21°capitolo - without any protection

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Taylor Vega (POV'S)

Ci trovavamo in cortile.

Enrico continuò ad insistere «Sei sicura?»
«Sì, non fum–..» «Lo faccio io quel tiro di sigaretta!»

Nella mia visuale si introdusse una chioma di svariati colori.

«Hey! Tu!»

Non lo calcolò di striscio.

Lei «Taylor. Come va?» mi chiese con la sigaretta fra le labbra.
«Tutto okay, t–..» non mi lasciò terminare «Allora?»

Si era girata verso Enrico.

«Che si dice da queste parti?»

Non le rispose.
Si stavano fissando attentamente, sia lui che lei.

Perché sembra che tiri un'aria strana?›

Le sorrise il minuto dopo, fintamente, ma le dedicò un sorriso finto «Me la ridai la mia siga'?»
«No.» poi si voltò verso di me «Be'. Quindi co–..» «Ragazzina–..» lo interruppe a sua volta «Come se fossi più grande di me di chissà quanto. Pff!»

La guardò sbigottito.

Prima che potesse dire qualcosa lei gli chiese «Quanti anni hai?
«Ne ho 28.» Quantii?!› -strillai nei miei pensieri. Se mi avesse guardata in faccia al momento avrebbe notato la mia bocca spalancata, quasi mi cadeva!-
Sofia lo osservò con un'espressione seriosa «Non sembra proprio.»
«Invece è così.» fece spallucce.
Lei «Puoi dire ciò che vuoi, ma a me continua a non sembrare prop–..» «Siamo ad un interrogatorio?» sembrò irritarsi.

Ma che gli prende a questi due?›

Enrico parve cambiare argomento «Comunque sei una gran maleducata!»
«Come?» gli lanciò un'occhiata indifferente.
«Sì!» proseguì «Non solo mi hai rubato la sigaretta di mano... Non mi hai nemmeno salutato!»
Sofia «Ti ho già chiesto come stai, sì?» mi guardò. ‹Ma si sta riferendo a me?›
Enrico iniziò a sbraitare «Vedi?! Nemmeno mi calcoli! Ti sembra normale?!»
Lei in risposta sbuffò «Se mi parli e non ti calcolo vorrà dire che mi stai sul culo no?»
«Ridammi la mia sigaretta!»
«Ormai è finita!

Io ero rimasta lì, in mezzo a loro due, senza dire nulla.

Decisi di proferire parola «C'è bisogno di fare questo casino per una sigaretta?»
«Sì!» mi risposero in coro e non potei far altro che serrare nuovamente la bocca.

Non spiccicarono più nemmeno mezza parola.

17:00


Mi lavai le mani e dopo essermele asciugate sui pantaloni stetti per spingere la porta per uscire. Peccato che prima che riuscissi a farlo spuntò all'improvviso proprio davanti ai miei occhi la ragazza riccia con le mani dietro la schiena.

«Wei!»
«Ciao.» la salutai forzatamente.
Mi chiese «Ti ricordi di me vero?»
«Carola...?»
Serrò le labbra guardandomi con un'espressione di sufficienza «Carlotta.» borbottò.
«Giusto, scusa.» mi grattai la nuca.

Con un balzo si sedette su uno dei lavandini.

«Io sono quella che ti ha salvato.» ‹Quante arie si da.› -pensai annoiata.-

CRESCERE NEL CRIMINEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora