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Il giorno dopo mi svegliai nel tardo pomeriggio, il vestito della sera prima puzzava di alcol e di fumo ed i capelli erano scompigliati. Avevo una guancia nera, perché la sera prima mi ero struccata male e l'eyeliner si era disperso su tutta la pelle.

Dopo essermi lavata e vestita accesi il cellulare e aprendo Facebook mi arrivò una notifica: Arianna mi aveva taggato in alcune foto.

Aprii il post: sotto la scritta "Capodanno da leoni" erano state pubblicate una decina di foto.

In una di esse, un Mattia visibilmente ubriaco indossava un papillon sulla fronte come se fosse uno di quei frontini da Hippie e faceva la linguaccia alla telecamera con un braccio intorno al collo di Luca: il padrone di casa.

Commentai il post e corsi in cucina a fare colazione, pranzo o merenda: non saprei definirlo visto che erano le quattro del pomeriggio.

Mentre mi preparavo un caffè risi tutta contenta pensando alla serata appena trascorsa.

Alcuni giorni dopo fu il giorno della Befana: mi svegliai tardi, erano più o meno le undici quando mi alzai dal letto lanciando da una parte le lenzuola. Mi preparai con calma vestendomi con un maglioncino verde, un paio di jeans e le All stars nere. Indossai un paio di orecchini a cerchio neri e legai i capelli in una treccia.

Se mi avesse visto Arianna mi avrebbe sgridata: amava le trecce, ma non su di me perché era convinta che legandoli, prima o poi, avessi rovinato i miei ricci.

Mia madre, tornata a casa due giorni prima, era seduta in cucina e guardava la televisione. Sembrava appagata e non aveva bottiglie di alcol intorno.

Credo fosse un miracolo natalizio arrivato con qualche giorno di ritardo.

Preparai un tè e mangiai delle fette biscottate con il miele, le volle anche lei.

Per la prima volta, dopo tanto tempo, stavamo facendo colazione insieme intorno al tavolo, con calma e non era ubriaca.

«Ti sei divertita a Capodanno?» mi domandò guardandomi, mentre sgranocchiava un pezzo di fetta biscottata.

«Si, molto!».

«Dove sei stata?».

«In una villa in campagna, il padrone di casa ha organizzato una festa ed ha invitato tutti i ragazzi della nostra età».

«Sono contenta che sei stata bene, come ti sei vestita?».

«Con il vestito rosso».

«Il più bello tra tutti quelli che abbiamo secondo me».

«Non saprei, a me piace di più quello azzurro estivo, però non mi sembrava adatto».

Mia madre mi lanciò un sorriso quasi materno e mi accarezzò i capelli.

«Tu dove sei stata?» le domandai per cancellare l'imbarazzo che mi aveva provocato quel suo gesto affettuoso.

«In una discoteca con Roxane ed una sua amica».

Quella carezza era stato il primo gesto materno dopo anni di litigate e distanze. Fu un evento talmente particolare e raro che lo scrissi nel mio quadernino cartonato.

Nel pomeriggio uscii con Arianna: nella piazza del paese avevano allestito una grande tenda con all'interno dei tavoli in legno, lunghi e rettangolari, sui quali erano poste le calzette della befana.

I bambini potevano entrare, prenderne una ed andarsene. Erano imbottite con dolciumi e caramelle.

Delle donne vestite da Befane passeggiavano per tutta la piazza ed una calzetta gigante era stata messa sotto il porticato del Comune.

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