"Quindi, fammi capire, hai tramato per tre giorni con le tue amiche, solo per riorganizzare la vacanza?"
È steso a pancia sotto sul letto, reggendosi sui gomiti.
"Esatto. Tu ancora non lo sai, ma io sono una complottista nata", scherzo, anche se un fondo di verità c'è.
"Ed io e Patrick siamo invitati alla settimana coast to coast?
Come mai hai cambiato idea?"
Sembra davvero sorpreso.
"Beh, sei stato carino, mi hai ospitata e confortata quando ne avevo bisogno, anche se ti ho trattato di merda. Mi pareva giusto regalarti una gioia." Minimizzo, ma per me è importante.
"Lú, sei gentile, ma non credo che sia il caso.
Anche se hai modificato tutto, io non mi posso assentare dal lavoro né permettermi gli alberghi in cui alloggerete. E sono abbastanza orgoglioso da rifiutare di farti pagare tutto."
Si alza rivestendosi.
"Va bene, se non vuoi venire non ti obbligo, ma non staremo in albergo, ci arrangeremo con delle tende e dei sacchi a pelo. Patrick ha già confermato." Vediamo se così posso incentivarlo.
"Resta il fatto che non posso mollare il lavoro, mi serve."
E a questo che cosa ribattere?
"Ho capito, non importa." Mi alzo a mia volta, chiudendomi in bagno.
La delusione è cocente, ho davvero pensato che accettasse, così come mi ero illusa di poter passare più tempo con lui.
Domani tornerò a casa, tutto riprenderà da dove l'avevo lasciato.
"Ehi, non prendertela. In circostanze diverse avrei accettato, mi piace come diversivo. Ma davvero, non posso Luna, capiscimi."
Apro la porta e mi affaccio con un sorriso stampato in faccia.
"Non è la fine del mondo. Non ti angustiare, non me la sono presa. Va bene così e lo capisco. Hai la tua vita, i tuoi impegni ecc.
Non posso pretendere che modifichi la tua routine per me."
Richiudo la porta, mi metto sotto il getto d'acqua e lascio che la tristezza mi avvolga, così come l'acqua che mi scorre addosso.Quando faccio il mio ingresso in cucina lo trovo ai fornelli, che cuoce delle braciole in padella.
"Tra poco è pronto." Non mi guarda neppure, devo davvero averlo messo in crisi e non era mia intenzione.
"Scusa, ma non resto a cena. Naomi e le ragazze saranno qui tra poco, esco con loro." Gli comunico il cambio di programma.
"Fa niente, darò la carne in più al gatto. Divertiti." Mi saluta così, freddamente, io ricambio e vado fuori ad aspettare le ragazze.
Arrivano dieci minuti più tardi, belle pimpanti.
Non corro pericoli a farmi vedere con loro, domani mattina farò rientro e sono in perfette condizioni fisiche. La terapia e le pomate hanno operato il miracolo.
Certo, non esulto al dover ricominciare con James, ma non mi posso tirare indietro. Anche se sarà solo per un paio di giorni, dato che poi partiremo.
"Ehi, stai benissimo! Sembri rinata." Mi accolgono le mie amiche, complimentandosi.
"Vero? Staccare un po' ha sortito effetti insperati.
Mi sono concessa una specie di vacanza, ed ha dato i suoi frutti." Concordo con loro.
"Le cose con lui come vanno? Verrà con noi?"
Si interessa subito Jen.
"Purtroppo no, ha il suo lavoro e non può mollare così di punto in bianco. Oltretutto qualcuno deve sostituire Patrick." Strizzo l'occhio a Naomi, che diventa viola.
Tutte e tre comprendono che l'argomento mi turba, così, per il resto del viaggio parliamo di altro, concentrandoci sul progettare nei minimi dettagli la settimana di follia che ci aspetta.
Lo stesso facciamo durante la cena.
Mi ragguagliano anche su cosa hanno fatto in questi giorni, le ascolto con interesse, piacevolmente grata della distrazione offertami.
"Allora, hai sentito James?" Allison pone il quesito.
"Sì, mi ha chiamata solo una volta, per sapere della mia febbre. Abbiamo chiacchierato un po', più che altro di lui, e poi ci siamo salutati. Ho notato una certa freddezza, ma d'altro canto non sono stata tutta amore e sdolcinatezza neppure io."
"Beh, non c'è da meravigliarsi. Si è comportato come se tu non ci fossi mai stata. È uscito e si è divertito, Luna, è giusto che tu lo sappia." Allison mi informa.
"Beh, non mi interessa. Mi sono divertita anche io." Faccio un mezzo sorriso, scoppiano a ridere intuendo il doppio senso. Il cameriere ci porta il conto, decidiamo all'improvviso di andare in un locale per terminare la serata.Essendo metà settimana, non c'è molta gente, alla fine è quasi meglio.
Ci sediamo ad un tavolino, sulla terrazza all'aperto, godendoci la brezza.
Le ordinazioni arrivano subito, facciamo il solito brindisi di rito.
Le ragazze sprizzano gioia ed allegria, io un po' meno. Ripenso continuamente al suo rifiuto, assieme al fatto che dovrò recuperare con Jimmy. La cosa mi turba, doverci andare a letto non è cosa gradita al momento. Sarà perché non mi soddisfa, ma molto più probabilmente per il fatto che non è lui.
Con Dimitri la chimica è potente. Come se i nostri corpi fossero fatti l'uno per l'altra. Difficile eguagliare del sesso così.
"Luna, torna tra noi" sghignazza Jenny.
"Scusate, ero tra i miei pensieri. Che stavate dicendo?"
Ripetono tutto daccapo, stavolta ascolto e commento nella giusta maniera.
La serata scorre, tra bevute e battute di ogni tipo, fino a che mi rendo conto di quanto si sia fatto tardi.
Non ho le chiavi, devo suonare e mi secca, dato che starà dormendo, visto che si alza presto la mattina.
"Ragazze, devo rientrare, è tardissimo. Prendo un taxi, non vi preoccupate." Stronco sul nascere le loro proteste, lascio la mia parte di soldi e vado via, chiamando anche un taxi.
Aspetto un po' ma alla fine arriva.
Comunico l'indirizzo al tassista, storce il naso e dice: "La lascio sul confine, io non ci entro lì."
"Certo, capisco. Nessun problema, grazie."
Accende il tassametro e partiamo.
Gli invio un SMS, sperando che lo legga, avvisandolo di essere al confine e che sono sola. Spero mi venga incontro, quel quartiere è davvero orribile. Due giorni fa c'è stata una sparatoria vicino al negozio di liquori.
Ma lui non risponde, noi arriviamo.
"Sono 25,80." Sibila l'uomo.
Gli metto in mano una banconota da cinquanta, dicendogli di tenere il resto, scendendo velocemente.
Parte sgommando, come se ci fosse qualcuno armato che lo minaccia.
Ma le strade sono vuote, fin troppo a dire il vero. Una cosa positiva però c'è, conosco la strada a memoria.
Mi incammino a passo abbastanza svelto, non voglio correre rischi. Svolto nel primo vicolo, anch'esso deserto, prendendo la scorciatoia che porta verso l'agglomerato di casette in cui risiede.
Sento alcuni passi, ma non riesco a capire da dove provengono.
L'illuminazione è del tutto assente per le vie, qui non è da meno.
Affretto ulteriormente l'andatura, sentendo che anche l'altro fa lo stesso.
Il panico affiora, ma mi costringo a non correre. Sarebbe peggio.
Peccato che il mio inseguitore lo stia facendo.
La sua mano mi afferra il braccio, mi giro e gli tiro un pugno.
"Cazzo, Luna sono io!"
"Dimi? Scusami! Credevo fosse un malintenzionato."
"Me ne sono accorto. Mi hai mandato un messaggio, ti sono venuto a riscontrare." Si massaggia la parte dolente.
"Ecco, adesso sì che mi sento una merda. Scusa, davvero. Pensavo non lo avessi letto, che dormissi." Un po' debole come scusa, ma che altro posso dire?
"Ero sveglio." Si limita a questo.
"Sì, me ne sono accorta.
Andiamo a casa, non mi sento tranquilla." Lo prendo sottobraccio.
"Non devi avere paura se sei con me. Nessuno ti toccherebbe, ho una reputazione, sai?" Non so se stia facendo il gradasso, ma alla fine neppure mi importa.
"Mhh, lo dici a tutte, scommetto." Chissà se è vero.
"A parte Denise, che mi conosce, nessuna viene qui." Wow, che rivelazione.
"Ah, come mai?" So che non dovrei pressarlo, ma sono troppo curiosa.
"Te lo dissi tempo fa, non sono quel tipo." È più un mormorio che una replica.
"Ah, ok. Non sei il tipo da avere una storia, una ragazza. Vero, me lo avevi detto." Mi freno anche se vorrei indagare, sapere.
"Esatto. Sesso e basta, questo è tutto quello che ho da offrire."
Calca la mano su questo punto.
"Guarda che lo so. E poi ho un ragazzo, ricordi?" La butto lì, come se fosse una cosa che mi lascia indifferente.
"Già, lo stoccafisso, come poterlo dimenticare.
Comunque, io e lui abbiamo ancora un conto in sospeso."
Ci rimango, pensavo se ne fosse dimenticato, o comunque passato oltre.
"A questo proposito, a suo tempo vidi il video. Ti posso chiedere una cosa?" Il tarlo non mi ha mai smesso di rodere.
"Cosa?" Si irrigidisce.
"James ti disse qualcosa che ti distrasse, cos'era?"
"Mi dette del finocchio. A quanto pare avete molto in comune voi due."
"Dai, sii serio. Che ti ha detto?" Non me la bevo.
"E va bene, mi disse che potevo starti dietro quanto mi pareva, ma che tu non ti saresti mai immischiata con me.
Ero troppo povero e stupido, e che lui ti scopava meglio."
"Davvero ha detto così?" Che figlio di buona donna.
"Esatte parole. Mi distrasse perché già pensavo che foste male assortiti, ma soprattutto perché lo disse ad alta voce, sentirono tutti. Non mi parve una bella cosa da fare."
"Sai cosa? Se ti ricapita fagli partire qualche dente!"
Adesso sono furibonda, il caro James avrà una bella sorpresa quando ci rivedremo.
"Ci puoi scommettere. Non è chiuso il conto.
Anche perché, attaccarmi cinque contro uno è da vigliacchi, ed io odio i codardi." Sentenzia.
"Se non fosse per i miei, non ci avrei a che fare neppure io. Ha delle idee così folli per la testa, che mi fa paura." Non so perché ma mi lascio scappare questa affermazione.
"Senti, ci andiamo a bere una cosa? Così mi racconti?" Non me l'aspettavo, ma la proposta mi piace.
"Ma non devi lavorare domani?" Rammento.
"Sì, ma ci sono abituato. Combatto anche durante la settimana, eppure mi alzo e vado a lavorare lo stesso."
"Va bene, vada per la bevuta, ma non ci dobbiamo ubriacare!"
Più che altro per lui, lavorare col dopo sbornia non è piacevole, credo.
"Agli ordini, principessa." Mi tira per il braccio, infilandosi in un vicolo, dieci minuti dopo siamo nel pub.
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Storie d'amoreWattys2018. Pubblicato il 18 marzo 2018. Perché nel nostro mondo, le differenze sociali contano. Eccome... Aveva tutto quello che di meglio la vita le potesse offrire: era bella, ricca, viziata. Nata dalla parte giusta della linea di demarcazione. M...