Capitolo 25

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Chiacchiere irrilevanti erano state quelle, in confronto al dopo.
Piccoli baci, i primi, come le soliti effusioni tenere e curiose. E poi Steve non ci riuscì più e lo fece suo, accavallandosi sopra il corpo di Bucky per sentirne ogni caloria.
Quindi se ne parlerà con diversa dialettica, perché -proprio così- Steve e Bucky hanno fatto l'amore, e nella riservatezza intima del loro atto tutti e nessuno dovevano saperlo.
Masticarsi con un accenno sfizioso dei denti sbollentava i loro sessi; era una sfida ardua tra le loro lingue diverse, in guerra tra loro, invaditrici alla ricerca di un territorio per cui combattere. Vinse Steve, per il modo il cui gli affondò completante in bocca -a Bucky- leccandogli tutte le labbra come se stesse truccato una giovane ragazzina.
Bucky increspò le sopracciglia soffocato da un sospiro molto più profondo di quelli frettolosi ed impazienti che lo avevano dominato.

Che cos'era l'arte in confronto a quel sesso?
Nulla.
Nulla.
Un piccolo lavoretto di poco conto.

Bucky accarezzò la schiena tesa di Steve, seduto sopra il suo bacino. Lo scoppio di un petardo, ecco come fu spogliarlo della maglia.
Una constatazione astratta della bellezza di Steve tolse la voce a Bucky, che la lasciò tutta sui tatuaggi del ragazzo imponente difronte a lui.
Adesso era Bucky quello a cui veniva da piangere; nel ritratto fisiognomico del viso di Steve, lo ama.
E se ne parla proprio al presente perché ciò rimane in un attimo continuo nell'universo che non si estingue mai.

Tutta quella situazione grigia che alienava da settimane tra di loro, che sembrava aver appassito il loro rapporto, morì nell'ennesimo bacio divinatorio che gli sporcò gli angoli della bocca di saliva luccicante.
Bucky apriva anche gli occhi mentre il naso di Steve gli sfiorava il suo, e poi le guance. Lo voleva vedere così da vicino, il più possibile, il suo sogno d'ebano, la scia del rancore e la passione che sostituiva la paura.
Piangere, pensò, sarebbe stata la reazione migliore per manifestare il suo amore ballerino.

Steve si ritrasse in preda al solleticare delle dita di Bucky lungo tutta la sua schiena inarcata, che lo impollinò con insignificante vicinanza. Quasi non lo toccò, ma Steve andò a fuoco.
Ondeggiando con i fianchi, tensione contro tensione, attraverso la stoffa leggera, Steve cinse le spalle di Bucky in un abbraccio e iniziò a bacarlo. Lividi privi di sofferenza gli sfregiarono la pelle; era passato troppo tempo dall'ultima volta, Bucky necessitava di quei colori violetti e rossi uguali ai segni sul braccio ma con un significato completamente differente.
Ne andava fiero, avrebbe voluto mostrarli a chiunque; fotografare quei succhiotti per crearne una gigantografia da esporre nei musei di tutto il mondo.
Un gemito, e le labbra di Bucky si piegarono. Lasciò che Steve continuasse a mordicchiarlo, leccarlo, succhiarlo, baciarlo tutto tutto.
Stretti in un abbraccio leggero, con i visi poco distanti, Bucky guardò negli occhi di Steve implorandogli di fare sesso con lui.
Ti prego fa' sesso con me, stava strillando, sono disperato.

Si trovarono ad un concerto pieno di respiri pesanti, in cui i direttori d'orchestra erano loro due.
Accomodatevi pure, benvenuti a teatro, lo spettacolo si intitola "Orgasmo".

Steve fece sdraiare Bucky sulla lunghezza del divano. Gli prese le gambe e lo spinse contro il suo bacino, possente, inginocchiato con fierezza al centro dell'inguine di James. Steve gli tolse i pantaloni e l'intimo assieme. Bucky si inarcò stringendo i cuscini tra le mani.
Steve lo baciò nuovamente sulle labbra, avvicinandosi con se stesso all'erezione nuda di Barnes.
Poi gli alzò la felpa larga, non togliendogliela del tutto, ma issandola fino a sotto il mento di Bucky per poterlo leccare a partire dal centro del petto fino all'inguine.
Caproni, con il viso tra le gambe di Bucky, Steve rise e lo guardò dal basso verso l'alto. Bucky ebbe solamente la razionalità di sciogliersi sull'immagine di Steve e respirare rumorosamente dalla bocca semiaperta.
Steve gli leccò il membro a partire dalla base, carezzandogli i testicoli con il palmo della mano. Bucky di scatto irrigidì le anche e fece per chiuderle.
Il tatuatore salì fino al glande dalla pelle sottile, lisciandone la punta con la lingua umida. Lo succhiò poggiandogli appena le labbra, allungando la lingua per arrivare più in fondo e bagnarlo ancora di più.
Bucky gemette, cercando frettolosamente una delle mani di Steve. Dapprima la strinse tra la sua (quella destra), e poi se la portò alle labbra per baciarla, prendere il dito indice di Steve e succhiarlo, morderlo, usarlo come anestetico per ammutolire tutto il piacere del suo assaggio.
Rogers abbassò il collo e prese completante in bocca la virilità di James, facendosela arrivare fino alla gola.
La velocità del suoi affondi andò ad aumentare, e più James dava segni di immonda goduria nel mordergli le dita, maggiori erano i risucchi compiuti dalla bocca di Steve.
Usò anche i denti. Bucky urlò.
Steve spinse la lingua al centro del glande, continuando a muoversi con veloce impeto, mentre Bucky gli masticava le falangi concedendosi un assaggio di ciò di cui moriva dalla voglia di divorare.
James tentò di allontanare Steve dal suo schizzo sordo, ma la perversa voglia di questo non gli diede scampo. Rogers ingoiò continuando a succhiare tutta l'eccitazione pulsante del moro, raggiungendo velocemente al suo viso, dove vi premette le labbra salate dal suo sperma e con una mano continuò a farlo urlare disperatamente toccandolo fino a che Bucky non si svuotò con svergognata disperazione.
Gli strillò di fermarsi, senza poter intervenire e opporsi alla presa di Steve, che aveva ripreso a baciargli il collo.
«Fermati!» il verso reale fu incomprensibile nel gemito. Steve ascoltò le sue preghiere e si distaccò con delicatezza.
Si sdraiò accanto al corpo sfinito del compagno, portandoselo sul petto. Soltanto accarezzandogli l'addome Steve capì che Bucky sarebbe potuto morire di quell'orgasmo.
Non esisteva, però, oblio migliore che esalare i respiri sfiniti nel piacere del corpo.
Con un amore indefinito, impossibile da descrivere, Steve lo trasse a se' come fosse la creatura più fragile sulla terra, insofferente nel respiro, Bucky stava ancora cercando di ricomporsi. L'orgasmo però era stato troppo forte, se lo sentiva ancora bruciare tra le cosce.
Le mani di Steve gli accarezzarono i capelli, il viso, il petto e le gambe. Lo baciò in fronte, consolandolo.

«Shh» gli mormorò dolcemente.
«Trasformi il mio corpo in droga.» gli rispose James con un filo di voce.
«Allora dovremo disintossicarci.» ironizzò Rogers.
«Per me va bene, se vuoi posso smetterla anche adesso.» ribatté Bucky.
Steve rise, scuotendo il capo e abbracciandolo più forte; «Non puoi divertirti soltanto tu, non è giusto.»

Impertinente e provocatorio Bucky ritrovò tutte le forze che gli necessitavano. Spinse Steve a mettersi seduto difronte a se, graffiandogli la schiena. Lo scuoiò con il suo sguardo squisito. Povero Steve, rimase senza respiro e abiti.
«Allora vorrà dire che ti mostrerò quanto sono bravo.» gli disse Bucky.
«Sì?»
«Si. So essere molto più bravo di te.» Bucky quasi si vantò.
Steve si passò la lingua tra i denti, il sapore pungente di Bucky gli aveva invaso il palato. James alzò il mento e gli toccò il collo tatuato con le dita bollenti.
«Allora fammi vedere.» il tono di voce di Steve fu basso, una supplica, una richiesta esasperata.

I pappagalli emisero un verso quasi allegro, la pubblicità alla televisione fece da sottofondo, ma i loro gemiti furono comunque più forti di tutti quei piccoli rumori.
Bucky aprì le gambe e lasciò che Steve si facesse spazio dentro di lui con un dito alla volta, fino ad arrivare allo spessore di tre. Inumidite dalla stessa saliva di James che aveva usato un movimento estremante erotico nell'infilarsi in bocca le dita di Steve, smise di essere rigido quando si abituò con fatica a quel solito bruciore fastidioso che si spingeva via via sempre più in fondo.
Steve gli graffiò i fianchi, spingendosi con vigore dentro di lui, gradualmente e lentamente, con il lieve timore di fargli troppo male. Per le condizioni in cui viveva Bucky in quel periodo causargli altro dolore era l'ultima cosa che Steve voleva.
James si accorse di questa premura di troppo da parte dell'attivo, snervato e sempre più eccitato. Il suo unico obbiettivo era quello di far impazzir Steve.
Con forza lo spinse sulla schiena, costringendolo a star sdraiato. Si posizionò sopra Steve e di colpo si lasciò penetrare, abbandonandosi completante con il peso del proprio corpo.
Steve sgranò gli occhi estremante sorpreso, e Bucky rise pieno di furore con la soddisfazione di averlo reso completante suo schiavo.
Ondeggiò sopra di lui con forza, spingendosi su e giù con le anche, più veloce che poté. Bucky gemette, gridando di godimento e facendo aumentare sempre di più il climax di Steve.
Il ragazzo sdraiato sotto gli strinse con forza le natiche, aiutando Bucky a persistere nei movimenti sotto la guida delle sue braccia. Steve lo assecondò affondando con qualche colpo di reni, vendendogli dentro in un rauco lamento senza ossigeno, che a sua volta fece rabbrividire Bucky.

La stella rossa sul suo braccio venne allo scoperto nel frangente di tempo in cui Steve lo spogliò del tutto, ed entrambi rimasero nella bellezza del nudo accarezzandosi. Stretti.
Ma quanto sarebbe durato ancora quel momento?
Steve massaggiò il gomito meno indolenzito di Bucky -grazie alle medicine- ma pur sempre bloccato ad una posizione costretta tra le aderenze delle ossa.
Guardò il suo amore e con dilaniante strazio doloroso si rese conte di quanto Bucky fosse malato. Oltre alle cicatrici e alle ferite a cui quasi si era abituato, comprese quanto il suo corpo andasse ad indebolirsi giorno per giorno.
Il farmaco prescrittogli dal medico aveva reso Bucky di un colorito giallognolo, i suoi muscoli si erano asciugati in una magrezza costretta e malsana. La lunga barba ad increspargli il viso spossato, e poi Steve gli accarezzò i capelli e rimase impietrito.
Quelle lunghe ciocche ondulate e spendenti si stavano assottigliando sempre di più. Troppi capelli rimasero tra le dita di Steve, che ne fu mortificato, quasi sentendosi lui la causa di quel disastro.

Bucky si accorse del suo sconcerto inaspettato. La rassegnazione lo aveva colto solo per amore di Steve, per mostrarsi più forte davanti ai suoi occhi.
«Ho notato che già da qualche giorno hanno iniziato a cadermene tanti.» disse, riferendosi ai capelli.
«Non capisco...» mormorò Steve guardandolo negli occhi.
«È la medicina Steve. Uno dei tanti effetti collaterali.»
Rogers non esitò un solo attimo; strinse forte tra le braccia il corpo di Bucky non badando nemmeno alla sua riluttanza nel tener distante il braccio sinistro da lui.
«Mi dispiace.» gli sussurrò Steve, amareggiato.
«Per cosa?» domandò James svogliatamente.
«Per tutto questo male che ti è toccato.»

L'amore che fecero passò da essere arte a diventare lutto.

Vita decomposta ||Stucky AU|| ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora