Ogni giorno Sam Winchester è condotto nella stanza di Castiel e a volte si unisce per qualche minuto alle loro conversazioni. E' sempre gentile con Castiel, ma non gli dà troppa confidenza, situazione che non lo infastidisce troppo. E' più espansivo con Dean. Non importa cosa stia dicendo, se gli sta raccontando la sua giornata, di questo o di quell'altro ragazzo insopportabile o se lo sta prendendo in giro, Sam guarda sempre suo fratello con due occhi adoranti, come se fosse alla continua ricerca della sua approvazione. Lo punge una nota di malinconia. Gli mancano i suoi, di fratelli. Non li vede da un vita. Ma in fondo era stato Castiel a scegliere di partire, di entrare in quella comunità, alcuni anni fa. Doveva aspettarsi che si sarebbero allontanati. Forse una parte di lui lo desiderava anche. Tuttavia non importa cosa succede, quando cresci insieme a delle persone una parte di loro resta inevitabilmente legata a te per sempre. E anche se fuggi continui a rincontrarli, in un libro, in un passante, negli occhi di un altro ragazzo. Riconosce molti sguardi in quelli di Sam, ma quello di Balthazar lo colpisce come il colpo di un fucile. Senza accorgersene comincia a sentirsi più legato a quel ragazzino, e contemporaneamente più esitante nei suoi confronti.
Quando il piccolo Sammy esce dalla stanza, Castiel raccoglie qualche libro lasciato sparso in giro e trascina una sedia più vicino a Dean.
- Ho trovato una storia che potrebbe interessarti. – gli dice. Ha un mezzo sorriso e Dean lo imita, facendo brillare la grazia di Castiel. Ama quella sensazione. Lo fa sentire così pieno, così bene. Così libero di volare e così desideroso di restare a terra con lui. Gli occhi verde rubino scintillano. E' finalmente riuscito a convincere Zachariah che le manette non sono necessarie.
- Ma non mi dire... un'altra sul mitico "Cassiel", sacro angelo del Giovedì? Aspetta che scopra il nome di quel figlio di puttana che protegge i Lunedì... – Castiel ridacchia e sbatte il libro che tiene in mano contro il ragazzo.
- Un po' di rispetto per gli angeli, Winchester. E comunque, non te lo dirò mai...
- Aspetta, mi hai appena colpito con la Bibbia? Aaaah... mi brucia la spalla... - Dean assume un'espressione dolorante.
- Shhh... zitto e ascoltami: hai mai sentito di David e Jonathan? – Lo scruta con gli occhi e lui si ferma. Una certa agitazione lo innervosisce, simile alla grazia, ma dalla sfumatura più cupa, quasi minacciosa, quasi lo spaventa. Si sta addentrando per vie pericolose che aveva giurato di non percorrere. Sta per rendere tutto più reale. Ma Dean lo ignora e lo guarda in silenzio per qualche secondo, serio.
- Mmmmh... amici tuoi? – Per un attimo sente ancora le dita calde di Dean tra le sue, al cinema. Flash di quella serata gli passano per un attimo davanti. No, non ci deve pensare.
- No... - ridacchia debolmente, simbolicamente. In realtà il cuore gli batte parecchio, ma deve rimanere calmo. Sceglie di sorridere, di renderlo più ironico.- Re David e il suo "amico" Jonathan. – come evidenzia con la voce la parola "amico", Dean si fa serio per qualche secondo, per poi sorridere divertito.
- Wow, gossip!
- Sì... e sono due personaggi dell'Antico Testamento... - suggerisce. Dean coglie il messaggio al volo.
- Quindi li posso usare contro qualche omofobo cristiano... - riflette.
- Possiamo... - specifica, sorridendo. - Esatto, hai colto il punto. – Castiel s'immagina come sarebbero potuti apparire se qualcuno avesse aperto la porta in quel momento. Due ragazzi che ridono e parlottano, senza mai staccare gli occhi di uno da quelli dell'altro. Fuori dal contesto, fuori da quel luogo, fuori dalla società, dal sesso, da tutto, sarebbero rimasti solo quei due ragazzi, quelle due persone, quelle due scintille di grazia. E, per qualche secondo, mentre sorridono è così.
- Hai tutta la mia attenzione... - Lo interrompe Dean. La verità è che da un po' di tempo quel racconto ronza nella testa di Castiel, ma non è mai riuscito ad esporlo al suo protetto. Forse perché è diventato uno dei suoi preferiti, nelle ultime settimane. O forse perché ha quella paura, ma non sa bene di cosa. Tuttavia la voglia di portarlo alla vita con Dean sovrasta quelle sensazioni. Ha bisogno di parlargliene, di sentire cosa ne pensa.
- Jonathan era un potente guerriero d'Israele, figlio del re Saul. "Più veloce delle aquile e più potente dei leoni". Un valoroso generale, fedele al suo popolo e ubbidiente alle leggi del padre... almeno finché non incontrò David, un giovane dalla voce soave chiamato a suonare alla corte del re, per calmare il suo spirito.- Comincia a recitare, scorrendo simbolicamente alcune pagine, che ormai sa a memoria. Preferisce sapere dove posare gli occhi. Non in quelli di Dean. - Amato da tutti, si avvicina al sovrano e a suo figlio, con il quale instaura un fortissimo rapporto, profondamente disapprovato dal padre.
- Ahia.
- Già. Saul arrivò a tirare una lancia contro Jonathan.
- Figlio di puttana. E poi?
- Beh... qui dice che si amassero più di quanto potessero amare qualsiasi donna. Parla di incontri segreti, baci... patti d'amore...- Castiel non sa bene come continuare. Riprende fiato e commette l'errore di guardare Dean e coglierlo a pochi centimetri dal suo viso, le pupille dilatate e l'espressione stregata. Si sofferma sulle lentiggini e sulla bocca semiaperta per qualche secondo, prima di riprendersi. Chiude la Bibbia e si alza. Non si era accorto di essersi avvicinato così tanto a Dean mentre leggeva, né probabilmente lo aveva fatto il ragazzo, che come colpito all'improvviso dalla lancia invisibile di re Saul scatta all'indietro.
- Continuarono a frequentarsi nonostante l'astio del re... fino a che, beh, fino a che Jonathan il guerriero morì insieme al padre in battaglia, lasciando il futuro re David solo e pazzo di dolore... o almeno mi piace vederla così, visto che comincia a sgozzare gente a caso e a incolparli della morte di Jonathan. – Cerca di alleggerire un po' la tensione.
- Penso che farei anch'io così. – Dean incurva le labbra, deluso. - Però cazzo, li relationshippavo.
- Tu che? – Castiel si volta, confuso.
- Ehm, è complicato. E' un termine che usano dei fan per dire... Vabbè, ignorarami. Sul serio. Tanto è troppo lungo e alcuni lo vogliono cambiare. E poi ti traumatizzerei probabilmente. – Dean parla velocemente, con un sorrisetto sotto i baffi che rende Castiel estremamente curioso.
- Eddai, so anche che cos'è un "fan". – cerca di convincerlo. Dean fa una smorfia soddisfatta.
- Angioletto, non te lo dirò mai. Torniamo a David e Jonathan.
- In pratica, non c'è altro da dire. Al loro funerale re David compose un canto per la loro morte, che contiene all'incirca tutte le informazioni che ti ho dato fin'ora. – Castiel gli si riavvicina. – Vuoi impararlo?
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Destiel - Hallelujah
FanfictionCastiel ancora non sa che Dean Winchester, l'affascinante peccatore che il giovane ha il compito di strappare dalla perdizione, stravolgerà la sua esistenza e tutto ciò in cui ha fermamente creduto da quando è venuto al mondo. Cercando un ultimo app...