23°Capitolo

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Appena la nostre bocche si separarono notai che c'era qualcosa di strano: la battaglia si era fermata. Tutti ci stavano guardando con la bocca spalancata. Guardai Ciel rossa come lava incandescente e lui mi sorrise leggermente
Questo è il momento buono mi disse, non feci in tempo a chiedergli spiegazioni perchè inizió a parlare con voce potente e alta

-Ora sapete tutto! Avete visto anche voi cosa ha portato la divisione dei nostri popoli! Ha portato al compimento di una grande maledizione, quella che faceva si che io e la principessa ci innamorassimo. Perchè la separazione non ha fatto altro che unirci di piú!- ora era il mio turno. In circostanze normali non avrei parlato cosí, ma dovevo farlo per il bene mio e di Ciel.

-Non lasciate che l'odio e l'aviditá pervadano i vostri cuori! Pensate ad un'unico popolo, formato dagli abitanti di Luce e Buio che collaborano e sono amici tra di loro. É questo che la Dea Amatis ha voluto dirci con questa maledizione-le risposte a tutto prendevano forma nella mia testa mentre le dicevo e allora capivo il significato della maledizione e del mio amore per Ciel -la Dea vuole soltanto che la terra non venga distrutta da noi e ve che viviamo in pace e in armonia. Ed io e Ciel siamo i portatori di questo messaggio!-

Mi voltai verso di lui e Ciel mi sorrise lievemente, ricambiai, poi mi voltai verso i soldati. Si guardavano, alcuni tristi, altri pensierosi e altri ancora indecisi. Poi vidi una massa bionda di capelli emergere dalla folla lo stesso pugno che si alzava come a voler cantare vittoria e la voce di Iuta che urlava:-Viva il Re Ciel e la Regina Aranel!- io la guardai e prima che potessi urlarle che non eravamo il re e la regina, tutti i soldati la imitarono in un coro di voci sempre piú forte. Io allora nascosi la faccia nell'incavo del collo di Ciel, per l'imbarazzo e lui mi strinse a sè.

-Bé allora direi che devo cederti il posto fratello- disse una voce familiare. Era Alan, tutto sporco di fulligine e con il fiatone ma incolume.

-Ma Alan...- provó a dire Ciel ma lui non glielo permise, lo zittí con una mano e scosse la testa

-Niente ma, lo sai che sei sempre stato tu il migliore a prendere decisioni, non io. Il posto spetta a te- al chè Ciel sorrise con gratitudine al fratello e gli diede una pacca sulla spalla.

Peró,poi, la terra cominció a tremare, e tutti i cori di voci si spensero. Il terreno del campo di battaglia si illuminó e di fronte a me e a Ciel si creó una spaccatura. Ne emerse una signora, fluttuando, con un viso affilato, con un occhio argento e uno oro, i capelli biondi che emettevano riflessi argento e il vestito che cambiava colore ad ogni movimento, sembrava fatto d'acqua. Si avvicinó a noi due e ci prese le mani, poi, parló:-Salve ragazzi, siete stati bravi, non avete ceduto e avete lasciato che l'amore e la ragione vi conducessero verso la strada giusta. Voglio farvi due doni per ricordarvi sempre ció che avete fatto e per non dimenticare mai cosa è importante-

-Chi siete?- chiesi

-Sono colei che creó e colei che distruggerá la vostra maledizione-

-La Dea Amatis- sussurrammo in coro sia io che Ciel. La Dea si voltó a sinistra e allungó un braccio. Dal nulla apparve un leone nero, enorme, con occhi rossi come il sangue e denti affilati come spade e un unicorno bianco e oro con linee sinuose e armoniche. Bianco e nero, luce e buio, eppure erano insieme e non separati. Capivo la validitá di quel dono cosí mi inchinai alla Dea

-Grazie Dea, è un dono bellissimo- lei ridacchió -sapevo che avresti capito il suo significato- poi si giró verso Ciel, gli si avvicinó e gli sussurró qualcosa all'orecchio e Ciel le fece uno dei suoi piú bei sorrisi.

-Ora- ricominció la Dea -posso andare, sapete cosa dovete fare- e sparí in una nuvola di luce e polvere.

Io intanto mi sentivo molto stanca e senza forze, le gambe mi tremavano e se non fosse stato per Ciel sarei caduta. Appoggiai la testa alla sua spalla.

-Sei stanca?- mi chiese

-Un pó- allora Ciel mi prese in braccio come solo lui sa fare: mettendo un braccio piegato sotto le mie coscie facendomi da sedia, io gli cinsi il collo con un braccio e a quel punto ero piú alta di lui. Peró c'era ancora una cosa da dichiarare.

Mi voltai verso i soldati e dissi:-D'ora in poi voi sarete un'unica squadra, e i due popoli, uno solo. Da domani avvieremo la unificazione dei due popoli con un'unica casata reale e un'unica cittá- alla mia dichiarazione i soldati di entrambi i popoli esplosero in un boato di gioia. Questo dimostrava quanto i popoli volessero rimanere insieme e collaborare. Ciel si voltó e si incamminó nella via del ritorno. Si affiancarono a noi l'unicorno e il leone come delle guardie fiere e indomabili.

-Torniamo a casa principessa- disse Ciel guardandomi. Solo ora mi rendevo conto di quanto mi erano mancati i suoi occhi, le sue labbra, i suoi capelli e lui, il suo carattere. Cosí misi due dita sotto il suo mento e avvicinai le nostre labbra e gli lasciai un dolce bacio in risposta. Lui rise e continuó a camminare fino a casa sua, dove avremmo portato a compimento l'opera di unificazione dei due regni.

Spazio autrice:
Ciao bella genteeee
Ecco il penultimo capitolo che in realtá è l'ultimo ma ora c'è l'epilogo perció... Scriveró presto l'ultimissimo capitolo per poi incominciare un'altra storia! Spero continuerete a seguirmi. Vi adoro

Abbracci
Salla

Light and DarkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora