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<mi dispiace per ieri. Jean, sei abbastanza grande per andare a letto con tutte le signorine che vuoi, e non devo immischiarmi. Sono felice che tu sia già cresciuto> esclamò sua madre, strizzandogli le guanciotte.
<mamma!> la rimproverò, mangiando istericamente.
Sorrisi e mangiai la mia razione di cereali.

che bimbino

<Jean! Isael! Io vado alla dodicesima!> urlai infilandomi nella felpa.
<vieni qua> disse prima di stamparmi un bacio sulle labbra.
<grazie per ieri sera>
<prego> sussurrai uscendo di casa.

Sapevo che era la sua prima volta.
Ed è stata sublime.

Camminando per la strada, intravidi Eren assieme a Marco.
Mi nascosi dietro un un muro.
Si dissero qualcosa, prima di baciarsi.
Trattenni un conato di vomito.
Potrei sembrare omofoba, ma non è così.
È che, vedendo Eren baciarsi con un altro, mi lascia scioccata.

Mi nascosi ancora di più, per non essere vista.
In questo momento non ho proprio voglia di parlargli.
Eppure, con jean, sento di più, non so cosa sia, ma di sicuro è una specie di amore.

Un amore strano, tipo una di quelle cotte, tipo gli amori estivi.
Prima o poi passano.

<lo sai che non si spia le gente?> chiese una voce fredda, che cercava di infastidirmi.
<cosa ci fai qui, Levi?> chiesi fredda come lui.

coglione.

<ti rigiro la domanda. Tu cosa ci fai qui> mormorò spostandosi il ciuffo.

Ha davvero un bel taglio di capelli.
Petra mi ha detto, che c'è gente che sostiene che Levi si tagli i capelli col tagliaunghie.
Anche se fosse, è davvero molto bravo.

<stavo andando alla dodicesima> risposi, ammirando meglio quel taglio sublime.

<davvero ti tagli i capelli col tagliaunghie?> mi lasciai sfuggire mentre avvicinavo una mano per controllare.

certo che di neuroni in testa ne hai pochini...

Mi prese subito il polso e me lo strinse.
<non ti prendere queste confidenze con me. Sono un tuo superiore> sibilò con tono glaciale.
<vedrai, nel giro di poco sarò io al posto tuo> dissi staccando la sua presa sul polso.

tsk

Rise di gusto.

<ma se sono più grande di te di cinque anni?> esclamò ridendo.
<vedrai. Aspetta solo> mormorai allontanandomi.

Mi diressi con passo veloce verso la circoscrizione.

<sono qui, comandante!> esclamai mettendomi sull'attenti. Proprio come un vero soldato.
<in ritardo di due minuti!> urlò, camminando avanti e indietro.
Comportandosi come un sergente.
<non succederà una seconda volta, signore!> urlai rimanendo immobile con il saluto militare, identica a come quando ero arrivata.

Sentimmo qualcuno ridere.
Mi lasciai prendere dalla curiosità, voltandomi due secondi per controllare chi era.
Ritornai alla posizione, con una faccia infuriata.
<soldato Levi! In riga!> urlò Pixies.
<ma non sono più un soldato. Sono un comandante> disse spaventato.
<in riga!> urlò più forte della prima volta.

la situazione si ribalta eh?

Spaventato corse vicino a me.
Si mise nella mia stessa posizione.
<mpf> mi scappò da ridere.
<cosa ridi?> esclamò prendendomi dal colletto.

Gli leccai il naso.
Schifato si allontanò, asciugandoselo con il dorso della mano con faccia schifata.
<ma cosa ti salta in mente di fare?> esclamò arrabbiato.
<sei dolce> dissi pulendomi la lingua.

bleh

<certo. Io mi lavo in confronto a te>
Non feci caso alla sua provocazione, e tornai in postazione.
<soldato ackermann!> esclamò Pixis.
Mi voltai assieme al ragazzo.
<intendevo Mikasa> disse in difficoltà.

<cominceremo oggi il tuo addestramento. Levi! Insegnale la difesa corpo a corpo> ordinò, per poi uscire, per non far obbiettare il corvino.

<sono già capace> dissi girandomi dall'altra parte per infilarmi l'attrezzatura.
<aiutami no?!> esclamai al ragazzo, che vedendomi in difficoltà, non si mosse di un millimetro.
Sbuffò e mi venne incontro.
Mi sedetti sulla scrivania, mentre Levi mi legava le cinghie attorno le gambe.
<belle gambe> sussurrò quasi senza farsi sentire.
<cosa?>

cosa?!

<nulla>
<smettila. Vieni, ti faccio vedere di cosa sono capace>
Mi misi in guardia.
<tch> mormorò avvicinandosi.
<mi sottovaluti?> chiesi prima di cominciare.
<non ti valuto affatto. Non saprai nemmeno come si tira un pugno> disse da sbruffone sistemandosi le garze intorno le nocche.

vediamo, pivello.

Gli tirai un bel pugno sul naso, cogliendolo alla sprovvista.
Cadde all'indietro, svenendo.
<avanti! Svieni con così tanta facilità?> domandai, anche se non poteva sentire, mentre gli tiravo degli schiaffi, ma non voleva svegliarsi.

Così gli presi un capezzolo e lo strizzai.
Si alzò di colpo, tirandomi una testata.
<ahia!> urlai massaggiandomi la fronte.

<stronza! Mi hai tirato un pugno...?!> disse guardandosi la mano insanguinata, dopo essersela passata sul naso.
<ammettilo, sono brava> sibilai prendendogli il collo da dietro.
Glielo strinsi poco, giusto per tenerlo fermo e fargli un po' di terrore.
<~non dovete intaccare l'addestramento con le vostre cose private!~> canticchiò il comandante passandoci vicino.
<ma cosa dice!> esclamò il corvino alzandosi di colpo, visibilmente imbarazzato.

pixis non ci si metta anche lei, la prego...

Continuammo l'addestramento tra insulti e sberle.

Il nostro piccolo noi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora