Nei giorni che rimanevano facemmo un po' di shopping per portare dei regali ai genitori e agli amici e comprammo qualcosa anche per noi. Io acquistai una maglietta all'Hard Rock Cafè bianca, a maniche corte, ed una calamita con sopra disegnato il Big Ben. Avevo deciso che in ogni viaggio che avrei fatto, da quel momento in poi, avrei comprato un magnete del posto da attaccare sul frigorifero ed avrei fatto la collezione.
Visitammo molte cose, tra cui Buckingham Palace, il Big Ben, la Cattedrale di San Paolo e la Torre di Londra. Andammo anche alla stazione di King's Cross dove ci facemmo l'immancabile foto con il carrello di Harry Potter.
Amavo quella saga!
Il penultimo giorno, Emanuele mi stupì con una sorpresa.
Quel mattino ci svegliammo ed andammo a fare colazione. L'hotel ci forniva molto cibo, tutto diverso: cornetti, bevande, uova, bacon, wrüstel, biscotti, miele, cioccolato, fette biscottate...
Io decisi di mangiare uova e bacon, per provare qualcosa di nuovo. Fino a quel giorno avevo continuato a fare colazione come a casa: una tazza di tè o di caffè e qualche dolce, ma quel giorno mi sentivo sbarazzina.
Quando uscimmo, in realtà non sapevo dove stavamo andando, perché Emanuele mi aveva assicurato che aveva un ottimo posto in mente, ma non mi aveva aggiornato su quale fosse.
Mi fidai e mi limitai a seguirlo per la ragnatela di strade che costituivano quella magnifica città.
Quando mi condusse al "London Eye", la ruota panoramica che tanto amavo, mi portai le mani alla bocca.
Non potevo crederci!
«Ti è piaciuta la sorpresa?».
Emanuele mi rivolse uno sguardo compiaciuto mentre mi poneva quella domanda, la cui risposta era ovvia per entrambi.
Io non avevo le parole per rispondergli, abbandonai tutte le inibizioni e le vergogne e lo abbracciai. Cavolo, lo avevo baciato mille volte durante le prove e la recita, non sarebbe stato così eclatante un semplice abbraccio!
Ma mi sbagliavo. Quei baci erano pilotati e forzati, quell'abbraccio, invece, fu spontaneo e ci misi dentro tutta la felicità che provavo in quel momento.
Non c'era bisogno di ringraziarlo con le parole, lo avevo già fatto abbondantemente con i fatti.
Emanuele si lasciò trasportare dalla mia energia, mi sorrise e mi accarezzò i capelli.
«Vuoi salire?» mi chiese.
Io lo guardai con gli occhi ancora fuori dalle orbite. La verità era che volevo andare a visitare la ruota, ma i giorni erano trascorsi veloci ed ormai credevo di aver perso l'occasione e invece eccomi lì e non solo, ci sarei anche salita sopra!
Con un sorriso smagliante e colma di entusiasmo presi la mano di Emanuele e corsi sotto la giostra. Milioni di turisti si trovavano lì.
Ci mettemmo in fila. Potevo vedere Lily e David che aspettavano il loro turno, proprio come noi, e quando finalmente toccava a loro scoprivano che era rimasta solo una cabina, così si presentavano e decidevano di salire insieme.
"Piacere io sono Lily"
"Piacere mio, mi chiamo David, come mai qui da sola?"
Quando finalmente toccò a noi, salimmo dentro ad una delle cabine ovali di cui era composta la ruota, circondata da vetri per guardare il panorama. Mi tremavano le gambe dall'emozione. Insieme a noi c'erano altre quattro persone.
«Sono senza parole» dissi a Emanuele quando la giostra percorse metà giro e ci trovammo in cima.
Potevo vedere gran parte di Londra da lassù.
Lavisuale era mozzafiato e le persone che passeggiavano al di sotto sembravanopiccole come formiche. Dopotutto il London Eye è una delle più alte ruotepanoramiche del mondo
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Un sentiero tracciato da un sogno.
Roman d'amourAmbra è una ragazza di 17 anni con un sogno: diventare una scrittrice. I suoi genitori si sono separati quando aveva due anni. Di suo padre non conosce nulla, solo che abita all'estero. Sua madre è una donna lunatica ed alcolizzata che odia gli art...