30°capitolo - coherent explanations

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«Taylor.» mi richiamò Christian.
Io «Mh?»
Mi osservò con serietà «Perchè frequenti il detenuto Nicolas Kepler?»
«Come?»
«Rispondi.» insistette.
Lo guardai di sbieco «Perchè dovrei risponderti?»
«Perchè ti ho fatto una domanda.» mi si avvicinò.
Aron s'intromise «Lasciala perdere. È inutile.»
La mia testa scattò verso di lui «Come?»
Incrociò le braccia «Sei sempre la solita.»
«Anche tu non sei cambiato per niente, anzi, si può dire che tu sia peggiorato e basta.» gli risposi a tono.
«Come dici?» mi fulminò «Avrei proprio una gran voglia di vederti trascorrere tutto il tempo che ho trascorso io in isolamento senza peggiorare la tua persona!» dopo avermi guardata in cagnesco mi urlò pure addosso.
Christian «Adesso basta.» ci ammonì «Più tardi te lo richiederò. E questa volta dovrai rispondermi.» disse autoritario.

Perchè mi sembra di essere sempre l'unica a non capire cosa le succeda intorno?›

Ormai ero rimasta solamente io.

Aron Jhones (POV'S)

Stavo seguendo Christian. Ogni tanto si voltava a guardarmi, ma non diceva nulla.

Sta facendo finta di niente di proposito?› -mi chiesi, irritandomi ancora di più.-

Poi, si fermò.

«Si può sapere cosa c–..» «Da quanto lo sapevi?!» lo interruppi in modo brusco.
Lui «Cosa.» ‹Non hai proprio intenzione di guardarmi in faccia è?› -commentai nella mia testa.-
Io «Lo sai benissimo di cosa parlo.» gli dissi «Nicolas. Da quanto si trova quì?»
«Da un po'.» ammise.
«Da un po'?!» ripetei con un tono di voce più alto.
Christian si girò prontamente verso di me «Non urlare. Abbassa la voce.»
«E voi non avete fatto niente?!» continuai, senza dargli ascolto.

Christian mi prese da parte.

Io «Allora?!»
«Ascolta–..»

Cominciò a raccontare, spiegandomi la situazione.

Io poi dissi «E come ha fatto?!»
«Non lo so, è furbo, lo sai.»
Mi spuntò un sorrisetto a fior di labbra «Certo.» e aggiunsi «Più di voi.» lo scherniì, li scherniì tutti quanti, dal primo all'ultimo, con tre sole parole.

Non rispose.

«Dovrai cercare di rimanere calmo.» fu ciò che disse.
«Rimanere calmo?!»

-Strabuzzai gli occhi- ‹Mi prende per il culo?›

Christian sospirò «Sì. Devi cercare di non peggiorare la tua situazione attuale.»
«Come se fosse facile. Con quel suo–..» continuò per me «..–Sorrisetto da presa per il culo. Sì, lo so.»
«Tśh.» scossi la testa.
Lui «Non devi fare il suo gioco.» mi mise una mano sulla spalla ed io osservai il tutto con astio «Devi batterlo in furbizia, fino al giorno–..» lo interruppi «In cui mi manderete a morire.» lo guardai dritto negli occhi «Giusto? No?»

Scostò la sua mano, smise di guardarmi in faccia. Si astenne dal rispondermi.

Mhmh.› -quasi mi venne da ridere, ma non lo feci.-

CRESCERE NEL CRIMINEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora