Capitolo 22

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Il pavimento era fresco. La sensazione che emanava sotto i talloni, sui polpacci, le cosce, la schiena e le spalle, un tiepido intorpidimento che lasciava il capo dolorante per la scomoda posizione.
Steve e Bucky erano distesi per terra, nel salotto del primo. Completamente nudi, ad occhi socchiusi e nel silenzio armonizzato solamente dai deboli versi dei due volatili nelle proprie gabbie.
Si accarezzavano le mani in un circolo vizioso di lunghe effusioni amorose. Bucky gli porse la destra, con la sinistra aveva già superato limiti di contatto che non credeva possibili.
Avevano dormito poco e niente, trascorrendo il tempo fino all'ora di pranzo a fare l'amore, ad abbracciarsi e venire in continuazione accartocciati su loro stessi.
E adesso, stremati, erano nudi sul pavimento, sdraiati a pancia in su.
L'idea era stata di Steve, come ogni trovata stravagante e bizzarra. Aveva parlato a Bucky con voce rauca e stanca, lisciandogli la pelle delle dita.
Stare nudi -impuntò- era il modo migliore per abbandonare la vergogna. Il fatto di spogliarsi davanti ad una persona effettivamente estranea era il gesto più importante e intimo che si potesse decidere di fare. Inizialmente c'era stata la voglia d'amore a nascondere il pudore, ma al termine di ciò, pur chiacchierando e abbandonandosi a qualche ultima moina, l'incertezza implorava di rivestirsi.
Steve invece riteneva il contrario; per Bucky soprattutto, rimanere nudo con le ferite accarezzate dall'aria si poteva paragonare ad un immenso sforzo fondamentale per la sua mente.

«Non c'è vergogna» disse quando James cercò di contraddirlo «è come se io fossi il tuo riflesso in uno specchio. Non devi provare vergogna davanti a me, e tu specialmente, annulla le ferite, sono insignificanti.»
«Metti le cose in maniera molto semplice.»
«Perché è così Buck, tu sei più forte di ogni paura e contraddizione. Tu hai il controllo.»
Quell'ultima frase aveva fatto abboccare un bacio, che si era concluso nell'ennesimo orgasmo mozzafiato. Quel discorso era avvenuto prima del silenzio che adesso li stava cullando, in una sorta di nirvana.
Bucky si sentiva annegare in quella bolla di essenza emanata dal corpo di Steve. Si poggiò sul fianco destro e fece di tutto per avvicinarsi al collo di Rogers.
I succhiotti sulla pelle di Steve si confondevano tra l'inchiostro grigio, mentre quelli di Bucky erano visibili quasi più delle cicatrici al braccio.
Una mano si avvolse intorno al bicipite di Steve, l'altra invece gli accarezzò il viso barbuto. Bucky affondò il naso tra la spalla di Steve e inspirò la sua essenza ormai divenuta per lui una droga fortissima.
Baciò ripetutamente le labbra calde di Steve sfiorandole appena, facendolo quasi innervosire tanto che alla fine lui gli prese il capo e lo spinse contro la propria bocca per leccargli gravemente la lingua.

Bucky lo guardò ridere, radioso anche lui in volto. Con il pollice toccò la lacrima tatuata sotto l'occhio sinistro di Steve, arricciando il naso.
«Non ti ho mai chiesto che significato ha questo tatuaggio.» disse James scuotendo il capo.
Steve rise, toccandosi i denti con la lingua.
«La lacrima è un tatuaggio molto delicato da spiegare.» iniziò, lasciandosi carezzare il volto da Bucky; «è uno dei più recenti. È un simbolo usato dai carcerati, e sta a significare il pianto per una persona assassinata, o la testimonianza ad un omicidio.»
Bucky rimase sbalordito da quel significato così inquietante per un tipo come Steve.
«Ho deciso di tatuarmela il giorno in cui ho ammazzato le mie paure.»
«Tu ne avevi? Sul serio? E poi perché mai dovresti piangere per una cosa simile.» l'ultima frase di Bucky ebbe una fonetica molto simile ad una domanda, ma non lo fu.
«Tutti hanno paura, non si può negare, io però ho cercato di mettere un punto ad essa e tenerla lontana. La perdita di qualcosa, bella o brutta che sia, porta sempre qualche lacrima, anche se noi non lo vorremo.» spiegò disinvolto il ragazzo sdraiato in terra.
Gli occhi di Bucky si assottigliarono con amarezza convinta, in un certo modo poteva sentirsi fiero di ciò che stava per dire a Steve.
«Secondo me adesso potresti cambiare il suo significato e dedicarla a me.»
«Perché?»
«Steve che tu ci provi o meno, che tu lo voglia o no, io ucciderò il mio braccio, e tu sarai complice di questo evento.»
Steve si innervosì di colpo, stringendogli la schiena con una mano e avvicinandosi pericolosamente al viso di Bucky.
«No, non lo farai.» mormorò Rogers, incantando il ragazzo sopra di se a furia di fissarlo negli occhi con tanta insistenza.

Vita decomposta ||Stucky AU|| ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora