Love is weird 12

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CAPITOLO 12

Stanno andando a New York, prendeteli. La frase mi rimbomba nella testa per una decina di minuti, mentre Josh alquanto spaventato mi trascina via. Arriviamo tutti e quattro nel nostro appartamento e ci barrichiamo in casa. «Ehi, ragazzi io sono nuova, solo voi potete dirmi cosa sapete sul preside» dico tutto d'un fiato. Josh mi fa sedere sul divano e comincia a parlare «Il preside è nuovo quanto te, sta qui da poco tempo, circa due settimane. Ora che ci penso...Potrebbe essere venuto qui per te. E' sicuramente così. Comunque, si è comportato sempre in modo strano ed evidentemente è uno dei tipi di cui parlava tuo padre.. La gente che vuole quel tuo CIP impiantato nel polso.» «Non ci posso credere, sembra fantascienza ragazzi!» esclama Laura «Secondo te io riesco a crederci?» ribatto «Ma ora cosa facciamo? Non possiamo andare a New York, ci troveranno, sanno dove stiamo andando...» continua Laura. «È mio padre che vogliono, ancora non sanno di noi, sanno dei dati quelli che ho nel CIP e sono convinti che gli abbia lui.» «Ma se andiamo a New York adesso ci pedineranno per trovare tuo padre, potranno anche ricattarti.» continua Sam «Sam ha ragione, non possiamo andare, ma non possiamo neanche rimanere qui, siamo in gabbia» ribatte Josh, pugnalando una parete di cartongesso, ammaccandola leggermente. Si può sentire l'angoscia presente nell'appartamento, abbiamo paura dell'ignoto, non sappiamo cosa ci aspetta realmente. «E se contattassimo tuo padre?» chiede Laura «Si può fare, ma tramite una lettera» rispondo.

Papà, ho letto la lettera, entrambi i fogli. Insieme ad alcuni amici stavo venendo a New York quando ho sentito che il nostro preside è in combutta con degli scagnozzi che ti  stanno cercando. Ora siamo bloccati qui, se venissimo da te, ci pedinerebbero e ti troverebbero facilmente. Scoprirebbero che non sei tu ad avere i dati e verrebbero da me. Non possiamo quindi spostarci, ma devi assolutamente togliermi questo CIP, aspetto una tua risposta.

Jen.

Avrei voluto scriverli perchè mi ha fatto questo, perchè mi ha messo in questo pasticcio, ma non l'ho fatto. Litigheremo dopo, adesso bisogna solo risolvere. Sam e Laura si offrono di portare la lettera alle poste, io e Josh rimaniamo soli, pensierosi sul divano.

«Non ti preoccupare» dice dopo un pò di tempo rimasti in silenzio, prendendomi la mano «Ho paura per quello che potrebbe succedere a mio padre, alla mia famiglia e... Non lo so, mi sembrava tutto perfetto, avevo appena cominciato una nuova vita, sta succedendo tutto così in fretta. Prima la scuola, poi tu, poi questo CIP» «Io ho paura per te, Jen. Potrebbero ucciderti quei bastardi. E per quanto possa combattere, non so contro chi siamo. Devo ancora capirci realmente qualcosa. Quello che so è che sei in pericolo e se ti dovesse succedere qualcosa di grave,  cosa farò io?».

Mi butto fra le sue braccia e butto via qualche lacrima che sto trattenendo da fin troppo tempo. Affondo la testa nella sua spalla e lui fa lo stesso affondandola nei miei capelli. Rimaniamo abbracciati per un pò. Poi mi prende il volto fra le mani «Si risolverà tutto, vedrai» mi stampa un bacio sulla bocca e si dirige verso la cucina «Ho comprato le pizze prima dell'arrivo della lettera». Sorrido, ci voleva proprio una bella pizza, almeno per scacciare via questo pensiero. «Josh, grazie» «E di cosa?» «Per l'aiuto che mi stai dando, per questo grandissimo appoggio» «Perchè non dovrei aiutarti, scusa?» «Non lo so, forse io al posto tuo mi sarei tirata indietro. In pochi giorni qui al College, ho trovato delle persone che pur non conoscendomi bene, sono disposti ad attraversare l'America per salvarmi. Non lo so, è strano, non ero abituata a tutto questo. Ho sempre avuto amicizie superficiali.» «Non credo che tu saresti scappata se fosse successo lo stesso a noi.. Ormai sei parte di noi, che tu lo voglia o no». Mangiamo la pizza in silenzio, sono intenta ad affrontare questa situazione con serenità, non sarà questo ad abbattermi. «Quando intendono tornare quei due?» chiede Josh «Secondo me non torneranno subito..si saranno imboscati, come al solito!» ridiamo insieme «E se ci imboscassimo pure noi?» dice Josh avanzando con passo lento e provocante verso di me. Si ferma davanti alla mia sedia e mi fissa negli occhi. Un desiderio improvviso mi offusca la mente, è cosi strano pensare a questo mentre c'è gente che vuole uccidere mio padre. Sarò forse egoista, ma non riesco a resistere al fascino di Josh. Lui mi tira su dalla sedia e mi abbraccia baciandomi sulla bocca, poi sul collo provocandomi una sensazione strana. Josh continua a baciarmi, sbattiamo sul muro ma non ci fermiamo, mi trascina verso la sua camera e ci buttiamo sul letto ancora stretti in una morsa di baci e abbracci. Continuiamo a lungo, accarezzandoci rapidamente, rotolandoci sul letto, strofinando le nostre mani su ogni centimetro di pelle scoperto dai vestiti. «Ti voglio» dice d'un tratto. La sua voce mi sembra particolarmente roca e provocante. La verità è che lo voglio anch'io. Lo voglio adesso, ma ho paura, perdere la verginità mi spaventa e mi spaventa perderla in questo contesto. Esito, quando Josh continua «So che è la tua prima volta e vorrei essere io il primo e l'ultimo, so che non è il momento adatto, so che sta succedendo tutto veramente molto in fretta, ma è quello che voglio. Tu mi vuoi, ti prego dimmelo!». Lo voglio, lo voglio dal primo giorno che l'ho incontrato «Ti voglio» dico «Tu mi ami? Altrimenti sarà solo sesso» «Ti amo» «Allora va bene».

Mi lascio completamente andare mentre mi tira via la maglietta, poi mi slaccia velocemente i pantaloni lasciandomi in intimo. Non provo vergogna, nulla di tutto ciò, provo curiosità e con la sua stessa foga gli strappo i vestiti di dosso. Gli sbottono la camicia scoprendo i pettorali che avevo intravisto sotto la sua camicia bianca in piscina. Passo poi ai pantaloni.

Josh's pov:

Sono eccitato fino al midollo, aspettavo questo momento da quando l'ho vista. Il modo in cui mi tocca mi fa rabbrividire. Mi sta togliendo via i pantaloni, ora siamo entrambi in intimo. Presto noterà la mia erezione. Ci guardiamo per un attimo, come fossimo estranei a tutto ciò. Continuo a baciarla mentre le slaccio il reggiseno. Continuo a baciarla lungo il collo, per arrivare ai suoi seni. Appoggio le labbra con leggerezza baciando e assaporando lentamente ogni centimetro della sua pelle morbida. Lei si muove, scossa da un brivido. La accarezzo e la bacio ovunque ne ho la possibilità. L'unico punto coperto è sotto.

Jen's pov:

Comincio a sudare, ho dei brividi a ogni suo tocco, scende una mano giù, fino ad arrivare all'orlo dei miei slip. Esita un pò, poi gli tira sotto, spingendoli via dalle mie gambe. «Sei perfetta» la sua voce, in questo momento non fa altro che eccitarmi. Lui comincia a toccarmi. Lentamente, tocca l'entrata. Non smetto di rabbrividire, quando lo sento infilare un dito, roteandolo e muovendolo rapidamente provocandomi qualcosa di inaspettato, qualcosa che non ho mai provato prima d'ora. Ma voglio andare oltre, voglio assaporare.

Josh's pov:

Jen rabbrividisce continuamente, ora si sposta venendo più vicina possibile a me. Infila una mano nei miei slip. Sono eccitato, fin troppo. Lei prende il mio cazzo in mano, le stringo le mani guidandola spostandola su e giù, baciandola e toccandola. Comincia ad andare più veloce, sono eccitato. Mi sfuggono dei sospiri che non riesco a trattenere, aspettavo da tempo il suo tocco, mi stendo su di lei continuando a baciarla, voglio farlo ora, non riuscirò ad aspettare a lungo. Infilo la mano nel cassetto, cercando disperatamente un preservativo. Appena lo trovo, faccio per infilarmelo, ma sento la porta aprirsi. Sam e Laura sono sulla soglia della porta. «Oh cazzo».


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