Capitolo 12

192 13 0
                                    

Quella mattina, aspettando l'arrivo dei Winchester, Castiel ripete le parole di quelle preghiere ormai familiari come il suo riflesso allo specchio, perché a Dio, su di sé, non ha più niente da dire.

Dean bussa, entra nella stanza e come sempre è bello come il sole, con i capelli grano e il sorriso latte, con la camicia cenere che fa risaltare la pelle e i lineamenti perfetti e le labbra fragola. Immediatamente il suo corpo si mette in funzione, lo stomaco s'agita e la grazia gli infuoca il petto.

Castiel ha un comportamento strano. Sembra... tra le nuvole. Ogni tanto il suo sguardo va in un mondo tutto suo. Non è il genere di comportamento che non ti aspetteresti da Cas, che la sua mente prenda a viaggiare, alla ricerca di una risposta, di un problema, eppure... durante le loro lezioni è sempre così attento, così partecipe. Ma non oggi: oggi il suo sguardo vola, si sofferma verso il basso, chiuso in pensieri difficili, dolorosi a giudicare dalla fronte aggrottata. E allora Dean decide di fare una cazzata, come suo solito. Una battuta che gli preme particolarmente. Una frecciatina di quelle che gli facevano i professori, a scuola, quando non seguiva la lezione.

- Tutto bene Cas? – ride. – Oggi sembri essere da un'altra parte. Non sarai mica innamorato? - Castiel non dice niente e una fitta di dolore trafigge Dean nel centro delle costole. Eccola, la cazzata. Avrebbe preferito non saperlo proprio, forse. Eppure continua, inarrestabile.

- E bravo il mio Cas! – la voce non lo tradisce e neanche il sorriso. – Come si chiama?

Castiel rimane in silenzio, poi si riscuote.

- Nessuno.

- Eddai bello, sei... sei praticamente il mio migliore amico, vuoi tenermi segreta una cosa del genere? – Incredibile il potere di nascondere la verità con le parole. Il corpo di Dean è in massima tensione, pronto a balzare, come una molla.

- Nessuno Dean, davvero.

- Non ti chiedo di conoscerla, solo il nome della fortunata. – "Poi ci penso io a trovarla e a spezzarle le gambe".

- Dean...

- Cas... - Dean lo guarda, ma il ragazzo tiene gli occhi bassi e fa una smorfia. Il suo intero corpo sobbalza, come se improvvisamente avesse trovato qualcosa di estremamente divertente su cui ridere. In pochi, terribili nanosecondi Dean si accorge che quella di Castiel non è una risata. Si alza in piedi.

- Cazzo, angioletto, mi spiace. E' perché ti volevi fare prete, è per questo che piangi? Guarda che non ti fa male un po' di sesso. – Stavolta Castiel ride per davvero, con gli occhi blu fattisi oceano tra le lacrime.

- Avevo... solo bisogno... di sfogarmi, sai?... non ero riuscit... a piangere, nella cappella... magari en- entrava qualcuno e... - tira su col naso, - Non voglio diventare prete, stupido. Lo sai.

- Sì ma non ne ero proprio sicuro... meglio così... che brutta vita... - gli sorride Dean. – Allora qual è il problema?

- Dean... - Castiel scuote la testa, con un sorriso triste. – Non posso farlo.

- Sì invece. – incrociano i loro sguardi che rimangono incatenati l'uno all'altro. – Qualsiasi sia il problema, lo risolveremo. Te lo prometto. – Come gli sono uscite quelle parole? Cos'è quella tensione prima che le labbra di Castiel comincino a muoversi?

- Non è una lei. – Dean impiega qualche secondo per recepire il messaggio. Si avvicina.

- Castiel? – il suo cuore è impazzito, gli rimbomba nelle orecchie. Abbassa istintivamente il tono di voce, tremante all'idea di scegliere le parole sbagliate. – Cas, sei innamorato di me?

Destiel - HallelujahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora