"Rispondo all'appello, che succede?" Naomi irrompe nella mia camera mentre sto chiudendo la valigia.
"Ciao, grazie per essere accorsa subito. Mi serve un enorme favore, ma davvero grosso." Inizio subito dalla premessa più importante.
"Dimmi, qualunque cosa!" Si mette a disposizione.
Siedo sul letto e le faccio un riassunto di quello che ci siamo detti io e Cobra, comprese le sue teorie.
Passeggia su e giù riflettendo, poi si decide e mi comunica il suo pensiero.
"Allora, non sono per nulla contraria alla sua linea di pensiero. Non ha torto, nascondersi in certi ambienti può essere controproducente. Alla fin fine non si può davvero sapere quanto ci sia da fidarsi di quella gente.
Però posso darti una scappatoia, offrendoti rifugio nella mia casa al lago."
Mi sento quasi sollevata, ma un pensiero manda all'aria tutto.
"La zona sarà piena di gente della nostra cerchia. Le vacanze sono imminenti.
Potrei incontrare qualcuno, anche inavvertitamente. Quindi, a quanto pare, l'unica è davvero fuggire nel ghetto."
Sono avvilita e spaventata.
"Dai, facciamo così: tu vai da lui, se qualcosa va storto vengo di corsa e troviamo una soluzione ottimale.
Anche a costo di emigrare in Canada."
La abbraccio di slancio, grata del conforto che mi mostra.
"Okay. Ora viene il difficile, devi portarmi da lui. Ho detto ai miei che sarei stata da te, posso sempre inventarmi che mi sono rifugiata nella tua casa vacanze, ma dobbiamo almeno farci vedere assieme, per fugare ogni dubbio, nel caso i miei..." so che non c'è bisogno di aggiungere altro.
"Certamente. Mica ti lascio andare da sola!"
Prende la mia borsa, dato che ho le mani occupate dalla valigia e dal sacchetto con la terapia.
"Forse, dovremmo chiamarlo prima. Tu hai un recapito?"
Presentarsi all'improvviso non è il caso.
"No, ma possiamo cercarlo sull'elenco." Apre la pagina internet del cellulare e digita il suo nome cercando nell'elenco abbonati.
"Nulla, non ha il telefono a casa.
Forse Trickster sa come rintracciarlo." Spiega.
"Chi è Trickster?" Non ho idea di chi sia questo tizio.
"Hai presente il tipo alto, capelli neri e occhi azzurri, totalmente pieno di tatuaggi che lo accompagna sempre?"
Più o meno ho capito.
"Sì, diciamo che ho una vaga idea." Confermo.
"Bene, sono migliori amici da quando erano in affido. Di certo sa come recuperare Cobra."
La vedo che inizia a messaggiare, capendo che questo tipo deve essere quello con cui ha imbastito una storia.
"Okay, ce l'abbiamo.
Ma c'è solo un problema, è a lavorare adesso."
Cavolo, è vero. Me ne ero scordata, il lavoro all'autofficina durante il giorno.
"Vabbè non fa niente, andrò da qualche parte e poi lo chiamerò in pausa pranzo. Senti se ti può dire in che orario stacca."
Spero di non dover aspettare chissà quanto.
"Facile, staccano alle una. Lavorano insieme, per questo lo so."
La do una gomitata e ammicco.
"Ah, ecco spiegate le tue fughe misteriose a quell'ora! Beh, se sei felice, chi sono io per giudicare." Sono sincera.
"Sei davvero cambiata tanto.
Sai, prima avevo paura a confidarmi. Pensavo che mi avresti bandita dal gruppo e messa alla gogna.
Comunque, non è una storia seria. È solo..." si blocca, intuisco quale sia il motivo.
"Ehi, prima o poi si renderà conto di cos'ha tra le mani. Nessuna può fare le scarpe a Naomi Roger, tantomeno tenerle testa."
La conforto come lei ha fatto con me tante volte.
"Lo spero. Ti parrà strano ma ci tengo a lui. Ci tengo davvero."
La prova della veridicità delle sue parole è nel rossore che le si diffonde sul volto.
"Ehi, vedrai che tutto si sistema.
A costo di sfidarlo nell'arena e mettergli un po' di buonsenso nella zucca." La butto sullo scherzo per alleggerire la tensione che emana.
"Senti, non mi va di lasciarti a vagabondare da sola.
Qui vicino c'è un cinema, potremmo nasconderci lì fino all'ora in cui staccano." Propone.
"Sei gentile, ma ti ho già fatto perdere tempo e devi anche andare all'aeroporto a prendere i tuoi nonni.
Se mi lasci il numero lo chiamo io, dopo che mi sono rifugiata nel cinema."
Non me la sento di costringerla, ha già fatto tanto.
"Nessun problema, il loro volo ha un ritardo, atterrerà non prima delle 14:00. Andiamo, la missione fuggitive deve avere inizio."
Mi trascina fuori, ed una volta in auto ci dirigiamo al cinema.
Per l'occasione indosso un foulard e degli occhiali da sole che mi presta lei, per evitare di essere riconosciuta.
Paghiamo il biglietto ed entriamo, facendo un breve pit-stop al bancone dei popcorn.
Un paio di snack e qualche bibita e dritte in sala.
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RomantizmWattys2018. Pubblicato il 18 marzo 2018. Perché nel nostro mondo, le differenze sociali contano. Eccome... Aveva tutto quello che di meglio la vita le potesse offrire: era bella, ricca, viziata. Nata dalla parte giusta della linea di demarcazione. M...