7. Papà?!

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Era sera e lei era ancora bloccata dentro al locale. Le strade erano deserte e nessuno aveva intenzioni di uscire di casa.
La gente aveva paura.
Dal 2012 la terra non era più un posto sicuro, forse non lo era mai stato ma nessuno si sarebbe aspettato l'arrivo di un Dio pazzo e del suo esercito.

Stufa si alzò dallo sgabello dove era seduta da diverse ore e si diresse verso l'uscita del locale sotto gli occhi di tutti.
<che vuoi fare?> gli chiese uno
<non ho intenzione di passare il resto dei miei giorni qua dentro, ora io uscirò e me ne tornerò diretta a casa> disse per poi varcare la soglia della porta.
"Ma da dove mi esce tutto sto coraggio?" pensò, sorrise tra se e se e si diresse verso casa, dove finalmente poteva stare da sola e sentirsi al sicuro.

La sua famiglia adottiva le aveva appena comunicato che sarebbero rimasti fuori città ancora un'altra settimana. A lei non dispiaceva dopotutto stare a casa da sola, poteva fare quello che ne aveva voglia come girare in intimo senza aver vergogna che suo padre affidatario la vedesse, poteva mangiare tutto il cibo che le pareva, insomma, stava bene.
Dirigendosi verso Brooklyn si rese conto che la situazione si stava calmando perché alcuni bambini stavano andando a giocare al parco, altre persone che chiacchieravano al bar e altre ancora che passeggiavano con i loro amici a quattro zampe.
Tutto stava tornando normale.
- - - - - -
<ci hanno già pensato i vigili del fuoco?> chiese Steve riferendosi a ciò che era successo prima in città.
Nat annuì semplicemente.
<i notiziari incolpano l'Hydra per ciò che è accaduto > ammise Sam con lo sguardo fisso sulla TV accesa ma con il volume troppo basso da giungere alle loro orecchie.
<quei figli di puttana non muoiono mai?> intervenne Tony sotto lo sguardo omicida di Steve per aver detto una parolaccia.
<e se dovessero attaccare di nuovo?> si intromise Wanda.
<noi saremo pronti> la rassicurò Steve.

Steve solo poco dopo si accorse che Bucky non era nella stanza allora andò a cercarlo.
Era in camera sua, seduto sul letto con lo sguardo fisso sulla foto.
<non ce la faccio> disse Bucky quando si accorse della presenza di Steve <non posso presentarmi così e dirle che sono suo padre>.
<lo so è dura ma sei un combattente, hai superato molte prove difficili, supererai pure questa.> lo rassicurò l'amico.
Bucky gli sorrise e Steve lasciò la stanza.
Le rassicurazioni di Steve non avevano molto effetto ma gli faceva piacere avere qualcuno che si preoccupava per lui.
Si alzò dal letto, mise la foto sul comodino e prese un foglietto dove c'era scritto l'indirizzo della ragazza che Steve gli lasciò poco prima, si mise la giacca e uscì dalla stanza. Era deciso a vedere sua figlia.
- - - - - - -
I'm on a highway full of red lights
I've lost so many long nights
Felt words that cut like knives
I know, I know they're gonna
Say what they wanna
I know they're gonna
Say what they want

Charlotte appena rientrata a casa si era buttata sul divano con la radio accesa e per sua fortuna partì la sua canzone preferita.

But I feel it changing
I can taste it, I'm on the wave and
I won't waste it
I have been patient
But I'm not waiting anymore
Not anymore, no

Quella canzone le dava forza, la incoraggiava a non arrendersi mai.

I'm gonna dance on broken glass
Ey, on broken glass
And I'm gonna make that ceiling crash (uh)
That ceiling crash
So what? Still got knives in my back
So what? So I'm tied to the tracks
I'm gonna dance on broken glass
And here I go, here I go

Dopo solo il primo ritornello si addormentò sul divano, coccolata dalle parole della canzone.
Non fece in tempo a dormire venti minuti che si svegliò con le lacrime e la fronte sudata.
Aveva fatto un incubo questo era certo ma non si ricordava cosa aveva sognato. Si ricordava solo delle grida, dei pianti e del dolore fisico, poi basta.
Decise di spegnere la radio che ancora andava e di alzarsi dal divano, dirigendosi in bagno.
Si lavò il viso e la frangia, se la sistemò, la asciugò e la piastrò poi si diresse in cucina ma qualcuno bussò alla porta.
"Chi diamine è ora?"pensò.
Controvoglia andò ad aprire e quasi svenne per chi si trovò davanti.
Bucky.
Sergente Barnes.
Il soldato d'inverno.
Suo padre.
Ci furono qualche secondi di silenzio. Lui la stava guardando con gli occhi pieni di lacrime. Lei aveva già le lacrime che scendevano sul suo viso.
<papà?!> disse lei tenendosi allo stipite della porta perché non si reggeva in piedi.
<sono io> rispose lui abbozzando un sorriso.
Lei gli mise le mani dietro al collo e lo abbracciò, lui la strinse di più. Rimasero così per qualche minuto.
Le cose sembravano veramente tornare normali. O questo è quello che volevano fargli credere.

Spazio autrice:
Finalmente!!!! Okay basta😂
Comunque la canzone è Broken Glass di Rachel Platten.
Oggi doppio capitolo dato che il precedente era noioso e corto.

La figlia del Soldato d'InvernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora