La sveglia suonò puntuale come un orologio Svizzero. Con gli occhi increspati per le lacrime, mi alzai e mi fiondai sotto la doccia. L'acqua calda era la continuazione delle coperte. Mi sembrava che riuscisse a darmi la stessa protezione.
Mi vestii con una felpa blanda, un paio di leggins neri e le scarpe da ginnastica e senza nemmeno truccarmi o sistemarmi i capelli, andai in cucina. Bevvi una tazza di caffè ed uscii di casa.
Jane era rimasta tutto il tempo fuori dalla mia porta, potevo sentirla respirare, graffiare e miagolare durante la notte ed io, come ringraziamento, me n'ero andata senza nemmeno farle una carezza. Una lacrima mi rigò il viso mentre camminavo verso scuola e con il freddo che faceva, quasi mi si cristallizzò sulla guancia.
«Cuore, cos'è successo?» mi chiese Arianna appena mi vide, mettendomi un braccio attorno al collo.
La guardai e scoppiai nuovamente a piangere.
Mi abbracciò e rimanemmo così strette per qualche istante, ambedue in silenzio.
Quando mi ripresi e sentii la voce tornare, forte ed impostata come sempre, le raccontai tutto.
Rimase scandalizzata da ciò che sentì.
«Non ho parole, ti ha lasciata senza chiavi e senza telefono! Come faremo a sentirci?».
«Quando non è in casa potrei connettermi a Facebook con il computer e potremmo scambiarci i messaggi lì, non è questo il problema».
«Hai ragione, i problemi principali sono la recita ed il fatto che non puoi uscire con noi».
«Esattamente». Dopo qualche istante di silenzio, in cui ripercorsi con la mente tutta la scena del giorno prima, esclamai con voce mesta«Che vergogna! Mi ha trascinata per un orecchio davanti a tutti e ha urlato contro Sara e Lorenzo. Cosa penseranno i miei compagni di scuola? E Emanuele? Non potrò più riprendermi da questa figuraccia».
«Ma no Ambra, vedrai che si sistemerà tutto e se qualcuno oserà prenderti in giro ci penseremo Mattia, Ludovica, Flavia , Alessia ed ovviamente io. Non penso che gli altri ragazzi che recitavano con te hanno una situazione familiare perfetta. Ti capiranno».
La guardai con uno sguardo disperato e lei mi accarezzò i capelli.
«Tranquilla Telespalla Bob, sarà tutto migliore».
A quella battuta mi sfuggì un piccolo sorriso.
Quando tornai a casa suonai alla vicina: un'amica di mia madre di 40 anni con i capelli cortissimi alla Miley Cyrus color fucsia acceso, altissima e magra, con gli occhi neri e le labbra piene. Aveva un piercing sul naso ed uno sulla parte alta dell'orecchio ed aveva il corpo pieno di tatuaggi.
Era una donna fredda e severa, non faceva mai trapelare i suoi sentimenti, sembrava che non li avesse.
Caratterialmente era un miscuglio tra una matrigna acida e la direttrice cattiva di un orfanotrofio.
Quando aprì la porta stava masticando un chewinggum. Ci soffiò dentro provocando una bolla rosa che mi scoppiò davanti alla faccia.
Con le chiavi in mano arrivò davanti il mio appartamento ed aprì la porta. Entrai, me la chiuse alle spalle e la sentii tornare indietro. I stivaletti che rimbombavano nel corridoio ad ogni passo. Abitava due porte più in là della nostra.
Jane mi venne incontro con la coda alta guardandomi con i suoi occhioni blu.
La presi in braccio ed affondai la mano nella soffice pelliccia.
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Un sentiero tracciato da un sogno.
RomanceAmbra è una ragazza di 17 anni con un sogno: diventare una scrittrice. I suoi genitori si sono separati quando aveva due anni. Di suo padre non conosce nulla, solo che abita all'estero. Sua madre è una donna lunatica ed alcolizzata che odia gli art...