Il giorno dopo ci svegliammo in tarda mattinata e dopo aver fatto colazione andammo a Wimbledon.
La stazione che utilizzammo per arrivarci era collegata ed organizzata meglio rispetto a quelle italiane: pulita, precisa.
Gli inglesi mi ricordavano il mio professore di matematica. Era impressionante la loro precisione.
Quando arrivammo rimanemmo stupiti dalla bellezza di quel luogo.
Era un sobborgo colmo di giardini stupefacenti e case con il tetto a punta.
Milioni di turisti vagavano per le stradine e sui prati.
«Peccato che i tornei di tennis iniziano l'ultima settimana di giugno» disse Emanuele sconfortato.
«Non sapevo ti piacesse il tennis» dissi girandomi verso di lui.
«Non è uno dei miei sport preferiti, ma c'è di peggio».
Risi e mi voltai a guardare ciò che stavo osservando prima di quell'affermazione: un laghetto al centro di un prato.
Nella borsa tenevo sempre la mia agenda ed una matita e quando avevo l'ispirazione riportavo tutto al suo interno.
Una volta tornata a casa avrei continuato a scrivere il mio romanzo.
Quella sera, durante la cena in albergo, parlammo della giornata appena trascorsa.
«Quando andremo a vedere il teatro di Shakespeare?» chiese ad un certo punto, mentre sorseggiava la minestra.
Ci pensai un attimo.
«Perché non domani?» gli dissi.
Emanuele annuì e dopo aver preso un altro sorso dal cucchiaio si alzò e mi porse la mano.
La osservai per qualche minuto, poi mi soffermai sul suo sguardo.
«Dove andiamo? Non ho finito di mangiare!».
«Non siamo vecchi, mi sono stancato della minestra, seguimi».
Di nuovo quella parola. Dovevo fidarmi? Pian piano stavo iniziando a farlo, ma spesso mi sentivo come se fossi una ragazzina, come se non conoscessi la vita ed il funzionamento del mondo in confronto a lui e forse era davvero così.
Cos'aveva in mente?
Mi alzai e lasciai che prendesse la mia mano. Uscimmo dall'albergo lasciandoci alle spalle la grande sala da colazione/pranzo/cena, la hall e l'entrata.
«Dove stiamo andando?» gli chiesi ridendo mentre correvamo per la strada.
«Lo vedrai».
Ad un certo punto si fermò.
«Ti fidi di me?».
Oddio, cosa voleva fare?
«Dovrei?».
«Dovresti».
Lo guardai negli occhi ed intravidi una luce.
«Allora si, mi fido».
«Chiudi gli occhi e lasciati trasportare».
«Cosa?».
«Fidati».
Sorrideva.
Sbuffai e chiusi gli occhi. Mi prese un braccio e camminammo per circa altri cinque minuti.
«Attenta, ora saliremo tre scalini, non aprire gli occhi».
Mi lasciai trasportare, sentii una porta aprirsi ed un forte rumore di persone che parlavano.
«Dove siamo?».
«Aspetta ancora qualche minuto».
Camminammo ancora un po' e all'improvviso ci sedemmo.
«Torno subito, non sbirciare».
«Inizio a stancarmi Romeo!» mi lamentai.
«Ti passerà tutto, fidati».
Dopo un tempo che mi sembrò interminabile mi disse che potevo guardare.
«Finalmente! Credevo che fossi morto».
Aprii gli occhi e mi ritrovai seduta attorno ad un tavolo in un locale illuminato e colmo di persone.
Davanti a me c'erano due vassoi pieni di pizza, hot dog e patatine fritte.
«Questa è una cena!» esclamò Emanuele.
«Tu sei pazzo».
«Nah, sono solo giovane al contrario tuo».
«Ah si?».
«Si».
Mi guardò con aria spavalda.
«Allora guarda qua».
Presi una manciata di patatine e gliele lanciai.
Non se lo aspettava.
Risi della mia presa di posizione, ero soddisfatta di essere riuscita a coglierlo di sorpresa per una volta.
Iniziammo a lanciarci cibo come due bambini, ridemmo e mangiammo.
Ad un certo punto, Emanuele mi bloccò le braccia con una mano, mentre con l'altra libera iniziò a farmi il solletico. Risi fino alle lacrime, contorcendomi su me stessa.
Non volli nemmeno guardarmi intorno: gli inglesi, precisi come sono, ci stavano sicuramente guardando scandalizzati. Avranno pensato che eravamo bifolchi, ma non mi interessava. Bisogna divertirsi nella vita!
Quando tornai in camera avevo ancora pezzi di patatine incastrati nei capelli, mi feci un bagno veloce prima di andare a dormire.
Quella notte dormii come non mi succedeva da anni: rilassata, senza sogni o incubi, ininterrottamente.
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Un sentiero tracciato da un sogno.
RomanceAmbra è una ragazza di 17 anni con un sogno: diventare una scrittrice. I suoi genitori si sono separati quando aveva due anni. Di suo padre non conosce nulla, solo che abita all'estero. Sua madre è una donna lunatica ed alcolizzata che odia gli art...