16°Capitolo

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Basta.

Mi divincolai da Ciel e scesi dalle sue braccia poi mi misi a correre con lui alla mia calcagna. Sentivo che mi chiamava ma non me ne curavo.

Corsi verso la biblioteca e mi ci chiusi dentro, mi sedetti ai piedi di uno degli ultimi scaffali e appoggiai la testa allo scaffale. Ciel continuava a tempestare di pugni la porta. Era molto arrabbiato, lo sapevo bene, odiava il fatto che mi fosse toccato un simile fardello da portare e odiava ancora di piú il fatto che lui non potesse fare niente per impedirlo. Non ero stupida, anche se non sapevo bene quanto lui cosa questo comportasse, sapevo che era una cosa veramente grave. Avere gli occhi di un colore diverso dall'altro che per giunta erano i colori del potere della luce e delle tenebre, e l'aver appena dimostrato che ero in grado di controllare magia dell'oscuritá davanti a tutti, non era cosa da poco. Non era Ciel che doveva odiarsi, ma io. Dovevo farglielo capire, se continuava ad auto-convincersi che era colpa sua non avremo risolto niente. Presi a giocherellare con il bordo della maglietta, indecisa sul dafarsi. Mi sentivo vuota, lui era dietro quella porta che pregava di entrare e io glielo negavo, come se non avessi bisogno di lui.

Mi alzai e mi avvicinai alla porta, appoggiai le mani sopra di essa come se le stessi posando sul suo petto, per fermarlo. I pugni cessarono. Mi aveva sentito. Sentivo il suo respiro affannato e incominciai: -So cosa provi Ciel, ma lasciami spiegare- la mia voce era spezzata dal dolore-sappiamo entrambi che cosa vuol dire il fatto che io abbia entrambi i poteri:morte. Perchè nessuno dei due regni accetterá questo fatto. Nessuno dei due regni accetterá me. So anche che ti odi per questo, e ti ringrazio per provare queste emozioni al posto mio. Ma sono io che devo odiarmi. Io perchè ti ho costretto, senza chiedere, a portare questo fardello con me, perchè tu hai scelto me per stare al tuo fianco, la persona meno indicata e piú sbagliata di tutte. Forse è la maledizione che ci ha costretto a incontrarci o forse è stato il destino, fatto sta che sono stata molto, molto felice di incontrarti- a quel punto non potei piú frenare le lacrime che sgorgarono, ma continuai a parlare-anzi, mi hai cambiato la vita Ciel Silvershade e se non mi fossi innamorata di te forse sarebbe piú facile dire queste parole- ecco, l'avevo detto. Peró invece che riempirmi di gioia, mi aprirono uno squarcio nel petto. Solo allora capí: dovevo andarmene, per il suo bene e per il mio. Incominciai a singhiozzare piú forte.Lui aveva rincomiciato a tempestare la porta di pugni, in agitazione sapeva dove volevo arrivare.

-Aranel, basta, smettila- gridó

-Devo andarmene Ciel, ma non hai visto? Ho fatto male ad una persona con un potere che non riesco a controllare solo perchè mi stava attaccando!-

-Possiamo evitarlo!Ti faró istruire dai migliori maghi del paese e riuscirai a controllarti!-

-Non posso Ciel, non accetterano di istruire uno scherzo della natura come me- sussurrai -Non posso procurarti altro dolore, incominceranno a parlare male di te e ad odiarti perchè sei in rapporti intimi con un essere mai visto e io non posso accertarlo perché il tuo dolore è il mio e voglio solo che tu stia meglio- Mi staccai dalla porta, alla quale mi ero attaccata come se ne dipendesse della mia vita, e indietreggiai. Lui sentí anche questo e urló, in panico:-Io staró meglio solo se ci sei tu! Non mi importa delle voci, davvero! So che è troppo presto per dirlo perchè abbiamo passato poco tempo insieme ma non posso lasciarti è un dolore troppo grande, magari potremo passare piú tempo insieme e conoscerci di piú anche se mi sembra di conoscerti da sempre. Non mi lasciare ti prego.- aveva incominciato a singhiozzare anche lui. Lui, il forte e temerario Ciel che piangeva.

Le sue parole erano troppo per me.

Piangendo mi voltai e corsi verso la parte opposta della biblioteca. Alzai il viso al soffitto. Sapevo cosa dovevo fare per scappare. Bucare il muro con una scarica di energia.

Mi preparai in posizione per saltare.

-Aranel! Sei una stupida se credi che una porta mi fermerá allontanandomi da te! Sei una sciocca perchè mi stai allontanando alla prima difficoltá, lo sai, vero, quante cose peggiori dovremo affrontare?- Aveva ragione, naturalmente, lo stavo lasciando perchè non capivo che lui era forte abbastanza per sopportarmi, ma ero io quella debole.Incominciai a irradiare l'energia sufficiente per il balzo e intanto urlai:-è vero, ma sono io quella debole!-

-No tu sei forte! Non lo capisci? Il solo fatto che sei ancora sana di mente dopo aver scoperto che io sono un fantasma e che sei legata a me ti rende piú forte di qualsiasi ragazza!-  L'energia era pronta.Io no.

Addio Ciel, ti amo.

Piangevo come mai in vita mia e intanto mi rannicchiai per spiccare il balzo.

Contrassi i muscoli e schizzai in aria verso il tetto. Mi accorsi a malapena che la porta era appena stata scardinata.

Arrivai al tetto ed incominciai a spingere con l'energia scaturita da tutto il mio corpo. La roccia si stava crepando.

Non ti allontanerai da me cosí facilmente la voce di Ciel irruppe tra i miei pensieri, distraendomi. Una mano mi afferró per la caviglia e un'altra si appoggió alla mia vita. Con forza mi tiró giú ed io non riuscí piú a liberare energia perchè ero stanca dal precedente uso.

Di colpo la forza di gravitá ritornó attiva ed io crollai tra le braccia di Ciel che a sua volta cadde a terra.

Mi ritrovai sopra di lui, con le gambe perfettamente incastrate tra le sue e la testa appoggiata al petto suo ansimante. Provai ad alzarmi ma me lo impedí stringendomi le braccia intorno alla vita con forza. Rincominciai a piangere ripensando a quello che stavo per fare e a tutte le parole che ci eravamo detti, piene di dolore. Lui si alzó facendomi sedere sopra di lui. Mi accarezzava la testa e intanto mi sussurrava parole di conforto.

Aranel hai capito ora? Niente mi allontanerá da te, niente.

Scusa scusa scusa

No non ti scusare, so perchè lo hai fatto ma devi capire che siamo forti e ce la faremo

A quel punto alzai la testa e per la prima volta agganciai i miei occhi ai suoi. Mi ci persi dentro tentanto di spiegargli senza parole quanto dolore stavo provando ma anche quanta gioia nel sapere che non si era arreso. Lui, capí e mi bació una tempia con tutta la tenerezza di questo mondo. Ma io ora volevo di piú, dopo che gli avevo rivelato i miei sentimenti volevo sentire le sue labbra morbide sulle mie e volevo che mi dicesse che anche lui mi amava.

Avvicinai la mia testa alla sua, per farglielo capire e chidere, in un certo senso il permesso. Solo un centimetro ci separava ora. Ma lui si staccó, improvvisamente. Temetti il peggio.

No, Aranel, ti ho detto che ci saremmo conosciuti meglio e avremmo passato piú tempo insieme e fino ad allora no. ti baceró dichiaró

Ma io ti voglio! mi lamentai come una bambina. Lui ridacchió e mi bació di nuovó la testa. Poi un sorrisetto malizioso prese posto nel suo volto

Oh, ma non credere che io non ti voglia in quel senso. Devo controllarmi ogni volta per non metterti le mani addosso.

Spazio autrice:

Ciao!

Scusatemi per la lunga attesa vi avverto che dovete portare pazienza perchè non aggiorneró molto spesso quest'estate. Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto.

Saluti

Salla

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