15°Capitolo

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Il mattino seguente mi risvegliai sola. Ciel, lo sentivo, se ne era andato da poco. Annusai il cuscino di fianco a me e capí perchè me lo sentivo: Ciel aveva dormito con me e il cuscino era ancora impregnato del suo profumo.

Mi sistemai al suo posto per essere avvolta completamente dal suo odore.

Non avevo mai provato niente di cosí intenso per qualcuno. Mi sentivo attratta da lui in un modo sconcertante e ieri sera avevo fatto delle cose che non credevo di saper fare soltanto per regalargli qualcosa che fosse unico, qualcosa che gli dicesse che io provavo dei sentimenti forti per lui.

Ma forse i sentimenti che provavo non erano veramente miei, forse i miei sentimenti erano completamente influenzati dalla maledizione. In fondo, era pressocchè impossibile che qualcuno si innammorasse del proprio opposto che era anche un fantasma; ma non potevo ignorare i miei sentimenti che fossero finti o meno io provavo una forte attrazzione per Ciel.

Rimugnai su questi pensieri mentre mi vestivo per andare all' allenamento con pantaloni stretti neri, maglietta a maniche corte rossa e stivali neri. Avrei potuto farmi vestire da una cameriera fantasma ma preferí di no, non volevo far credere che fossi una bambina viziata che non sapeva vestirsi. Uscí dalla camera e mi diressi in palestra. Quel giorno mi allenavo con ogni tipo di spada con Sam, il mio istruttore.

Entrai in palestra e, anche da lontano riconobbi le sue spalle possenti e la schiena che si tendeva al movimento che stava facendo. Mi avvicinai e dietro di lui notai che stava affilando un'enorme spada grande il doppio di me. Mi vennero i brividi.

-Oggi imparerai la difesa, che è il miglior attacco. É importante che tu sappia prima difenderti che attaccare- disse Sam senza alzare gli occhi dalla spada

-Prendi una di queste- mi indicó un ammasso di spade uguale alla sua lí vicino. Ne impugnai una e provai a sollevarla. Non si muoveva. Solo dopo tre tentativi riuscí ad alzarla dal terreno e portarla davanti a me. Solo allora Sam si alzó e mi venne difronte. Mi fece fare vari esercizi che avevano come scopo quello di farmi maneggiare piú facilmente la spada.

Ad ogni esercizio mi sentivo sempre piú sicura piú brava.

In sole due ore arrivai a fare combattimenti veri e propri e ci mancava poco che disarmassi un combattente esperto.

Mentre combattevo mi sentivo libera da ogni peso, da ogni preoccupazione, non pensavo a niente se non alla mossa successiva e non importava che cosa avessero detto gli altri vedendomi.Tutti quanti avevano uno schema di gioco ben preciso e io riuscivo sempre a capire quale.

-Molto bene Aranel- mi lodó Sam con sincera approvazione -ora combatterai contro di me- con un sorrisino sinistro mi invitó a posizionarmi a centro campo, con tutti i combattenti intorno che ci guardavano.

Intanto in me cresceva il panico. Non sarei mai riuscita a battere Sam; l'avevo visto in azione e... bè, si puó dire che quei muscoli non li abbia a caso. Se mi fossi fatta seriamente male? Non una semplice ferita ma una frattura vera e propria. Sam attaccó senza preavviso costringendomi ad arretrare con una mossa difensiva. Attaccava continuamente, senza sosta e intanto mi abbaiava contro ordini come:"schiena piú dritta!" "Gambe piú divaricate!"

Sentivo che gli altri combattenti, guarda caso tutti figli di nobili, ridevano di me e della mia improvvisa goffaggine.

Li avevo battutti tutti, prima.

Provai a fare una cosa.

Cercai dentro di me la pallina d'orata e la irradiai, concentrandomi principalmente sulle mani che impugnavano la spada.

Volevo soltanto fare in modo che la mia spada diventasse piú forte, invece dalla spada partí una scarica elettrica nera che, appena toccó la spada di Sam, ci fece volare all'indietro. Sbattei violentemente la schiena al muro e caddi, senza forza. Subito sentí due mani grandi e calde tirarmi su. Non avevo bisogno di alzare lo sguardo per sapere chi era. Sentivo le sue emozioni. Era spaventato. In un attimo venni avvolta dal suo profumo e mi sentí subito meglio. La stanchezza e la paura di aver fatto male a Sam sparirono, ma non potei fare a meno di guardare dall'altra parte della sala: Sam era disteso a pancia in sú tutto scomposto e con gli occhi chiusi, non mi sembrava fosse ferito ma il potere potrebbe averlo colpito all'interno. Il senso di colpa e il terrore di averlo ferito gravemente mi assalirono nonostante ci fosse Ciel.

Tranquilla non si è fatto niente

Come fai a dirlo?

Il potere che hai lanciato, per quanto mi abbia sorpreso, non era forte

Perchè ti ha sorpreso?

Perchè è una cosa che sanno fare solo le persone del Popolo di Ombra

A quel punto alzai lo sguardo verso di lui. Aveva ragione, non me ne ero accorta. Venni distratta dal cambiamento repentino delle emozioni di Ciel. Ora era sorpreso e intontito. Lo guardai negli occhi blu

Cosa c'è?

Nonstante il suo viso fosse quasi sempre inespressivo, io sapevo cosa pensava e ora le sue emozioni erano piú forti che mai.

-Aranel, i tuoi occhi- sussuró Ciel

-Cos'hanno?-

-Sono di due colori diversi, uno è argento e l'altro è oro- lo guardai, sconvolta. Di sicuro non stava scherzando.

Spazio autrice:

Ciao!

Scusate l'attesa. Ecco il nuovo capitolo.

Salla

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