2. Incubi e strani ricordi

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Era notte fonda e a casa di Charlotte regnava il silenzio.
La sua famiglia affidataria era in viaggio di lavoro e non sarebbe tornata fino alla settimana prossima.
Il giorno seguente sarebbe stato sabato e Charlotte si era concessa qualche ora in più per restare sveglia. Il suo intento fallì miseramente perché crollò addormentata sul letto con un libro in mano.
Silenzio.
Charlotte stava sognando...

<giochiamo a nascondino?> chiese una bambina e l'uomo accanto iniziò a contare sorridendo. La bambina si nascose s dopo poco l'uomo la trovò.
<ti ho presa!> gridò lui prendendo in braccio la bambina.
<papà mettimi giù> disse la bambina ridendo e aggrappandosi di più al padre.
Ecco. Padre e figlia.
<ora andiamo a casa> disse lui sempre tenendo in braccio la piccola.

Una volta a casa, un piccolo appartamento non più grande di 60 metri quadri ma perfetto per sole due persone, il papà mise la bambina sul letto <papà stasera deve lavorare e non può portarti con se, ma non preoccuparti, papà tornerà> disse lui e il volto della piccola cambiò subito espressione, passando da felice a triste. Alla bambina scese qualche lacrima, cosa che il padre notò subito e si affrettò ad asciugare.
<piccola> lui la strinse a se ma non troppo per la paura di farle male, era una bambina così delicata e così innocente che al padre si spezzava il cuore ogni volta che la doveva lasciare per compiere una delle sue missioni.
<papà...tornerai vero?> chiese lei tra i singhiozzi ancora stretta al padre.
<certo che tornerò...non ti lascerò mai> disse lui con la consapevolezza che non ne poteva essere sicuro.

Poco dopo bussarono alla porta e il padre andò ad aprire.
Entrarono degli uomini, sembravano agenti. Iniziarono a parlare in russo, poi fecero sedere il giovane papà su una sedia e gli legarono i polsi poi uno di loro iniziò a leggere delle parole, in russo e una volta finito lui si alzò dalla sedia e chiese in russo <qual è la mia missione?>
I due agenti si scambiarono un'occhiata maliziosa e mostrarono una cartina all'uomo ormai diventato un soldato.
<vedi qui...> indicò uno di loro <è un vecchio cantiere abbandonato, o così ci fanno credere. All'interno c'è una stanza dove una grossa cassaforte contiene il siero per creare altri Soldati, come te, tu non devi fare altro che prenderla. Ci sono solo due problemi, la cassaforte è blindata ed è protetta da una trentina di guardie. Uccidile e torna alla base con il siero.> detto questo i due agenti uscirono dalla stanza ma prima uno dei due gli disse <Bucky> chiamandolo per nome ma si rese subito conto dell'errore <soldato, non ci deluda>. Poi se ne andarono. Lui fissò la porta della camera della bimba dove era disegnato un enorme castello rosa e per un momento gli fece tenerezza poi ritornò concentrato sulla missione.
<lo faccio per noi piccola Charlotte...> sussurro prima di uscire e chiudere la porta.
Charlotte aveva ascoltato tutta la conversazione dall'altra parte della stanza anche se ci aveva capito pochissimo, quasi niente.
Decise di far finta di nulla e di aspettare suo padre li.
Passarono ore ed ore e si stava facendo notte, Charlotte aveva paura del buio e la solitudine non la aiutava.
Dopo un'altra ora a fissare il soffitto sotto le sue calde coperte e stringendo il delizioso unicorno che il padre ls aveva regalato per il suo settimo compleanno, la porta si aprì e lei corse subito ad abbracciare il padre, non curante che fosse sudato e sporco di sangue.

<tesoro...>disse lui stringendola.
Poi si sentirono i suoni di una macchina della polizia venire verso il condominio dove Bucky e Char vivevano.
<dobbiamo andare> disse lui prendendo in braccio la bambina che lo guardava preoccupata. Char stringeva a se il piccolo unicorno mentre lei si stringeva al padre. Pure gli altri condomini iniziarono ad allarmarsi e ad uscire dai propri appartamenti per vedere cosa succedeva. Ora nell' atrio c'era troppa confusione.
Bucky appoggio a terra la bambina che continuava a stringergli la mano terrorizzata.
Poi un'esplosione. I vetri infranti. Uno strano fumo blu percorse l'atrio e le persone che stavano lì.
Bucky mise una mano davanti alla bocca della bambina e una davanti alla sua <respira il meno possibile> le disse e così fece.
Poi il peggio. L'atrio esplose e Charlotte come la maggior parte delle persone fu scaraventata via.
<Charlotte!> urlò Bucky cercando di vedere la figlia ma non la trovava. La piccola finì contro una parete e svenne.
Ma tra il fumo blu e il fumo causato dall'esplosione era impossibile vedere. Bucky non si arrese ma non vedeva nulla e il fumo blu che aveva respirato iniziava a farsi sentire.
Cadde a terra e poi il buio.

<Bucky> disse Charlotte tra i singhiozzi svegliandosi. Aveva appena avuto un incubo e aveva ricordato. Suo padre.
Il suo sguardo finì sull'unicorno che aveva appoggiato alla mensola vicina al letto. <papà...> disse lei sentendosi le lacrime scendere.
Bucky. Ora sapeva come si chiamava.
La sveglia segnava le cinque e mezza di mattina, ormai non aveva più sonno, aveva bisogno di schiarirsi le idee. Si mise una tuta rosa pesante e uscì di casa. Non le importava le il terreno era ancora ricoperto di neve, Charlotte aveva bisogno di sfogarsi e l'ultima volta che lo aveva fatto aveva urlato talmente forte da spaccare tutti i vetri della casa. Insolito no? Ora suo padre era diventato solo una delle mille domande che frullavano nella sua testa.
Andò a Central Park e iniziò a correre stando attenta a non scivolare sulla neve quasi sciolta. Corse più veloce possibile. Anche quando le mancava il fiato. Continuava a correre. Si fermò di scatto e riprese fiato. Intanto in lontananza scorgeva due uomini intenti a superarsi l'un l'altro. Come non conoscerli. Falcon e Captain America. Lei li guardava mentre si divertivano, come due bambini e per un momento ricordò quando giocava a nascondino con suo padre. Riprese a correre quando per sbaglio urtò la spalla di qualcuno. <scusi> disse la ragazza a bassa voce.
<non preoccuparti> disse l'uomo che aveva davanti e quando alzò lo sguardo noto che aveva sbattuto contro Falcon. Sam Wilson. <stai bene?> gli chiese poi l'uomo vedendo la ragazza scossa.
<si grazie...> rispose ammiccando un sorriso decisamente falso s tornò a correre.
I due uomini si guardarono.
<Mi ricorda qualcuno...> aggiunse Sam quando vide lo sguardo cupo della ragazza.
<È lei.> disse Steve
<chi?>
<La figlia di Bucky.>

La figlia del Soldato d'InvernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora