Rabbia

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Vedo la confusione farsi strada nei suoi occhi, ed è su questo che mi concentro. Devo restare ancorato a terra, senza farmi distrarre dalla morbidezza della sua pelle o dal suo profumo.
È veramente bella, ma inaccessibile. E a dirla tutta io non mi mescolo con le ricche figlie di papà. Subito dopo questo pensiero sento la rabbia riaffiorare.
"Vedi, te lo avevo detto. Siete tutte uguali. Ricche, povere, non conta nulla. Bastano due dita e subito vi trasformate.
Ma a me non interessa, io non perdo tempo con quelle come te."
La mortifico, sapendo bene qual è il suo punto debole.
"Vaffanculo, stronzo. Toglimi le mani di dosso, la pagherai cara." Si infuria, ma a me non fa né caldo né freddo, ci sono abituato a pagarla cara.
Le scoppio a ridere in faccia, non se lo aspetta. È abituata a vedere la gente impaurita, ed è qui che si sbaglia, io non ho paura di niente.
"Aspetta, vado a tremare in un angolo. Torna a casa, figa di legno, questo non è posto per te. Non la vogliamo la feccia, quaggiù." La sorpasso velocemente, andando verso la pista e sparendone all'interno. Faccio il giro e salgo le scale, là ci sono i miei amici, voglio stordirmi e festeggiare, sono il nuovo campione in carica e sarà così per un bel po'.
"Dimitri!" Starnazza una delle tipe che mi sono fatto. A parte la sua voce irritante, non la sopporto perché è appiccicosa. Due bottarelle e già crede di avere dei diritti, un posto speciale.
"Ciao ragazzi! Allora, pronti a festeggiare?" Mi butto a peso morto sul divanetto, venendo subito affiancato da Denise, la tipa starnazzante.
"Ehi, bestia." Mi saluta Kevin, il mio migliore amico.
"Sei uno stronzo." Scherzo, battendo il pugno contro il suo e facendo buon viso a cattivo gioco, di fronte al dolore che provo alla mano.
"Sempre! Ma sono il tuo stronzo preferito." Allarga le gambe e prende in braccio la ragazza del momento, che non perde tempo ed inizia a baciarlo sul collo.
La scosta con poca delicatezza e la rimette seduta un po' più in là rispetto a lui.
"Che è successo di sotto?" Domanda.
Sapevo che avrebbe visto, tanto vale dire la verità.
"Uno scontro con la principessa sul pisello." Restringo di molto la spiegazione, non servono i dettagli.
"Ah-ah, so io su quale pisello vorresti la principessa, figlio di puttana." Continua a sfottermi, rido alla sua battuta.
"Nemmeno morto, non voglio alzarmi e profumare di Chanel numero cinque. Sarebbe un attentato alla mia virilità."
Batte il cinque dopo questa replica a tono.
"Ma che ti importa, una figa è una figa, basta infilarlo e via. Se poi l'involucro è di classe, direi che è un più." Si intromette Stan, il ragazzo delle scommesse.
"Come no..." decido di chiudere la questione, non ho voglia di pensare ancora a fighetta di legno.
L'alcool scorre a fiumi e ben presto siamo andati del tutto.
Denise tenta ancora l'approccio, la lascio fare, dato che ho bisogno di sfogo.
"Andiamo sul retro", le afferro il polso e, barcollante, la trascino fuori. Sono abbastanza instabile, per cui mi appoggio alla parete, spingendola a mettersi in ginocchio.
Apro i bottoni dei pantaloni e glielo metto in bocca.
Inizia a darsi subito da fare, mentre io mi godo il momento, afferrandole i capelli e spingendola verso l'inguine. Affondo sempre di più nella bocca, quasi a finirle in gola, pompando veloce. Raggiungo l'orgasmo e mi svuoto dentro il suo palato.
Si rialza asciugandosi la bocca.
"Sempre il solito eh, Cobra? Pensi solo a te stesso." Si rivolta contro.
"Che cazzo vuoi? È tutta la sera che rompi per stare con me, ti ho accontentata, mi pare?" Non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno, soprattutto da questa.
"Vai a farti fottere!" Strilla inviperita, marciando come un toro verso la porta.
"Se qualcuno è stato fottuto non sono io, stronza." Devo avere sempre l'ultima parola. Vedo i suoi occhi inumidirsi, le spalle che si piegano e qualcosa va al posto giusto in me.
Apre la porta e la oltrepassa, chiudendosela alle spalle.
Mi risistemo, prendendo poi il pacchetto di sigarette dalla tasca posteriore dei jeans. Ne infilo una tra le labbra e la accendo, restando incantato a vedere la fiammella dell'accendino. Il fuoco mi ha sempre attratto. Non che sia un piromane, ma è uno degli elementi naturali che amo di più.
Poggio i gomiti sulla ringhiera fredda e mi metto a pensare. Rivivo momento per momento la lotta, cercando eventuali errori o sviste nella performance.
Ma un paio di occhi blu si frappongono al resto.
"Dannata ragazza." Sibilo, infuriato con me stesso.
Poi, però, la calma ritorna e capisco qual è il mio problema: devo farmela a tutti i costi. Devo togliermi lo sfizio, così potrò passare oltre. Sono certo che la rivedrò ancora, sempre nell'arena. Ho visto il suo viso accendersi di eccitazione mentre lottavo, motivo che mi porta a credere in una sua ricomparsa a breve, molto a breve.
Troverà pane per i suoi denti, non c'è dubbio. Avermi chiamato finocchio le ha piantato una bella spada sulla testa, ed io spezzerò il filo che la sostiene dividendola in due. Non sa ancora contro chi si è messa, ma lo scoprirà prestissimo.
Un ultimo tiro alla sigaretta, la lancio in aria e la osservo cadere.
E per tutto il tempo... ghigno.

SIAE Broken Love - Harper High Series SU AMAZONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora