Capitolo 10

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Dean si è ripetuto che Castiel è il suo biglietto di uscita. E' stato gentile con lui, lo ha ascoltato. Ma non ha mai messo in conto la possibilità di legarsi a quel ragazzo, tanto da uscire da quel luogo infernale senza provare ad abbandonarlo. Ora percepisce la tenerezza del suo stesso sguardo ogni volta che vede Castiel, il cuore battere all'impazzata ogni volta che le labbra del moro si avvicinavano a lui. Adora il suo mondo positivo, dove ogni cosa ha un posto e uno scopo: a forza di sentirlo, anche a Dean pare di avere un destino, si sente protetto, anche la sua vita sembra avere un ordine preciso, un piano. O forse è solo perché è in compagnia di Castiel?

Dean non è un ragazzino, non è la sua prima cotta, ma sa che Cas, con la sua fede, non potrebbe mai accettarlo. Ogni volta che si chiude dietro le spalle la porta della camera del ragazzo si ripromette di farsela passare e ogni giorno, quando vi rimette piede, ricomincia ad amarlo daccapo. Anche se accompagnata da timore e senso di colpa, la sua immagine non gli esce mai dalla testa. E questo è un grande problema per Dean. Non riesce più neanche a sognarsi di lasciare quel gruppo di invasati religiosi, finché il suo angelo continua ad aleggiare tra loro.

- They were swifter than eagles, stronger than lions. There was a secret chord, that David played and it pleased the Lord. – canticchia a bassa voce nella sua stanza, passando le dita sulla cravatta blu come gli occhi di Castiel, che non gli ha più restituito. No, non era così. Doveva chiedergli il testo. Qual era stato poi davvero il significato di quel testo? Cas voleva dirgli qualcosa o Dean si sta semplicemente immaginando tutto? Si abbandona sul letto, cercando di non pensare. Eppure c'è un'energia, qualcosa nei loro sguardi. E' difficile coglierlo impreparato, poterlo osservare senza essere visto da lui, e, in quei momenti, Dean ripercorre le ormai familiari onde dei suoi capelli, gli occhi blu cielo, le labbra screpolate e le guance ruvide; la strada continua lungo il collo, il sensuale petto e scende sempre più giù, fino a quando Dean, con un po' di vergogna, è costretto a fermarsi. Come ha fatto a cadere così? Non è solo una cosa fisica, come al solito, quando il suo corpo balla al ritmo di un altro e per una notte s'innamora di una persona. E' qualcosa di più profondo. Non ama solo il corpo di Cas, ma anche il suo sguardo, la sua voce... anzi, quello che dice, quello che sogna, quei suoi atteggiamenti nei confronti del mondo, delle persone attorno a lui, nei confronti di Dean. Quanto è cambiato da quando sono insieme. Quanto è cambiato anche Dean. Sospira. Non è sicuro che sia una cosa positiva, ma è come sono le cose. Prova un sentimento in parte conosciuto, in parte no per un ragazzo che, nonostante abbia accettato la sua bisessualità, non è probabilmente pronto a ricambiare un bel niente, se è nelle facoltà di ricambiarlo. Sam non ce la fa a capire che ha bisogno di tempo, tempo per chiarire le cose con se stesso prima, e magari con Castiel poi. Ogni giorno lo guarda come se la sapesse più lunga di tutti e due messi insieme e ogni volta che Cas si assenta per più di trenta secondi per andare in bagno o a recuperare alcuni spartiti dimenticati chissà dove, suo fratello gli salta letteralmente addosso.

- Ma state insieme, vero? – gli chiede.

- Vi siete baciati?

- Ti prego, dimmi che lo hai baciato tu.

- No, non ci credo. Sono molto deluso da te, Dean. Si vede lontano un miglio che siete innamorati.

- Sam, Cas è un amico. – protesta Dean, abbastanza forte affinché entri in testa pure a sé stesso. Ma è come parlare al muro.

- Insomma, fa tutte queste cose per noi, di qualcuno deve essere innamorato. – riflette ad alta voce il ragazzino. – Beh, se non di te allora deve esserlo di me. Sam/Castiel! – urla soddisfatto alla fine.

- Non urlar... non..! Sta zitto! –gli ordina Dean.

- Allora è vero che ti piace! – gli sorride sornione Sam. – Eddai Dean... parlami dei tuoi sentimenti per Caas... - il ragazzino si agita sul letto nella sua direzione e Dean spinge suo fratello di nuovo al suo posto.

- Sammy, smettila di dire cazzate. Tra me e Cas non c'è nulla.

- Certo, certo. Aspetta che lo racconti a Charlie...

- Cosa volete raccontare a Charlie? – fa Castiel rientrando nella stanza con un sorriso serio e innocente.

- Di niente! Sam deve proprio andare adesso, eh? Ciao Sammy! – fa Dean, tirando al massimo gli angoli della bocca. Castiel lo guarda incuriosito e Dean istintivamente incurva la schiena, sotto il brivido di quello sguardo.

- Eddai Dean... - continua a bassa voce suo fratello.

- Puttana. – sussurra.

- Cretino. – fa lui di rimando. E' il loro modo di dire "Ti voglio bene lo stesso". Chiude la porta mettendo fine alle sceneggiate di Sammy, si volta tranquillamente per tornare al suo posto e si trova a faccia a faccia con Castiel, a pochi centimetri dal suo naso. Quei momenti ultimamente accadono spesso. Sembra che Cas abbia una felice visone tutta sua dello spazio personale delle persone. Scatta all'indietro, preso alla sprovvista, mentre il ragazzo stranamente non muove un passo, come se fosse totalmente normale stare così vicini ad un amico. Forse lo è per gli etero. Mah. Dean ci pensa un attimo. Quanto devono stare distanti due ragazzi non attratti l'uno dall'altro? Secondo Cas, decisamente poco. Evidentemente dev'essere facile se non senti l'impellente bisogno di baciare persona accanto a te. 

Destiel - HallelujahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora