Capitolo 11

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Dio, Castiel non riesce a crederci. Pochi mesi prima non sarebbe mai riuscito a immaginarsi una situazione del genere. Quella sera, dopo che Dean esce dalla sua camera, conta qualche secondo prima di imitarlo. Attraversa le fredde scale di marmo su cui dà il corridoio del dormitorio dei ragazzi, poi la grande sala su cui si appoggiano, evitando di guardare in faccia chiunque. A quell'ora tuttavia c'è poca gente in giro. Effettivamente, neanche Dean avrebbe dovuto avere lezione, ma ci teneva a rivedere degli spartiti... eccola, di nuovo. Quella sensazione. Quel sorriso spontaneo che gli sale lungo la bocca al pensiero di Dean. No, no. S'infila nella cappella – vuota - e si sistema nell'ultimo posto della terza fila a sinistra, come sempre, per poter parlare con Dio. A Castiel le chiese piacciono davvero, con i loro archi e i loro affreschi, con le statue e le loro sfarzose decorazioni. Lo portano a pensare alle persone che con la loro fede avevano intriso in tutti quei particolari meravigliosi qualcosa di divino, qualcosa di potente. Eppure le cappelle, quelle piccole, modeste, decorate solamente dai giochi di luci e ombre dei candelabri, lo fanno sentire più al sicuro, più... a casa.

Recita qualche preghiera, sospira. Arriva la parte più difficile, in cui deve parlare di Dean. Senza mezze parole, senza paura di essere giudicato. Lui sa tutto, e anche di più. Più volte il ragazzo si è insinuato nelle sue preghiere, nelle sue confessioni, ma quella sera deve dire una cosa più importante.

- Padre, ho molto peccato... - comincia. Davvero? No, non davvero. Ne avevano già discusso quando il ragazzo era giunto alla conclusione che Dio è amore, non odio e non che detesterebbe mai un proprio figlio per l'orientamento sessuale di lui. E' solo una di quelle insignificanti, reinterpretabili antiche regole che ormai nessuno rispetta più. Tranne nel caso dell'omosessualità, evidentemente. Lui capisce. Ma qualcosa è cambiato e Cas cerca di spiegarlo e di spiegarselo, riflettendo silenziosamente. Non riesce a smettere di pensare a quel ragazzo, ai suoi occhi, alla sua voce... la sua grazia ormai sembra perennemente accesa, come un faro in mezzo alla tempesta, e illumina le sue giornate, ogni momento in cui è lontano o vicino a Dean.

- Cosa mi sta succedendo? – sussurra. Sa la risposta. Gliene aveva parlato il ragazzo stesso. "Scalda il cuore e ti tiene sveglio la notte, ti fa bruciare come un fuoco e venir voglia di urlarlo a tutto il mondo." E ormai non dorme più la notte, Castiel, ma non solo per quella sensazione di andare a fuoco che aumenta ogni volta che si avvicina a lui, ma anche per paura. Improvvisamente gli è chiaro cos'è che non va. Non è la natura dei suoi sentimenti a spaventarlo quanto le loro conseguenze. Ogni volta che ci pensa, un dolore lancinante blocca tutte le sue funzioni, un dolore che sa di ciò che perderebbe. Non può, si dice. Non può fare questo a se stesso. Nell'attimo in cui quei sentimenti sarebbero diventati reali, tutta la sua vita, tutto ciò che era stato gli sarebbe caduto addosso. Un omo... uno come lui, non è ammesso in quella comunità. Dovrebbe lasciare i suoi compagni, la sua casa, il suo sogno. Cosa sarebbe lui senza? E' quello il suo futuro: fare del bene e portare Dio nelle vite degli altri. Non può davvero farlo a se stesso.

- E' questo Padre. – ripete a voce bassa, spezzata. Ne parla con Dio come con un amico, togliendosi quel peso di dosso ma riempiendone l'aria attorno, perché adesso che lo ha detto a Lui è reale, non può più essere ignorato. Ha già messo fine a sé stesso. Un senso di vuoto lo travolge. Vuoto dappertutto, nelle vene, nei polmoni, nel cuore. Per non parlare dell'orrenda, possibile anzi... probabile possibilità che il ragazzo non ricambi quella... cosa. Del resto come può provare qualcosa per uno come lui? Nonostante tutto fa sempre parte del nemico, dei religiosi che gli hanno complicato l'esistenza. Rappresenta tutto ciò contro cui deve combattere ogni giorno. Certo, si sono avvicinati, ma quanto davvero? Forse il loro legame è frutto della sua fantasia, forse Dean non ci tiene a lui quanto crede. Eppure ripensa a quello sguardo, a quel sorriso. Come può essere falso? Come può emanare così calore? Come può qualcosa di così bello, così divino, dall'aspetto così angelico buttarlo in quell'inferno? Lo chiede a suo Padre. Lo chiede di nuovo. E' davvero questo essere innamorati? Soffrire ogni giorno? Perdere tutto? Improvvisamente si sente stanco, tanto stanco, troppo stanco di fingere che quelle sensazioni non ci siano. Non si è neanche accorto di quanto le aveva tenute dentro prima di affidarle a Lui. Ora invece tanti tasselli vanno al loro posto. Del resto, non era mai stato innamorato di nessuna ragazza, giusto? Sussulta. Ha sentito passi alle sue spalle? Si volta di scatto. La cappella è vuota, anche troppo silenziosa. Nessuno. Riprende a respirare. Sempre più lentamente. La sensazione di pericolo però non si allontana, perciò decide di recitare un'ultima preghiera e andarsene. Gli resta solo una scelta. O Dean, o sé stesso. E quella, lo comprende, la deve fare da solo.

Destiel - HallelujahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora