4. Al punto di partenza

1.3K 67 9
                                    

Charlotte si svegliò presto, dormì a malapena, aveva appena perso suo padre e metà dell'umanità era scomparsa e come se non bastasse ci si metteva anche la sua ex a contattarla di notte.
"Magnifico no?" pensò tra se e se quando Steve varcò la soglia della sua stanza. Aveva uno sguardo spento e stava porgendo a Charlotte una tazza piena di tè caldo.
Lei abbozzò un sorriso più che falso.
Apprezzava il gesto di Steve e il fatto che lui stesse cercando di fare il possibile per farla stare meglio ma tutto questo non la aiutava affatto.

<grazie> disse infine. Steve non ne aveva colpa, stava solo cercando di fare il possibile per esserle di aiuto e soprattutto di conforto.
<sei riuscita a dormire?> chiese lui sedendosi sul bordo del letto guardandola.
<poco...tu?>
<poco anche io...ascolta so che tutta questa situazione è difficile da affrontare ma voglio ricordarti che non sei sola okay? Hai me e c'è anche Natasha e in più...è tornato Tony e ha portato...come dire, degli amici alieni quindi...>
Ma prima che Steve finisse Charlotte lo interruppe.
<Ho sognato Victoria> disse spostando lo sguardo dalla tazza a Steve <all'inizio pensai che fosse strano ma poi mi ha parlato, lo so può sembrare pazzo da credere e se non vuoi credermi hai tutte le ragioni del mondo ma...> si fermò per prendere fiato <mi ha detto che c'è un modo per risolvere questa situazione, ha detto che c'è un modo e che c'è qualcuno disposto ad aiutarci...devo solo capire chi e come>
Steve appena finì di parlare la abbracciò.
<ti credo e qualunque sia la soluzione io sono con te...>
Le prese il volto tra le mani e le mollò un semplice bacio sulla fronte per farle capire che lui veramente era con lei.
Charlotte gliene fu grata, l'unico problema era che non sapeva da dove cominciare.

Steve se ne andò lasciando che lei si vestisse tranquillamente;
La sua camera non era cambiata per nulla, era rimasta come l'aveva lasciata: poster dei Green Day sparsi sulle pareti, libreria sempre in ordine e qualche vestito messo a casaccio sulla sedia, d'altronde era la sua stanza e prima che partisse per Londra aveva chiesto a Tony se poteva rimanere così come l'aveva lasciata, desiderio che fu ascoltato.

Contro voglia si vestì, si spazzolò i capelli e si truccò, quel poco che bastava per nascondere le innumerevoli occhiaie.
Continuava a pensare al suo sogno e al fatto che potesse mettersi in contatto con i morti durante il sonno, pensava fosse figo.

<ehi> la salutò Nat fingendo un sorriso.
Charlotte ricambiò con un sorriso, non aveva voglia di fare conversazione.
Il sogno che aveva fatto le aveva dato un poco di speranza ma doveva vedere le cose come stavano realmente: un sogno è solo un sogno, nonostante possa sembrare vero.
<Nat...credi nella reincarnazione?> chiese Charlotte. Non sapeva il perché di quella domanda ma aveva bisogno di risposte concrete.
<ehm...non lo so, mi prendi un po' alla sprovvista> rispose Nat sentendosi come dispersa, spiazzata.
<okay riformulo, credi che un morto possa in qualche modo contattarti, non attraverso sedute spiritiche o cose così ma attraverso un sogno? Sarebbe possibile?>
<Charlotte...> Nat aveva capito dove la ragazza voleva arrivare <credo che loro non si mettano in contatto con noi, se tu per caso dovessi sognare qualcuno che è morto non per forza vuol dire che lui ti sta contattando ma vorrebbe dire che a te quella persona manca tanto da non riuscirne a farne senza>

Natasha era stata chiara e da questa risposta Charlotte rimase stupefatta, forse era vero, forse a lei tutto questo non andava giù e aveva bisogno di qualcuno a cui aggrapparsi, qualcuno però che era morto.

<chi hai sognato?> le chiese Natasha diretta.
<no nessuno di...di importante, era solo per sap>
<chi hai sognato?> chiese con voce più ferma Natasha, interrompendola.
<Victoria> rispose Charlotte lasciandosi un sospiro alla fine.
Nat cambiò sguardo, da dura che era passò ad uno sguardo più di compassione.
<ti manca?> le chiese.
<pensavo di averlo superato...>
<ti manca? Si o no?>
Natasha sapeva che quello che stava facendo forse poteva sembrare da una senza cuore ma doveva farla sfogare, Charlotte aveva bisogno di parlare con qualcuno di ciò che stava passando e Natasha era l'unica presente in quel momento.
<Si>.
<Quando l'hai sognata?>
<Questa notte...Natasha possiamo non parlarne più per favore?>
<e che cosa ti ha detto?> Natasha fece finta di non ascoltare la sua domanda.
<che c'è una soluzione per tutto questo, devo solo capire da che parte iniziare...>
<come ti senti?>
<scusa ma cosa c'entra adesso?>
<come ti senti?>
<vuoi veramente saperlo?> Charlotte stava per esplodere, non era solita a far sapere a tutti come si sentiva e quelle poche volte che lo faceva scoppiava in un pianto quasi isterico.
<avevo una vita normale prima di iniziare a fare sogni anomali su mio padre, poi ho scoperto che mio padre era vivo, nello stesso periodo mi sono fidanzata ma poco dopo ho scoperto che lei era un'infiltrata dell'Hydra e che la sua famiglia stava progettando di uccidermi, dopo tutto questo avevo iniziato una vita tranquilla a Londra ma no, la tranquillità non dura mai per sempre perché da un giorno all'altro mi sono trovata in un posto sperduto in Africa dove c'era un pazzo
viola che voleva ucciderci tutti e così fece dato che mi sono trovata senza padre da un momento all'altro e ora sono qui con i pochi che sono rimasti, senza aggiungere tutti i sogni strani che continuo a fare. Nat come vuoi che mi senta?> chiese infine Charlotte con le lacrime agli occhi.

Natasha era riuscita nel suo intento, forse un po' con le cattive ma ce l'aveva fatta.
<ehi piccola vieni qui> le disse in modo dolce abbracciandola <non sei sola d'accordo?>.
Charlotte non rispose ma annuì semplicemente e Nat se ne accorse.
<io non ti lascerò mai. È una promessa>.
Charlotte si staccò lentamente e Nat le asciugò le lacrime.

<c'è pronto il pranzo> si sentì Steve urlare e le due non poterono che ridere.
<vado a lavarmi le mani e arrivo> disse Charlotte avviandosi verso il bagno.

Una folata di vento la colpì, guardò subito la finestra ma si accorse che era chiusa.
"Strano" pensò.
Un'altra folata di vento più leggera la colpì di nuovo. Questa volta però si accorse di non essere sola.
Quando si girò non riusciva a credere a chi aveva davanti.
<tu non dovresti essere morto?> chiese quasi urlando tra lo stupore e la sorpresa.

A/N
Chi sarà mai? Ci dovreste arrivare tutti se no lo scoprirete nel prossimo capitolo che arriverà a breve, promesso😂🔥
Grazie mille per le 4K letture💫

La figlia del Soldato d'InvernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora