La verità

2.1K 118 55
                                    

"Siamo arrivati, la vengo a riprendere alle 23:00" Anders apre lo sportello, io scendo come se stessi andando alla gogna.
Ho messo dei vecchi abiti, per non sporcare quelli che porto di solito. Certamente uscirò di lì conciata come se fossi stata a una gara di lotta nel fango.
L'unico aspetto positivo è che la punizione non durerà in eterno.
Varco la soglia e osservo attentamente ciò che mi circonda: l'edificio non è poi così malmesso come credevo, è anche pulito. Le persone stazionano sia davanti al bancone della distribuzione che nella zona dei tavoli. C'è una grande varietà di gente: dagli uomini soli, alle donne con figli, fino a trovarvi anche intere famiglie.
L'idea che mi ero fatta era totalmente campata in aria, non sono quei relitti, per di più alcolizzati, che pensavo. Ho la netta sensazione che siano persone con una dignità, che però hanno avuto sfortuna nella vita.
"Ciao, tu devi essere Luna, ci hanno avvisati del tuo arrivo." Una giovane volontaria, avrà sì e no una manciata di anni in più di me, mi accoglie ed inizia a spiegarmi che cosa c'è da fare.
Notando il mio smarrimento decide di mandarmi sul retro a lavare le stoviglie e le pentole.
"Magari, quando avrai preso più confidenza, potrai passare alla distribuzione pasti." Sorride confortante e mi lascia, per tornare in sala.
Ci sono altri tre ragazzi, coetanei anche loro, che sono già al lavoro.
"Ciao, sei la nuova. Mettiti lì e lava tutto quello che trovi sul carrello alla tua destra." Non gli vado a genio, si capisce subito.
Vorrei rispondere a tono, ma reputo più saggio non mettersi a discutere. Più tempo perdo e più tardi finisco, quando voglio soltanto andare a casa.
Apro l'acqua e riempio la vasca, spruzzando anche il sapone per i piatti. Tiro su le maniche e inizio a lavare il tutto.
Sono fortunata, non mi toccano i grossi e pesanti pentoloni che sono stati assegnati ai ragazzi.
Strofino bene, quasi a far brillare gli acciai. Vedo che la pila va man mano a scemare, tiro il fiato inviando una muta preghiera di ringraziamento. Ma la volontaria che mi ha accolta fa il suo ingresso, con altrettanti carrelli pieni di stoviglie sporche.
Li divide tra tutti noi e se ne ritorna da dove è venuta.
Mi guardo le mani oramai screpolate dal tanto strofinare e dal sapone, pensando che più di una manicure ci vorrà un miracolo per farle tornare perfette.
"Ehi, principessina, non si batte la fiacca." Mi apostrofa il tizio di prima.
"Che problemi hai? Mi sono fermata solo un attimo!"
Lo affronto, mantenendo un tono fermo.
"Io? Nessun problema. Sei tu quella che ne ha, a giudicare dalla tua espressione schifata. Che c'è, hai paura di prenderti una malattia bazzicando i bassifondi?" So che cerca lo scontro, per cui faccio una mossa inaspettata.
"Tu non sai nulla di me.
Il mio ragazzo viene da un posto in cui neppure i taxi si fermano, quindi, per rispondere alla tua domanda: no, non ho paura di prendermi nulla, tesoro." Lo rimbecco con calma, lui si zittisce.
"Da che zona?" Si volta e si appoggia col fianco allo sgabello.
"Harper Hight." Ricordo a malapena il nome, solo per averlo visto su una specie di cartello, al confine del quartiere.
Gli parte un fischio, poi dice: "Beh, ti ho giudicata male. Mi spiace, io sono Eric, comunque."
"Io Luna. Scusa ma devo finire." Gli volto le spalle e riprendo a lavorare, senza potermi togliere dalla testa la colossale bugia che ho detto.
Ma ciò che davvero affiora alla mente è questa domanda: forse, e dico forse, vorrei davvero che lui fosse il mio ragazzo?

***

"Allora, raccontaci, come è andata?" Le mie amiche sono tutte orecchi, in attesa di avere dettagli sulla mia avventura di ieri.
Ed è a questo punto che mi sento divisa in due; da una parte vorrei dire loro la verità, dall'altra mantenere le apparenze, dire brutte cose, come sono stata abituata a fare.
Anche se ultimamente ci siamo molto avvicinate, ed ho fatto intravedere loro un po' della vera Luna, certe cose sono così radicate in me che hanno sempre il sopravvento.
Dulcis in fundo decido di dire la verità. Le ragazze, tutte e tre, non sono affatto delle snob. Anche se sotto la mia influenza fingevano, ho sempre saputo che sono delle ragazze normali, che non si fanno un vanto del loro status. Questo mi porta a decidere di dire loro la verltà.
"Non era poi così malvagio come posto. Pensavo che certi luoghi fossero frequentati da drogati, alcolizzati e nullafacenti, mi sono dovuta ricredere, ho tolto il velo e ho iniziato a vedere coi miei occhi, non con quelli dei miei genitori.
Ci sono persone dignitose, che hanno avuto una vita difficile, non scarti umani come pensavo." Termino quasi senza fiato.
"Qualunque cosa ti sia successa, ne siamo felici. La Luna perennemente arrabbiata, una spanna sopra agli altri e crudele, non ci piaceva più."
Mi abbracciano con calore, facendomi provare una gioia incontenibile.
"Mi sono messa nei guai, però." Ho fatto trenta, posso fare trentuno.
"Che hai combinato?" Jen si interessa subito.
"Beh, uno dei volontari era un tantino ostile. Ha detto delle cose, anche se vere, che mi hanno turbata e così, per dimostrargli che non ero la principessina che credeva, dopo che mi ha accusata di snobismo, gli ho detto che Dimitri era il mio ragazzo e dove abitava."
Mi mordo le labbra, in attesa del loro responso.
"Sei incredibile! Ed hai tirato fuori questa panzana, per farlo davvero ricredere o perché sotto sotto ci speri?" Naomi gira il coltello nella piaga.
"La prima. Io e lui non potremmo essere nient'altro che nemici.
Lui è quello che è, io sono come sono, anche se adesso sono la versione 2.0" faccio spallucce.
"Luna, se davvero lui ti piace, perché non gli parli? Magari non è lo stronzo che credi." Prosegue lei, imperterrita.
"Perché, dopo il modo in cui l'ho trattato, le offese che gli ho rivolto, dubito che voglia avere a che fare con me.
E poi, c'è James. I miei sono stati chiari, cristallini direi, nel dirmi che cosa devo fare. Se li contraddico o agisco per mio conto, mio padre mi disereda."
"Che stronzo! Scusa se mi permetto, ma con tutto il bene, i tuoi non mi sono mai piaciuti.
Dovremmo trovare un modo per far naufragare la tua storia con Jimmy, senza ledere i loro affari. Ma come?"
Ally si mette a passeggiare avanti e indietro per la camera, immersa nei pensieri.
"Potresti dire che sei lesbica." Suggerisce Jenny.
"Jen, apprezzo davvero l'aiuto, ma se dicessi una cosa del genere mi scuoierebbero viva, oltre al diseredarmi. Non hanno simpatia per gli omosessuali." Le rivelo.
"Va bene, troveremo un'altra scappatoia, allora.
Ma che possiamo inventarci?" Vedo il suo rammarico e intervengo.
"Ragazze, c'è poco da fare. Oramai sono incastrata in questa situazione. Me la farò andare bene e basta, se poi, per un colpo di fortuna, riuscissi a trovare una scappatoia, tanto meglio. Ma fino ad allora starò a quello che mi dicono i miei." Non voglio che si prendano le mie beghe sulle spalle.
"Sai una cosa, Luna? È da tanto che te lo vorrei dire, penso che sia giunto il momento: la devi smettere di sentirti in colpa, anche se la responsabilità è dei tuoi, per qualcosa che non hai fatto.
È stato un incidente ed ancora ne paghi il prezzo. Dovresti reagire e mettere i punti in chiaro, costi quel che costi. Hanno fatto in modo di far leva sul tuo senso di colpa per sfogare su di te la loro angoscia. Dei genitori non si comportano così. Mi domando che cosa ti hanno tenuta a fare, potevano darti in adozione anziché farti crescere così." La mia amica è un fiume in piena, non si trattiene.
"Sei la prima persona che mi dice queste cose. Sono così stanca di essere ciò che non sono, la figlia perfetta che però li delude sempre. Non sono mai abbastanza, non faccio mai abbastanza. Hanno sempre da criticare e da ridire, mai un complimento, un gesto d'affetto, un ti voglio bene.
E sai cos'altro? Hai ragione, adesso voglio essere felice. Non con James, ma con lui.
Lo cercherò e proverò a parlarci, magari andrà bene!"
Mi sento così vitale ed energica che salterei. La loro solidarietà, le parole di Naomi, hanno finalmente fatto cadere la maschera dietro la quale mi nascondevo. La vera Luna finalmente è pronta ad uscire allo scoperto. Partendo da questa sera, dall'andare a cercare Dimitri, disobbedendo ai suoi ordini, agli ordini di mio padre. 

SIAE Broken Love - Harper High Series SU AMAZONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora