosi ma intriganti...

<piacere di vederti!> esclamò Eren con uno strano luccichio negli occhi.
<vado, ciao Pixis> lo salutò e se ne andò dalla porta d'entrata senza degnare il mio dolce Eren di uno sguardo.
<brusco il ragazzo> commentai sedendomi sul soffice divano.
<a cosa devo questa visita?> chiese l'ormai anziano comandante.
<volevo parlare con lei, e sapere come vanno le cose nel corpo di guarnizione> affermai afferrando il bicchiere colmo di Martini che mi porse l'uomo.

Fra due mesi compirò 18 anni, quindi posso già bere anche adesso. Se non esagero.
O meglio, grisha mi ha detto di non bere se posso.

<tutto alla grande, se non fosse per la mia vecchiaia> ammise sorseggiando dell'altro Martini dal bicchiere di cristallo.

<quel ragazzo...> mormorai non ricordandomi il suo nome.
<Levi>
<è sempre così? O solo perchè era infastidito dal nostro arrivo?>
<sempre così>
<mh> mormorai passandomi l'indice sul mento.

<comandante!> un ragazzo fece la sua entrata dalla porta d'ingresso.
<una rissa. Alla piazza maggiore! Armin, il ragazzino, le sta prendendo di nuov- oh! Ciao ragazzi!> ci salutò con la mano, conoscendoci, per la fama di Eren come attaccarisse con i bulletti.
In fretta e furia, Eren si alzò dalla sedia e corse alla piazza maggiore, credo.

Lo rincorsi richiamandolo ma non ne volle sapere.

<no! Eren!> cercai di fermarlo appena arrivò in piazza, ma mi fermò lui.
<fidati una buona volta del tuo fratellino! Lascia fare a me> disse questo e si precipitò dal suo amico.
Fratellino...

Sono sempre stata gelosa di armin. Eren si è sempre mostrato più affettuoso nei suoi confronti.
Forse perchè io sono stata l'intrusa tra i due. Sono arrivata dopo.
E li ho disturbati.

Li prese e gliele diede di santa ragione.
Non lo avevo mai visto così prima d'ora.
Questo suo nuovo aspetto, mi attira ancora di più!

<Eren! Da quando sai picchiare così?> chiese Pixis raccogliendo i ragazzi da terra.
<mi sono allenato> disse con il fiatone mentre si sgranchiva i muscoli, muovendo le braccia.

Armin era a terra.
Mi precipitai da lui, mentre Eren si vantava.
<Mikasa> sussurrò dolorante.
<shhh. Ti porto a casa> lo presi insieme ad Eren e feci come dissi.

<papà! Armin sta male. Prepara le bende e gli intrugli> esclamai entrando in casa di corsa.
Mi levai la giacchetta e mi avvicinai al ragazzo.

Lo misi sul tavolo e papà gli curò le ferite.

Il nostro piccolo noi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora