Capitolo XVI

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24 febbraio 2017

A Beather il secondo giorno ci diedero delle tute grigie e sul petto vi era un numero, il mio era 1423 mentre quello di Isaac era il 1422. Non avevamo più un nome, ora eravamo solo numeri, come in un campo di concentramento; Kira l'avevano portata in una specie di canile e ci era permesso di vederla una volta al giorno per pochi minuti. Ogni giorno si svolgevano controlli medici e se qualcuno risultava malato, anche con un semplice raffreddore veniva sbattuto fuori e divorato dai morti,giornalmente morivano almeno dieci persone. Finiti i controlli che duravano dalle 7.00 alle 14.00 ci si riuniva in una mensa dove si mangiavano le proprie provviste e dopo si avevano circa due ore di libertà, alle 19.00 vi era il coprifuoco e se non lo si rispettava vi erano diverse punizioni come delle bastonate da parte dei militari o la sottrazione di cibo.

-Merda, ho la nausea e mi gira la testa.-

-Non dirmi che ti stai ammalando Cat, sai che succede se ti ammali!-

-No Isaac, è il bambino.-mi toccai la pancia.

-Il bambino? - mi guardó sbalordito.

-Ma come? Non te l'ho detto? -

-Cosa devi dirmi? -

-Sono incinta, ormai è il terzo mese.-

-Non ci credo, perché non me lo hai detto? -

-Con tutto quello che è accaduto...-

-Sono le 6.55 dobbiamo sbrigarci!-

Uscimmo di casa in fretta e furia e andammo nella sala controlli, ci mettemmo i coda dietro una lunghissima fila.

-Cat ma il morso non te l'hanno visto? -mi chiese guardandomi la mano con cui mi tenevo la bocca.

-N-no-

-Cat ti senti bene?-

Con un perfetto tempismo in risposta a quella domanda vomitai. Mi sembró di vomitare anche l'anima. Subito dei militari mi presero per le braccia e mi portarono via, io mi dimenavo e Isaac cercava di fermarli ma nulla.Mi portarono in una stanza dove vi era una dottoressa intenta a guardare qualcosa in un microscopio. Alzó lo sguardo e mi squadró dalla testa ai piedi.

-Bene cosa abbiamo qui?-si avvicinó a me, mi prese il mento per guardarmi più da vicino.

-Lasciatemi-dissi debolmente.

La dottoressa fece un cenno con il capo e i due mi lasciarono sola con lei.

-Come mai ti hanno portata qui? Sei malata?-

-Ho solo vomitato...-

-È uno dei sintomi del virus sai?-

-Sono incinta.-

Mi guardó sorpresa.

-Dobbiamo fare un'ecografia allora. -

-Avete gli strumenti per farla?-

-Ovvio! Ma che domande fai?-sorrise.

Mi portó su un lettino dove accanto vi era uno schermo, mise una specie di gel sulla pancia e con un attrezzo riusciva a vedere sullo schermo il bambino. Riuscivo a vederlo anche io e iniziai a piangere.

-È un maschio.-

Finita l'ecografia uscii fuori e cercai Isaac, in mezzo a tutta quella confusione non riuscivo a trovarlo.

Quando lo trovai era ancora in fila per fare i controlli e corsi ad abbracciarlo, era stupito di trovarmi ancora viva.

Aspettai il mio turno per il controllo, mi tirarono il sangue, mi controllarono occhi e bocca e mi mandarono via.

Aspettammo le 14.00, morivo di fame.Le nostre provviste erano minime, e sicuramente non sarebbero bastate per altri cinque giorni. Mangiammo solo un pó di pane con del formaggio, Isaac mi offrì un pò del suo e io non riuscii a rifiutare.

Dopo pranzo andammo a trovare Kira, era sempre entusiasta di vederci.

Le giornate andavano avanti sempre così, tranne ogni tanto quando andavo da quella dottoressa. La vita senza zombie era più sicura ma monotona. Stranamente mi mancava far saltare teste e scappare via quando aumentavano, e le grida, quei versi strani che emettevano, quella puzza. Forse ero pazza ma quella vita faceva a caso mio. Poi iniziavo a pensare a tutte le persone accanto a me che sono morte e subito cambiavo idea, pensavo che quel posto era la mia unica salvezza e non me ne sarei mai andata di lì.

Ciao ragazzi! Come avete potuto notare nella parte dell'ecografia non sapevo nulla e l'ho fatta durare pochissimo ahahahah

Vi ringrazio come al solito dei commenti, dei voti e delle visualizzazioni.

Vi voglio bene,

Redhair31

Carne viva.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora