Poesia.
Steve aveva sognato tante volte quel momento, aveva reso Bucky oggetto delle proprie fantasie erotiche, ma senza cadere nella volgarità, in qualcosa di disgustoso. Ironico, ma per Bucky era lo stesso.
Quale malattia? Quale passato?
Su quel letto, tra i baci, ogni cosa era stata sbattuta via.
Bucky rischiò di piangere, questa volta per la commozione; il gesto di Steve fu azzardato ma profondamente simbolico. Prima spogliò James, delicatamente, baciandogli il collo, carezzandogli i morbidi capelli scuri, tenendolo in uno stato di oscurità. Bucky rimase ad occhi chiusi e si fece cullare dalle mani di Steve, che mantenne il controllo. E quando il moro riuscì a riaprire gli occhi e a guardare Steve sopra di se, ansimando già in una posizione piuttosto impaziente ed esposta, chiese al tatuatore come mai stesse spogliando prima lui.
Steve sorrise, negli occhi si leggeva tutta l'estrema voglia di fissare il ragazzo sotto di lui. Ne era perdutamente attratto.
«Perché una bellezza come la tua non può essere messa a paragone con la mia, deve uscire fuori per prima.»
«Idiota.» Bucky rise dall'imbarazzo di quelle parole sempre dolci, porgendosi in avanti e baciandolo.
Quando la sua armatura, quella fatta di stoffa per nascondere il campo di battaglia sul suo braccio, venne tolta e appallottolata per finire in terra, Bucky si impose di trattenere il respiro. Lo fece per tenere duro e non avere un crollo, come quando si ci tuffa da un dirupo per poi finire in acqua, ma d'istinto prendi una boccata d'aria ancora prima del salto.Steve non si accanì a guardare le ferite, quelle potevano anche essere definite belle in quanto parte della vita di Bucky, ma non era ciò che veramente gli interessava. Sì sentì ad un'esposizione d'arte, in cui l'unico pensiero è fermarsi a guardare quell'opera preferita rivista un milione di volte solamente sui libri.
Per Steve gli occhi, le labbra e il petto, in quel momento, erano l'unica parte significativa di cui farsi padrone. Gli strinse la mano destra, distesa con il dorso sulle lenzuola.
Bucky non c'era più; non si spiegava ciò che stava accadendo o che stava provando. Non poteva riuscirci assolutamente. Era impossibile descriverlo, lo si poteva sentire solo sulla lingua.
Via dicendo i loro baci raggiunsero un ritmo sincronizzato, tra respiri e lingue. Muovendosi selvaggiamente quasi volessero divorassi come predatori, l'uno con l'altro.
Steve poggiò le mani sulla vita robusta di James. In tutta la sua mascolina bellezza, il moro flesse l'addome scolpito. Le mani di Steve, anche se avevano le dita rosse, erano più fredde rispetto a quella zona del corpo di Bucky.
E Bucky cosa fece?
Quella era vita. Fottuta vita esageratamente sopportabile. Bucky non avrebbe potuto ammetterlo facilmente, ma fu la prima vera e propria volta in cui non pensò che nella sua esistenza ci fosse solamente rassegnazione e sofferenza.
Non potevano bastargli solo i baci, e nemmeno quelle carezza leggere sulla parte bassa del ventre, appena sopra l'inguine.
Bucky gli afferrò l'orlo della maglia, sfilandogliela di soprassalto. Steve si mise dritto sopra di lui, sulle ginocchia. Respirò profondamente, con le spalle ampie e il petto in fuori. Le braccia distese dolcemente sul fianco, e in viso l'espressione di chi ha rubato la felicità a chiunque.
Un attimo intenso di sguardi muti, distanti sì, ma scintillanti e impazienti. Le labbra umide dai baci, brillarono nella luce della stanza. No, non volevano il buio, Bucky non voleva farlo alla cieca. Non si vergognava, forse un bel po' affrettato da dire, ma voleva farsi guadare dappertutto.
Esatto, voleva lasciarsi mangiare dalla memoria di Steve completante nudo, con il braccio sfregiato dalle cicatrici, viola dai lividi e rosso per i tagli. Lo stesso voleva, però, fare lui con Rogers. Appena gli focalizzò il torso nudo rimase senza alcuna parola, persino reagire fu complicato. Credeva di ricordare bene i tatuaggi sulla sua pelle, da quella volta in cui si erano baciati per la prima volta ed erano stati costretti a cambiarsi per la pioggia che gli aveva bagnati i vestiti. Bucky si era illuso, tutti quei particolari sembravano nuovi.
Né Frida né Francis potevano eguagliarlo, Steve era la sua opera d'arte preferita.
E tutte quelle sfumature, quei volti, forme, parole e colori; chi aveva potuto donargli una cosa del genere? Anche se non ci credeva, Bucky pensò che un simile regalo glielo avesse mandato una creatura divina.
Steve gli si sdraiò sopra, senza gettarsi troppo pesantemente. Bucky divaricò meglio le gambe, assecondando le deboli spinte che i fianchi del tatuatore stavano esercitando sulla sua erezione, con la propria. Nonostante i pantaloni e l'intimo -due strati di stoffa- riuscivano e sentirsi tutti e due duri fino all'esasperazione.
Mille baci, non se ne poteva tenere il conto. Steve gli martoriò il collo con soffici succhiotti, e Bucky gli accarezzò gelosamente le spalle ingrigite dall'inchiostro.
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Vita decomposta ||Stucky AU|| ✔
RomanceBucky Barnes ha un disperato bisogno di soldi, ed è grazie alla sua amica Natasha, che il ragazzo trova lavoro presso uno studio di tatuaggi. Il padrone del negozio si chiama Steve Rogers, un attraente ragazzo cosparso di tatuaggi che non si lascia...