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Fissai il tutto con uno sguardo estasiato. Sognavo ad occhi aperti e non volevo svegliarmi. Mai più.

Girai il libro, aprii l'ultima pagina: una mia foto mentre sorridevo seduta su una poltrona, circondata da romanzi.

Me l'aveva fatta qualche tempo prima un fotografo nel suo studio, aveva pensato a tutto la casa editrice.

Sotto era riportata una scritta:

Ambra Pacelli è nata a ***** il *****.

Frequenta il liceo linguistico ed il suo sogno è diventare una scrittrice.

Con "l'amore arriva sempre al momento giusto", a soli 18 anni, ha iniziato questo nuovo percorso come autrice.

Presi il cellulare e composi il numero di Aldo.

Dopo quattro squilli rispose.

«Cosa ne pensi del libro piccola poetessa?» mi chiese Aldo senza lasciarmi il tempo di parlare.

«È bellissimo, ti prego, lasciati ringraziare. Senza il tuo aiuto non ci sarei mai riuscita».

«Ringrazia te stessa, hai fatto tutto da sola. Il mio lavoro non consiste in nulla, sono capaci tutti a stampare dei fogli di carta. Gli scrittori sono così affascinanti invece! Riescono a creare magia usando parole che tutti usano ogni giorno e che sembrano banali. Devo confessarti che mi sarebbe piaciuto scrivere dei libri, ma non tutti possono avere questo talento. Io sono nato per fare altro».

La sua voce si inclinò leggermente, come se fosse abbracciata dalla nostalgia o dal rimpianto.

Sorrisi lievemente nascosta dal mio cellulare. Dietro l'aspetto grottesco di Aldo si nascondeva un animo romantico, ero sicura che se ci avesse provato ci sarebbe riuscito e glielo dissi.

«Sai qual è il tuo problema?».

Se qualcuno ci avesse sentito parlare dall'esterno, avrebbe pensato che ci conoscevamo da una vita.

«Quale?».

«La paura».

Un silenzio accompagnò le mie parole per qualche istante. Capii di aver colpito nel segno.

«Se dici di credere in me ci proverò» disse dopo un tempo che parve lontanissimo: come se per millenni fossero stati tutti in silenzio ed un mattino, un uomo, avesse parlato rompendo il ciclo e la quiete quotidiana.

«Credo in te!».

Quando riagganciai il cellulare mi sentii realizzata.

Nascosi il libro all'interno dell'armadio, accanto al computer.

Quella sera, quando mia madre entrò in casa mi salì il cuore in gola.

Chi ha qualcosa da nascondere non vive mai in tranquillità, anche se ciò che nasconde non è una cosa negativa.

«Ho portato la cena dal ristorante, Stefano ha preparato un piatto per te» mi disse sorridendo ed appoggiando qualcosa sul ripiano cucina.

Era felice.

Guardai Jane come si guarda una sorella o un'amica quando succede qualcosa di inaspettato.

Quella donna era davvero lunatica! Ma ero tranquilla quando si sentiva felice, c'era più pace in casa.

Stefano aveva cucinato la paella.

Di solito preferivo i piatti italiani, ma il mio cuoco riccioluto cucinava da Dio e riusciva a rendere tutto un capolavoro.

Un sentiero tracciato da un sogno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora