Allungò il braccio e con uno scatto afferrò ciò che gli aveva messo davanti.
Aron «Sparisci.»
Si allontanò dalla porta.
*deng*
Aveva richiuso lo sportello.
«Puoi smettere di fingere.» dissi con un fil di voce.
Appoggiò una mano contro la parete, probabilmente non riusciva più a tenersi in piedi.
Aron «Fingere?» sorrise.
«È meglio che tu ti sieda.» mi alzai per andare verso di egli.
Alzò la voce e mi disse «Non avvicinarti!»
«O-okay...»Mi strinsi nelle le braccia.
‹Come mi dovrei comportare?›
Aron si trovava ancora lì.
Decisi di accucciarmi, stare in piedi o meno non avrebbe cambiato niente.
‹Come faccio a uscire?› -pensai poi.-
Tornai con lo sguardo su di lui, si era scostato dal muro.
Le sue pupille erano ferme, immobili. Fisse su ciò che stava tenendo nel palmo della mano. Non stava neanche sbattendo le palpebre.«Ar–..» feci per richiamarlo, ma mi fermai.
Fece cadere il tutto sul pavimento.
Aron «Non ci penso nemmeno.» ‹Ma di cosa blatera? Sta parlando da solo?› -mi chiesi.-
Il mio sguardo ricadde su ciò che aveva gettato via.
‹Pillole?›
Alzò un piede.
‹No. Pillole... blu.›
Io «Aspe–..»
Pestò a terra, sbriciolandola.
Si scostò dal muro e si recò dalla parte opposta della stanza dove poi si sedette.
Rimasi ad osservare fissa ciò che si trovava sul pavimento. Mi alzai da terra e mi ci avvicinai.
«Sono pastiglie blu queste.»
Non mi diede una risposta.
Io «Come si chiamano?»
«Che cazzo ti–.. Ti frega, spiegami.» mi rispose in malo modo ma comunque con un tono apparentemente calmo.
«Quindi non sai–..» poi però mi fermai, cambiando la domanda «Perchè le prendi?» posai lo sguardo incredulo su di lui.Ancora una volta, silenzio assoluto.
‹Mi dovrei voltare? Dovrei lasciar perdere? Gli rifaccio la domanda precedente?› -cominciarono a vorticarmi per la testa più domande tutte insieme.-
Non avevo idea di come muovermi.
Mi accucciai per dargli un'occhiata più da vicino. Era sbriciolata, sì, ma il colore era blu e non potetti esserne più che sicura.
Il pavimento era scuro quindi la particolarità del suo colore si notava ancor più chiaramente. Restai ferma ad osservarla.Avrei voluto porgli davvero un sacco di domande.
Aron «Cosa stai facendo.» non ebbi ben capito se la sua fosse una domanda o che cosa.
«È blu.»
«Sono conte-nto che... tu non sia affe-tta... da tritanopia, ma ora–.. Smettila.» ‹Tritano... che?› -decisi di non fermarnici troppo su.-
‹Non capisco proprio il suo nervosismo.› -e non lo capivo davvero.- Lo guardai in seguito «Sai come si chiamano?»
«Si può sa–.. Sapere che te ne importa!?» ecco, la sua calma apparente era appena scivolata via dalla sua persona.
Dovetti insistere sulla questione «È che non so come si chiama...» e in seguito aggiunsi «Quindi vorrei saperlo. Mi serve saperlo.»
Decise di alzarsi di nuovo in piedi, probabilmente quando si innervosiva tutto quel suo male non lo sentiva più «Che bimba curiosa che sei.» era più scuro in volto, o era mia impressione?
Allora gli dissi «Che problema c'è?»
Aron «Il problema... è il tuo interesse.»
«Aron,perf–..» «Basta domande!» alzò la voce e in seguito si tenne lo stomaco.
«Ma... perchè?»
Mi prese per il braccio «Perchè sì.»
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CRESCERE NEL CRIMINE
DiversosCOMPLETATO ✔️ ⏩©copyright,tutti i diritti riservati sequel: "VIVERE NEL PERICOLO" -#1° per categorie '23' volte⏪ Ragazzi e ragazze,tutti rinchiusi nello stesso lurido posto. Vittime delle loro azioni. Vittime di ciò con cui si sono macchiati. Vitti...